Giallo Conti, il generale che un’ora prima di “suicidarsi”, a Sulmona, fa un prelievo al bancomat. Per due giorni tutti i media a capofitto sulla pista di Rigopiano, per via delle due lettere inviate da Guido Conti ai familiari in cui dichiara di sentire un peso insopportabile per quella tragedia.
E nessuno a prendere in considerazione le appena rassegnate dimissioni dalla Total, dove aveva occupato la scrivania per i problemi ambientali per una decina di giorni.
Solo il sito abruzzese PrimaDaNoi ha effettuato una vera ricerca investigativa, una contro inchiesta su quello che può essere successo al generale. Cliccando sul link in basso potete poi leggere quanto ha scritto la Voce.
Adesso dai fascicoli giudiziari spunta uno scritto anonimo di circa due anni fa. Un vero j’accuse sui pericoli di forte inquinamento nella zona, interessata sia dai lavori targati Total che dai pozzi griffati Eni, in quel di Tempa Rossa, dove è aperta un’inchiesta bollente che è già costata le dimissioni del ministro per l’Industria nel governo Renzi, Federica Guidi.
Della circostanza si trova traccia in un esposto-denuncia presentato alla DDA e al NOE di Potenza da Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali lucani, al quale era arrivata il 20 luglio 2016 una lettera non firmata. “Un foglio contenente un elenco di pozzi e sorgenti – osserva Bolognetti – ubicati nell’area della concessione di coltivazione idrocarburi Gorgoglione e un documento apparentemente prodotto dalla Total e intitolato ‘Baseline Ambientale – Monitoraggio Idrico Sotterraneo’”.
L’autore dell’anonimo scrive: “Con questa breve premessa volevo introdurre i documenti allegati. Il primo: Campagne di misurazione effettuate dalla Total nel territorio di Concessione Gorgoglione per monitorare lo stato ambientale di 30 pozzi e 6 sorgenti. Il quadro che ne emerge è allarmante: Fluoruri, Boro, Benzopireni, Cloroformio, Bromodiclorometano, Alifati clorurati cancerogeni, Ferro, Manganese e via di seguito”.
E poi insinua, lo stesso anonimo, che i monitoraggi effettuati dalla Total non abbiano suscitato alcuna reazione da parte di enti e organismi preposti alla tutela della salute pubblica per via di non meglio precisate “ricompense, appalti, sponsorizzazioni e assunzioni”. Uno scenario tutto da scoprire e indagare.
Che ci fossero preoccupazioni sulla situazione ambientale di pozzi e sorgenti, del resto, si desumeva da un documento elaborato dalla società ERM per conto di Total, datato 31 marzo 2016; e riguardante quel ‘Monitoraggio Ambientale di Baseline e Idrico Sotterraneo’.
A pagina 27, ad esempio, si legge di molteplici superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione.
Commenta Bolognetti: “La presenza di Boro e Benzopireni riscontrati nelle acque spinge ad ipotizzare un nesso con le attività estrattive che insistono da molti anni nell’area interessata dai monitoraggi. In relazione all’area interessata dalla concessione di coltivazione idrocarburi Gorgoglione, poi, sono state presentate molteplici segnalazioni per sito potenzialmente inquinato, inviate nel 2001 dall’Eni alla Regione Basilicata”.
Nella foto Maurizio Bolognetti
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Un commento su “GIALLO PETROLIO IN BASILICATA / UN INQUINAMENTO SCIENTIFICO”