DIFENSORI CIVICI / E’ GIALLO CONTINUO IN LOMBARDIA E CAMPANIA

Tar nella bufera per la gigantesca bagarre scatenata dalle sentenze sui direttori dei musei.

Consiglio di Stato anche, per via delle sentenze pilotate sul fronte degli appalti pubblici.

Una giustizia amministrativa davvero nell’occhio del ciclone, la solita supplenza per una politica ormai incapace di muovere un foglio senza incappare in clamorosi errori e autogol, nella migliore e più benevola delle ipotesi.

Eccoci al giallo dei difensori civici, con le patate bollenti – come abbiamo già visto in alcuni articoli della Voce negli ultimi giorni – della Lombardia e della Campania. Con Tar e Consiglio di Stato, al solito, in prima fila.

Partiamo dalla Lombardia, con il caso andato anche in prima serata via Iene. Si è appena insediato, sulla poltrona si difensore civico, Carlo Lio, che come chicca nel curriculum ha presentato la ‘licenzia media‘, non si sa neanche bene in quale istituto conseguita. Per di più gode già di un ‘vitalizio’ della Regione Lombardia che ne impedisce, di fatto, la nomina.

Ma tant’è: il consiglio regionale ha votato e il signor nessuno arrivato anni fa dalla Calabria occupa ora la poltrona di “ombudsman” – una carica prestigiosa nei paesi anglosassoni – ossia una sorta di super avvocato a tutela dei diritti dei cittadini, dei pensionati, dei risparmiatori e anche dei carcerati nei confronti della pubblica amministrazione.

L'avvocato Giuseppe Fortunato

L’avvocato Giuseppe Fortunato

Appena conosciuto l’esito del voto, l’avvocato Giuseppe Fortunato – una vita a tutela degli interessi dei cittadini, fin dalla sua corsa a Mediatore Europeo nel 2005 – ha preso carta (bollata) e penna per far ricorso davanti alla Tar di Milano.

Fortunato evidenzia non solo la totale insufficienza del curriculum di Lio, la assoluta mancanza dei requisiti anche minimi per l’ammissione, come la preparazione nei campi del diritto, dell’economia e dell’organizzazione pubblica, ma come sia del tutto assente, nella valutazione, il criterio comparativo, che è il tassello base per ogni scelta in questo campo.

Ecco qualche passaggio saliente: “E’ patente la violazione dei principi generali di buona e corretta amministrazione”. E’ del tutto “assente una qualsivoglia attività di comparazione e raffronto tra le varie candidature e tra i requisiti richiesti dallo Statuto”. “E’ evidente che la candidatura del sig. Lio è addirittura incompatibile con il ruolo e, comunque, comparativamente del tutto inadeguata”.

Sulle contestazioni di Fortunato dovrà esprimersi a breve il Tar. Il quale non dovrebbe incontrare eccessive difficoltà a riscontrare tutte le inadeguatezze della candidatura, e la stessa anomalia della procedura regionale. Neanche difesa oltre misura dal presidente della Giunta Roberto Maroni, che ai microfoni delle Iene ha fatto finto di non saperne niente. “Un problema del Consiglio…”.

Se la Lombardia piange la Campania non ride. E volano le carte bollate.

Il Consiglio di Stato, infatti, dovrà pronunciarsi in due differenti sentenze, con udienze previste per il 15 giugno e il 6 luglio, sempre su ricorsi di Fortunato, il “Moralizzatore” in questa giungla politico-amministrativa.

Ecco i fatti. Dopo una querelle durata un paio d’anni, a botte di ricorsi al Tar e controricorsi, a novembre 2016 il Consiglio di Stato ha messo un punto finale al caso Campania, bocciando definitivamente la candidatura del forzista Raffaele Bianco, che pure si era insediato e poi re-insediato. A questo punto il Consiglio ordina la comparazione dei curricula di Bianco e Fortunato. Ma la Giunta nicchia e a fine 2016, quatta quatta, dà il via ad un nuovo avviso di gara, come se niente fosse.

Vengono presentate 65 domande, con annessi 65 curricula. Ma che succede? Anche stavolta tutti dentro, un’infornata generale, senza rispettare il criterio di legge della comparazione. Ed è così che palazzo Santa Lucia ha messo all’ordine del giorno la nomina del prossimo difensore civico.

Ma il 24 maggio si è tenuta un’udienza del Consiglio di Stato, alla quale si sono presentati sia Giuseppe Fortunato e i suoi legali che la Regione con i suoi patrocinanti. Il presidente del Collegio è stato chiaro: la Regione ottemperi e proceda alla comparazione, quindi nomini. Una vera e propria messa in mora. I legali dell’ente governato da Vincenzo De Luca hanno dato il loro ok.

Ma con l’inganno. Infatti, il consiglio regionale è già pronto a votare uno tra i 65 concorrenti. Alla faccia della legge.

Osserva un tecnico: “Al Consiglio di Stato è comunque previsto un doppio giudizio. Uno di ottemperanza, che si discute il 15 giugno, per verificare cioè che la Regione ottemperi a quanto stabilito. E uno di legittimità, più nel merito di legge. Ma non si può scappare: se anche in Regione cercano la fuga con un voto, quel voto non avrà poi alcun valore, perchè effettuato non rispettando quanto deciso dal Consiglio di Stato”.

Alla faccia della Semplificazione per la quale è stato creato un ministero addirittura ad hoc…

 

Nella foto i governatori De Luca e Maroni

 

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