Tornano alla ribalta i traffici di carburanti. Un’inchiesta della procura di Napoli, infatti, sta puntando i riflettori su maxi riciclaggi, a livello nazionale e internazionale, portati a segno dalla camorra imprenditrice partenopea.
Ecco cosa scrive Repubblica Napoli: “l’ombra dei cassieri del clan Contini dietro un colossale sistema di traffico di carburanti: con patto ‘trans-nazionale’ tra broker e raffinerie complici e un formidabile canale sempre aperto per il reimpiego di capitali di provenienza criminale. Si tratta, per la procura napoletana, di un altro spaccato sulle insospettabili attività di investimento e riciclaggio adottate dalle cosche e dalle loro articolazioni finanziarie: radicate a Napoli, ma proiettate sui business di scala internazionale”.
In realtà il business di carburanti & pompe è vecchio di anni. E’ di quasi dieci anni fa una cover story della Voce dedicata ai massicci investimenti nel settore della famiglia Cosentino, che fa capo all’ex sottosegretario di Forza Italia, Nicola Cosentino e ai suoi fratelli.
“Don Nicola delle pompe” era il titolo di quella inchiesta che dettagliava tutti i super investimenti nell’acquisto di stazioni di servizio e nei traffici di carburanti.
Del resto, la Aversana Petroli, la ditta di famiglia, è stata al centro della tragedia di Viareggio, nella quale hanno perso la vita 32 innocenti. Su quel convoglio killer delle ferrovie, infatti, viaggiavano i carburanti della Aversana Petroli. La quale, comunque, non è stata mai indagata per quella tragedia. Un mistero di quella incheista, che ha visto la condanna in primo grado per il pezzo da novanta delle allora Ferrovie, l’ex sindacalista Mauro Moretti, poi passato al vertice del gruppo Finmeccanica.
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