Ladri? “Io sparo”

Importiamo senza discrimini il peggio di un mondo segnato sempre più da egoismo, violenza immotivata, atti da “giustizieri della notte”, inviti a farci giustizia al di fuori dei tribunali e della tutela delle forze dell’ordine. Il caso dell’uomo che ha progettato con lucida determinazione l’omicidio del giovane che ha ucciso la moglie, investendola con l’auto, è solo uno degli episodi in crescendo di vendette “occhio per occhio, dente per dente”. Altri eventi simili, non immediatamente sovrapponibili, raccontano di ladri e rapinatori uccisi dalle vittime. La quota giustizialista dell’umanità esasperata dalle violazione della propria sicurezza, plaude a chi risponde a furti e rapine con le armi. Intere comunità si schierano con i giustizieri e la magistratura sembra indotta ad assolverli motivando le sentenze con il riconoscimento del diritto alla difesa, anche se l’uccisione di ladri e rapinatori non mette un pericolo la vita. Per fortuna siamo ancora lontani dall’assurdo che consente a tutti gli americani di entrare in un negozio di armi per portarsi a casa pistole, fucili e altri strumenti di morte e nessuna meraviglia se con frequenza impressionante gli Stati Uniti sono teatro di stragi nelle scuole, nelle strade, in luoghi di aggregazione pubblica. Tutto nasce dai vertici di quel Paese che non osa contrastare il business dei produttori di armi e in qualche modo si schiera con la giustizia del fai da te. In Italia, finora le inchieste della magistratura e degli organi di polizia sui casi di negozianti, ristoratori e abitanti di case e ville che hanno ucciso intrusi malintenzionati, non hanno chiarito se si è trattato di legittima difesa o di giustizia sommaria, immotivata e questa importante lacuna può indurre altri a contrastare furti e rapine a colpi di pistola. Pessimismo? I media riportano allucinanti affermazioni dell’attrice Maria Grazia Cucinotta: “Se entra un ladro dentro casa mia sparo. Certo. Scusate, magari entra armato. E perché io non dovrei sparare. Anche se sono contro la violenza e non ho mai avuto un’arma in vita mia. Io li capisco quelli che sparano, perché uno deve entrare in casa mia? Se uno si trova dentro casa, ha dei figli e sente qualcuno entrare dentro e può mettere le mani addosso a tuo figlio, a tua figlia e a tua moglie… ma perché”. La signora in questione dimentica di essere personaggio pubblico, sottovaluta la ricaduta di quanto dice sulle persone che le riconoscono credibilità e offre alibi a chi intende adottare l’invito a sparare, prima ancora di sapere se i malviventi mettono in pericolo la vita.


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