Tutti vincitori dopo la sentenza del Consiglio di Stato su Bagnoli, l’area ad ovest di Napoli al centro per anni di maxi speculazioni, di una bonifica mai fatta ma costata centinaia di milioni buttati al vento (o meglio, finiti nelle tasche di amici & amici degli amici), quintali di carte bollate, inchieste, processi, fallimenti, come quello che ha coinvolto la partecipata del Comune Bagnoli Futura.
Adesso la sentenza del Consiglio di Stato.
Esulta il ministro per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti: “la sentenza finalmente mette fine a questa stagione di ricorsi contro il Governo, bocciando tutti i numerosi motivi di appello proposti dal Comune di Napoli e dalla fallita Bagnoli Futura, che avrebbero messo a repentaglio la prosecuzione delle attività di bonifica. Ora possiamo continuare il nostro lavoro cominciato col governo Renzi e che prosegue con quello Gentiloni”.
Di parere diametralmente opposto il sindaco Luigi de Magistris: “Una soddisfazione enorme, una vittoria su tutta la linea. Il commissariamento di Bagnoli era sbagliato. E’ stato dimostrato che il Comune non può essere ridotto a un rappresentante come un altro nella cabina dei servizi. Per il futuro di Bagnoli devono decidere Regione, Comune e territorio”.
La soddisfazione del primo cittadino arancione è spiegata da un passaggio della sentenza che così recita: “l’approvazione del programma di rigenerazione urbana non è presidiata dalla necessaria intesa tra Stato e Regione, nonchè da un più adeguato coinvolgimento procedimentale del Comune”. Improbabile l’italiano, comunque la sostanza è quella.
Non più invitato senza poteri speciali, non più ospite quasi indesiderato, palazzo San Giacomo ora rivendica il suo ruolo e batte i pugni sul tavolo. Un ruolo che il Consiglio di Stato ribadisce, sostenendo che altrimenti c’è il rischio di incostituzionalità della stessa legge su Bagnoli.
Un bel ceffone per la Regione del governatore Vincenzo De Luca, che si era sempre schierata a fianco del Governo, del commissario straordinario nominato da Matteo Renzi, ossia Salvatore Nastasi, e di Invitalia, il carrozzone di Stato nato sulle spoglie di Sviluppo Italia.
Tutto ciò in attesa della sentenza del tribunale di Napoli sulla bonifica taroccata, costata palate di euro, e sugli stratosferici compensi che i consiglieri di Bagnoli Futura dovranno restituire allo Stato, dopo il clamoroso crac.
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