CAMPANIA / SCENEGGIATA CONTINUA PER IL DIFENSORE CIVICO

Difensore civico della Campania, è ancora sceneggiata. Eletto un ineleggibile, nominato un innominabile in una Regione che vede quella carica ormai vacante da alcuni anni, vista la totale inerzia degli organismi preposti alla nomina e la tardività di provvedimenti da parte dei tribunali amministrativi, storicamente avvolti tra cento pastoie burocratiche e fisiologici ritardi.

Un paio di settimane fa il Consiglio regionale ha dato via libera, per la carica, a Francesco Eriberto D’Ippolito, un perfetto ineleggibile, per tutta una serie di motivi illustrati, tra l’altro, nel ricorso presentato da Giuseppe Fortunato, che dieci anni fa sfiorò l’elezione a Strasburgo (fu secondo) come Ombudsman europeo.

Un ricorso presentato a svariate autorità: l’ANAC di Raffaele Cantone, l’Ispettorato per la Funzione Pubblica, l’Unità Dirigenziale Speciale Trasparenza e Anticorruzione del Consiglio regionale della Campania.

Sottolinea Fortunato come “il Difensore civico regionale non deve trovarsi in una delle condizioni di inconferibilità e incompatibiità previste dal decreto legislativo numero 39 dell’8 aprile 2013”.

Articolo che stabilisce in modo categorico le “Inconferibilità di incarichi a soggetti provenienti da enti di diritto privato regolati o finanziati dalle pubbliche amministrazioni”. In particolare, l’articolo 4 impone l’inconferibilità “a coloro che, nei due anni precedenti, abbiano svolto incarichi e ricoperto cariche in enti di diritto privato finanziati dall’amministrazione o ente che conferisce l’incarico”.

Ecco invece spuntare la carica ricoperta da D’Ippolito all’interno di un ente plurifinanziato dalla Regione, la “Fondazione Francesco De Martino”. Denuncia Fortunato: “L’avv. Francesco Eriberto D’Ippolito all’atto della nomina (e comunque non ha cessato nel biennio precedente) è il Direttore della Fondazione Francesco De Martino, come risulta da curriculum e da eventi pubblici cui ha partecipato lo stesso avv. D’Ippolito. Non può dubitarsi che ‘Direttore’ è incarico e carica in ente di diritto privato (Fondazione) e che tale Fondazione sia stata finanziata dalla Regione Campania”.

Una seduta del Consiglio regionale della Campania. Nell'altra foto Giuseppe Fortunato

Una seduta del Consiglio regionale della Campania. Nell’altra foto Giuseppe Fortunato

Non basta. Perchè c’è un altro incarico pubblico, e sempre regionale, già ricoperto dall’ubiquo avvocato napoletano, che con la poltrona di Difensore civico vuol fare evidentemente tris, alla faccia dei contribuenti.

Scrive Fortunato nel suo ricorso citando la legge regionale 24 del 27 luglio 2012: “non possono essere nominati o designati coloro che prestano attività a titolo oneroso di consulenza o di collaborazione alla Regione”. E aggiunge: “L’avv. D’Ippolito viene nominato Difensore Civico Regionale Campano essendo membro del Corecom della Regione Campania”.

Un organismo non da poco, il Corecom, spesso al centro di vibrate contestazioni. E’ infatti l’organismo che dovrebbe controllare la trasparenza nelle gestioni del sistema radiotelevisivo privato campano e soprattutto decidere sulle graduatorie e relative pingui elargizioni, spesso e volentieri sfociate in contenziosi giudiziari e in inchieste della magistratura.

Quindi, nel pedigree griffato D’Ippolito, due cariche regionali, perfettamente incompatibili non una terza.

Ciliegina sulla torta, il ricercatissimo avvocato è anche docente alla Link Campus University di Roma, la creatura nata a Malta sotto gli auspici dell’ex pluriministro Dc Vincenzo Scotti. Del resto, l’altro Difensore civico pro tempore, il forzista ed ex generale Raffaele Bianco, è stato recentemente arruolato come docente nella sempre ospitale accademia (e così il suo legale, per completare il tris).

Commenta un dirigente della Regione che ne ha viste di tutti i colori in questi anni: “E’ una situazione del tutto paradossale. C’è un giudizio in corso sulla nomina precedente. Ma fregandosene altamente  Giunta e Consiglio hanno bandito un nuovo concorso, nel quale hanno imbarcato chiunque abbia presentato domanda, quasi settanta candidati, senza interessarsi dei curricula. E, soprattutto, senza procedere ad alcun criterio comparativo come viene invece espressamente previsto dalla legge. Siamo alle solite: nomine fiduciarie, clientelari, senza alcun interesse per meriti, esperienze, competenze, curricula”.

E sempre alla faccia dei cittadini che, in questo caso, avrebbero tutto il diritto di poter contare su un Difensore civico che tuteli realmente i loro interessi nei confronti di quella piovra chiamata  pubblica amministrazione.


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