Fa scalpore la notizia della sospensione di due mesi inflitta al primario di ginecologia dell’ospedale di Merate, in Brianza. Gregorio Del Boca è accusato di ‘troppo lavoro’, di stakanovismo, di eccessiva cura per i suoi pazienti. Ad ottobre l’ospedale locale San Leopoldo Mandic convoca una commissione di tre esperti esterni e una settimana più tardi l’Ufficio provvedimenti disciplinari gli commina la sanzione.
La vicenda fa un un po’ il paio con quella del direttore della Reggia di Caserta, Mauro Felicori, che un paio d’anni fa venne attaccato a testa bassa da alcune sigle sindacali per il troppo lavoro svolto dallo stesso direttore (non dai dipendenti), di sforare sull’orario di lavoro e via di questo passo.
Ma è di una decina d’anni fa il caso più clamoroso, proprio in campo sanitario e al centro, di nuovo, un primario, stavolta di psichiatria. Si tratta di Domenico Forziati, che in servizio all’Asl di Torre Annunziata riesce a razionalizzare il lavoro dei dipendenti e a far risparmiare alle casse pubbliche alcuni milioni di euro.
Passato al Gesù e Maria di Napoli, nel cuore cittadino, come responsabile del servizio di psichiatria, procede a ritmo spedito per razionalizzare i turni e il lavoro dei reparti. I risultati si vedono, ma al tempo stesso salgono i mugugni sindacali e, soprattutto, la burocrazia regionale non sopporta troppa solerzia e serietà, perchè il clientelismo, in tal modo, ha meno spazio di agibilità. Ed è così che, dopo un paio di ammonimenti, l’Asl guidata dal demitiano e poi bassoliniano Angelo Montemarano decide di licenziarlo. Caso più unico che raro nel Belpaese.
Dopo una querelle giudiziaria durata diversi anni, alla fine Forziati ha ragione, è reintegrato nel suo posto di lavoro. Ma non se la sente più di tornare tra quei gironi di ordinaria follia. Politico-burocratica, ben s’intende…
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