Grandi manovre sul lungomare di Posillipo, a Napoli. Una chiatta impegnata a rimuovere quintali e quintali di materiali rinvenuti in caverne e sotterranei: legno, plastica, monnezza varia e anche amianto.
Raccontano alla municipalità: “Lavori da centomila euro abbondanti, con i costi affibbiati agli abitanti della zona, come se si trattasse di un problema privato e non anche e soprattutto pubblico. A quanto pare è tutta una sceneggiata, perchè si tratta di ben poco amianto ritrovato, alcune barre. Il resto è roba classica. Ma come mai nessuno alza un dito per l’immenso deposito ex Atan e ora Anm degli autobus a Posillipo, una superficie gigantesca e amianto in quantità che si disperde nell’ambiente?”.
Ma soprattutto. Come mai è andata avanti per un quarto di secolo una bonifica a Bagnoli del tutto taroccata? Tanto che ora è alle battute finali il processo, dopo una serie di perizie che hanno dimostrato come non solo non sia stata effettuata alcuna bonifica, ma in questi anni la situazione sia di molto peggiorata sotto il profilo ambientale. Senza contare le palate di danaro pubblico inghiottite, oltre 200 milioni di euro spesi soprattutto in consulenze di amici degli amici.
Aggiunge un abitante della zona: “Come mai nessuno dice niente e nessuno muove un dito per la baia di Trentaremi, dove negli anni si sono verificate regolari colate a mare di quell’amianto scaricato dai camion dell‘Eternit, della Cementir e dell’Italsider? E nessuno si preoccupa dell’inquinamento, con ogni anno centinaia di bagnanti su quello splendido lembo di spiaggia libera ma del tutto incontrollata e abbandonata al suo destino?”.
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