La nuova legge elettorale è presa a modello dalla Germania con sbarramento del 5%. Ma è un tedesco truccato. In Italia i candidati saranno indicati tutti su una sola scheda. Troveremo il nome di un candidato in un collegio uninominale, per ciascun partito, e una lista di partito bloccata con un minimo di due e un massimo di sei candidati per la parte proporzionale. Non potremo scegliere i candidati con le preferenze. E questo viola l’articolo 48 sulla libertà di voto. Il voto sarà espresso in blocco: un solo segno sarà sufficiente a indicare insieme partito o movimento, il candidato uninominale e quelli del listino. Chi non gradirà la formazione della propria squadra, avrà due alternative: cambiare bandiera o non votare. La scelta per la scheda unica in Italia rende impossibile il voto disgiunto, come invece avviene in Germania: dove votare un candidato e un partito nell’uninominale e un partito diverso nella proporzionale è possibile. Bisognerà mettere sulla scheda una sola croce, pena l’annullamento del voto.
Inoltre in Germania c’è la certezza che chiunque arrivi primo nei collegi uninominali verrà eletto, perfino nel caso in cui le percentuali nazionali del proprio partito non lo giustificano. In Italia, vincere nel collegio uninominale non darà garanzia di farcela. Bisognerà che il partito superi il 5%.
Vista dall’alto, la geografia del prossimo Parlamento sarà rigorosamente proporzionale. Ogni partito avrà i seggi che si merita in base alla percentuale dei voti. Se nessuno, come è prevedibile, vincerà nel proprio collegio con oltre ll 50%, scatterà un diverso meccanismo, fatto apposta per tutelare i vertici: verrà eletto il numero 1 del listino proporzionale. Con la conseguenza che tutti i caporioni dei partiti o movimenti pretenderanno di occupare la posizione di numeri 1 del listino circoscrizionale. Tornano i capilista bloccati imposti dall’alto, contro il principio che il voto è libero, personale ed eguale, di cui all’articolo 48 della Costituzione.
Su richiesta del PD, si è deciso di iniziare l’assegnazione dei seggi a livello circoscrizionale, partendo dai numeri uno dei listini proporzionali che l’elettore troverà sulla colonna di destra della scheda. Solo dopo questa prima scelta scatteranno i seggi per i vincitori dei collegi uninominali in quella stessa circoscrizione e, ove ci fosse la disponbilità di voti, verrebbero pescati i numeri 2 e 3 dei listini proporzionali.
SI RAFFORZA IL POTERE DEI CAPIBASTONE
Poi, se il partito avrà conquistato altri seggi nella circoscrizione, scatteranno i vincitori del rispettivo collegio uninominale. Se resteranno seggi da occupare, scatteranno i vincitori del rispetivo collegio uninominale.
Sono previste multicandidature per i big dei partiti. Ogni candidato, a discrezione assoluta del suo segretario, potrà candidarsi in un collegio uninominale e fruire di tre paracadute in altrettanti posti di capolista nel listino proporzionale. La corsia preferenziale per i capilista bloccati e le multicandidature, conferiscono ai capi bastone un potere di controllo dei rispettivi gruppi parlamentari.
Il metodo scelto appare un sistema infallibile per mettere le oligarchie dei partiti e i loro fedeli peones al riparo dal rsichio di essere trombati, anche se immeritevoli. I più furbi sono catapultati nei collegi sicuri e blindati, E comunque avranno tre opzioni proporzionali da sfruttare. La soglia del 5% fa scattare un premio implicito per i partiti più grandi. I voti dei piccoli partiti che non raggiungono il 5% vanno ai grandi partiti.
Quelli che non amano la versione italica del modello tedesco , tra cui chi scrive, sanno che in Germania, tutti i candidati, nessuno escluso, vengono scelti dagli iscritti ai partiti con nome e regole stabilite da una legge sui partiti. In Italia, invece, non avverrà; Moro ammonì: i partiti “devono operare con metodo democratico quale è universalmente riconosciuto; ed è evidente che se non vi è una base di democrazia interna, i partiti non potrebbero trasfondere un indirizzo democratico nella vita politica del paese”.
DOPPIO TURNO UNICO MODO PER GARANTIRE L’ALTERNANZA
La legge sui partiti in attuazione dell’articolo 49 della Costituzione, approvata dalla Camera, langue al Senato: le segreterie di partiti in Italia potranno fare come voglino, scegliendo non i più capaci ma i più protetti. Se per semplificare il quadro politico , si restituisce alle segreterie dei partiti e dei movimenti il potere di scegliere chi eleggere e lasciare che le segrerie o i vertici facciano una maggioranza su misura, non è la scelta migliore. La scelta dei parlamentari viene fatta non sulla base della competenza ma della obbedienza al capo.
I 5 stelle avranno le parlamentarie on line. Certo, ma chi sarà di fatto a fare le liste? Staremo a vedere se verrà rispettata la democrazia diretta che è un pregio del M5S, ma talvolta vacilla.
La legge non darà stabilità all’Italia. Dopo le elezioni sarà difficile formare una maggioranza stabile, anche unendo le forze del PD e di FI. Mentre il M5S, anche se fosse il maggiore partito, potrà fare un governo di minoranza che non durerà, perché sarà ostacolato dall’opposizione che difende la legge sul Job act, la buona scuola, le grandi opere intili e il finanziamento della Banche.
La decisione della Consulta di dichiarare incostituzionale il doppio turno fu errata ed illegittima; conseguente alle pressioni del governo Renzi sulla Corte Costituzionale: una decisione in contrasto col referendum popolare abrogativo del 18 e 19 aprile 1993 che bocciò il mattarellum: gli italiani espressero la volontà inequivocabile di abbandonare il sistema proporzionale (con i seggi ripartiti tra le formazioni politiche, anche piccolissime, sulla base dei voti conseguiti) utilizzato ininterrottamente in Italia dalle elezioni del ’48 fino ad allora.
A motivare il desiderio di cambiamento, nel clima del dopo tangentopoli, c’era la convinzione che fosse stato proprio quel sistema la causa di alcuni mali endemici del sistema politico italiano, quali l’instabilità dei governi, la complessità e la fragilità delle maggioranze (con tanti mini partiti capaci di condizionare l’esecutivo in modo sproporzionato al loro peso elettorale reclamando vantaggi ingiustificati), la corruzione e l’aumento della spesa pubblica. Noi siamo per il doppio turno, il solo che consente alternanza.
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