Disastro trasporti a Napoli. Metrò in tilt, funicolari ko. Per la disperazione dei cittadini, che sotto la calura ferragostana sono costretti a odissee da quinto mondo. Ma a palazzo San Giacomo tutti i pensieri sono rivolti al prossimo Natale: dopo ‘NAlbero sarà la volta di ‘O Corno oppure di ‘O Babà?
Torniamo alla mobilità allo sfascio. Due funicolori fuori uso, una appena inaugurata, ma già a singhiozzo, quella centrale, l’altra appena chiusa – quella di Montesanto – per lavori che si sa quando cominciano e non si sa mai quando finiscono.
Ma è dal metrò più bello del mondo (per via delle opere d’arte – sic – lungo i tragitti sotterranei, costate un occhio della testa) che arrivano i grattacapi più pesanti.
Primo agosto all’insegna del caos, con la linea 1 – la più frequentata – ferma per ore per via del solito “guasto tecnico” e i passeggeri in cammino due ore tra i binari, come tante anime in pena. “In piena calura all’esterno- spiega un tecnico – e quasi asfissiando all’interno con i gas radom che, come si sa, in queste situazioni di svoraffollamento hanno le loro conseguenze”. Scena da incubo.
Il metrò, comunque, è ‘o più bello del mondo, come sottolineano un giorno sì e l’altro pure i suoi animatori. A comincaire dal padre e fondatore, Ennio Cascetta, appena tornato “a casa” dopo un lungo percorso prima regionale e poi ministeriale, culminato nella direzione dell’Unità di Missione al ministero dei Trasporti, fianco a fianco con il ministro Graziano Delrio, poltrona prima occupata dal grand commis Ercole Incalza.
E’ fresco di nomina alla presidenza di Metronapoli, infatti, Cascetta, l’alter ego del prima sindaco e poi governatore quasi a vita di Napoli e della Campania Antonio Bassolino. Cascetta ha ricoperto a inizio anni 2000 la strategica carica di assessore ai trasporti della Regione, seguendo passo passo tutte le fasi di decollo del metrò.
Il più caro del mondo, visto che il costo a chilometro è più che doppio rispetto a quello di Roma, che non presenta certo meno sorprese archeologiche e varianti di quello partenopeo. Ma la linea capitolina – per le sue varianti e le sue lievitazioni dei costi – è finita nel mirino dell’ANAC di Raffaele Cantone. Mentre il metrò di Napoli no.
Intoccato e intoccabile, Metronapoli, anche rispetto alle diverse inchieste della magistratura prima aperte e poi, magicamente, finite in archivio.
Nella foto Ennio Cascetta
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