Una parte dell’Europa trova il coraggio di ribellarsi all’uso del glifosato, perfino il sonnacchioso ministro dell’Agricoltura Stefano Martina alza per un momento la schiena, e cosa invece fa la senatrice e farmacista a vita Elena Cattaneo? A testa basta, Bignami della ricerca in resta, difende a spada tratta i glifosati in un fondo per Repubblica.
Ecco un passaggio: “non utilizzare il glifosato significherebbe tornare agli anni ’50, diserbando a mano i campi. Oppure usare altri erbicidi, molto più costosi, meno efficaci e dai profili tossicologici simili”.
Dimentica, la senatrice-farmacista, il parere diametralmente opposto di altri scienziati. Dimentica soprattutto quanto sottolinea l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, secondo cui “il glifosato è probabilmente cancerogeno”, usando quel ‘probabilmente’ con tutte le cautele possibili per non infastidire troppo i padroni del vapore, a partire dal colosso multinazionale a stelle e strisce Monsanto, che verrà presto incorporato in un altro colosso di Big Pharma, la tedesca Bayer.
E’ da sempre in prima linea, Cattaneo, in difesa degli Ogm, per rimanere in un campo simile. Oppure sul fronte della vivisezione, pardòn della sperimentazione animale. “Senza sperimentazione
animale la medicina muore”, taglia corto. Come fa il Mago delle provette Roberto Burioni: “Di vaccini parlano solo gli scienziati, non i somari”.
Mentre proprio in tema di vivisezione altri scienziati, come il cofondatore del Movimento Antispecista, Bruno Fedi, dimostrano carte alla mano quanto sia non solo crudele e ‘inumana’ ma anche scientificamente inutile: per il semplice motivo che i risultati ottenuti non sono trasferibili in campo umano.
Nella foto Elena Cattaneo
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