NAPOLI POSILLIPO / SCORDAMMOCE L’AMIANTO E FATEVI ‘O SUV

Posillipo, la cote d’or partenopea allungata sul mare. ‘O sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, vede la pagliuzza e non la trave, due sbarre in una cava di venti metri e non un maxi deposito da 20 mila zeppo d’amianto.

20 giugno, blitz della polizia ambientale a un passo dal Lido delle Monache, la spiaggia pubblica a ridosso dello storico Palazzo Donn’Anna, l’unico lembo del quale può fruire la cittadinanza lungo tutta Posillipo.

A qualche decina di metri, infatti, le forze dell’ordine municipali avrebbero scoperto alcune sbarre di amianto in una piccola cava, non più di una ventina di metri quadrati. Apriti cielo. Verbali, contro verbali, convocazione dei condomini, di tutto e – giustamente – di più per via di quelle barre che, se intaccate, posso sprigionare qualche filamento di pericoloso amianto.

Sulla stessa via Posillipo – ad alcune centinaia di metri di distanza – c’è il mega deposito dell’ex Atan (l’azienda napoletana dei trasporti, ora Anm) ormai in disuso da anni, almeno 2000 metri di superficie se non più, una gigantesca caverna coperta d’amianto. Una bomba ecologica, non fosse altro che per le dimensioni. Dicono i vicini: “sono venuti alcune volte a controllare, poi hanno chiuso tutto e chi s’è visto s’è visto. Resta tutto lì”.

Sorge spontanea la domanda: come è possibile che una tale montagna passi ormai del tutto inosservata e non si alzi nessuno per prendere un qualche provvedimento, visto che la bomba resta imperturbabile lì, e per due tubi in una cava si scateni il finimondo?

Storie di ordinaria follia napoletana.

E sempre a Posillipo ne va in scena un’altra, per via di sosta selvaggia.

Ecco l’avventura di un abitante della zona. “Non ho il garage, e ogni giorno mi tocca un’odissea. Devo per forza prendere l’auto per motivi di lavoro e perchè i mezzi pubblici non vanno. Trovare un buco per il parcheggio mi fa venire solo a pensarlo il mal di testa. L’altro giorno ho parcheggiato la mia auto, che è piccolissima, un 126 di quarant’anni fa, a un centinaio di metri da casa. Sfiorava appena la zona bus. Sono tornato dopo un paio d’ore e non l’ho trovata più, per fortuna un vicino mi ha avvisato che era passato il carro attrezzi”.

Continua il racconto: “La mattina dopo vado al deposito di via Campegna a Fuorigrotta per ritirare l’auto, pagando per il carro attrezzi 69 euro, poi c’è la multa, e alle mie rimostranze mi sento dire che ho ragione, quelli dei carri attrezzi fanno così, chi pigliano pigliano. Ho detto che tornando al mio posto ho trovato un Suv comodamente piazzato e un altro nella piazzola seguente. Mi hanno risposto che faccio bene a prendermi un Suv, perchè quelli non li toccano, per il semplice fatto che i due carri attrezzi in dotazione sono molto vecchi e non ce la fanno a caricare i Suv. Prendono solo le macchine di media e possibilmente di piccola dimensione, quelli sono bocconi ghiotti. Chi ha una 126 o una 500 vecchio tipo è fregato in partenza”.

Capito?

 

Nella foto l’ex deposito Atan a Posillipo


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