Infuria il dibattito intellettuale a Napoli. Cervelli contro cervelli, visioni della vita a confronto con altre visioni della vita. E del mondo. Da veri titani nello spazio.
In campo le “idee” culturali in vista del prossimo Natale.
Primo a presentarsi ai nastri di partenza, tra ovazioni da stadio, ‘O Corno, rosso fuoco, 60 metri di altezza, slanciato dalla Rotonda Diaz lungo la mitica via Caracciolo. Non basta perchè, come i proverbiali nanetti al seguito, vi sono altri dodici cornetti da mezzo metro a zig zag nel cuore cittadino. Ma chi era Salvador Dalì?
Questo il primo parto neuronico lanciato dal Comune di Napoli e dalla società Italstage, che l’anno scorso già provvide a installare un altro mito, ‘NAlbero, di cui ancora parla mezzo mondo.
Ma palazzo San Giacomo, in uno slancio di fantasia, ha aperto il bando al quale – sembra – hanno risposto in due. La prima rivoluzionaria idea è l’installazione di un maxi Peperoncino, altrettanto rosso fuoco come il corno, lungo 17 metri, mollemente disteso lungo la stessa via Caracciolo.
Terza idea, assai meno originale, un presepe di ghiaccio.
Ma sembra che a furor di popolo ne stia spuntando un’altra: un gigantesco Babà. Nasce spontanea la domanda: ma verrà innaffiato ogni giorno con abbondante rum? Se sì, la vittoria è assicurata.
E a fottersi ‘a camorra, ‘e stese, ‘a fatica che manca, ‘a salute che va una monnezza, ‘a monnezza che invade le strade. Scordammoce ‘o presente: ci sta ‘O Corno oppure ‘O Babà!
Del resto una qualche regina, prima di ‘O Sindaco de Magistris, diceva al suo popolo: se non avete pane mangiate brioches…
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