DEBITO PUBBLICO RECORD – 2.278,4 MLD EURO A MAGGIO 2017

A maggio  2017, dopo 39 mesi  del governo ‘Renziloni’,  il debito che doveva calare secondo le solenni promesse da marinaio del Ministro Padoan (ce lo continua a chiedere l’Europa, con il governo che si è impegnato ad abbattere il debito per avere maggiore flessibilità nella scrittura del Bilancio del 2018, secondo quanto concesso e ribadito dalla Commissione Ue nella fresca lettera inviata al Tesoro), ha  registrato una impennata record pari a 2.278,9 mld di euro (+ 8,2 mld rispetto ad aprile dopo i 10 mld su marzo), con un aumento di 171,4 mld euro da febbraio 2014 data insediamento Renzi, ossia 4,4 mld di euro al mese; 170 milioni al giorno; 7,08 milioni l’ora;  118.000 euro al minuto; 1.966 euro al secondo; con un gravame di 94.954 euro per ognuna delle famiglie (24 milioni), di ben 37.981 euro per ogni abitante, con una tassa strisciante, aggiuntiva ed occulta pro-capite a carico di ognuno dei 60 milioni di residenti pari a 2.856 euro, in aggiunta alle tante stangate a danno delle famiglie e dei cittadini.

Purtroppo il debito pubblico, per politiche economiche e monetarie sbagliate improntate alla recessione ed all’austerità, alle mance elettorali ed agli incentivi fiscali alle imprese, oltre 20 mld regalati che non hanno ottenuto l’effetto occupazionale auspicato, tutto proteso a salvaguardare banche, banchieri ed occultare le gravissime responsabilità di Bankitalia nei dissesti bancari addossati ad almeno 350.000 famiglie truffate ed espropriate, con gli ultimi crac delle 7 banche (Mps, Banche Venete, CariChieti, Carife, Banca Etruria, Marche) costate 110 mld di euro,  è continuato a lievitare.

banche-derivatiNonostante le promesse da marinaio fatte ogni giorno dal Governo e dal ministro Padoan, analogamente alla interessata ed ingannevole narrazione di Mef e Bankitalia sulle banche stabili, il debito non potrà diminuire neppure nel 2017, con gli  ulteriori 37 miliardi di euro per salvare gli istituti di credito, pagare i lauti pasti dei già pasciuti banchieri, tentare l’operazione impossibile di restituire onore alla contigua autorità di vigilanza, che ha sempre spacciato per solido un sistema bancario pieno di buchi.

Dal febbraio 2013, i tre ultimi Governi (Letta, Renzi, Gentiloni) che nella loro continuità hanno pagato in 4 anni (dal 2013 al 2016), ben 24 mld di euro (al ritmo di una media di 6 mld di euro l’anno), alle banche di affari per i derivati tossici, che invece di tutelare lo Stato dalle fluttuazioni dei tassi e/o dei cambi, hanno garantito gli interessi dei banchieri, degli ex direttori generali del Tesoro, a cominciare da Mario Draghi, da ultimo gli ex direttori del Mef e poi ministri, Domenico Siniscalco e Vittorio Grilli, assoldati dalle stesse banche di affari in uno scandaloso sistema di porte girevoli indagato dalla Corte dei Conti.

Senza i decreti ‘salva-banche’ e salva banchieri dalla galera, 20 mld di euro appostati per il MPS; sconti fiscali 19,8 mld di euro sulle perdite; incentivi fiscali sul recupero dei prestiti facili trasformati in sofferenze NPL; l’ultimo decreto per regalare le 2 banche venete a Banca Intesa, con una dotazione di 17 mld di euro; 24 mld erogati a banche affari sui derivati; il debito sarebbe cresciuto di 80 mld di euro in meno, facendo respirare il popolo italiano, taglieggiato ed indebitato, al ritmo di quasi 2.000 euro ogni secondo.


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