Aree verdi per la sgambatura, vengono definite in gergo tecnico. Quegli spazi per far divertire, camminare, correre o sgranchire i nostri amici a quattro zampe. Solo che a Napoli sono un miraggio, come la Voce ha documentato in una recente inchiesta. Ci hanno scritto in parecchi, meravigliandosi dei ‘miracoli’ di parecchie altre città e della totale assenza in una città dell’accoglienza come Napoli, secondo il liet motiv del suo primo cittadino, Luigi de Magistris.
Cè il bosco di Capodimonte, osservano in parecchi. Ogni tanto si vede un cane. “Lo porto al giunzaglio – dice una ragazza – poi lo libero ma sto attenta che non succede niente e me lo chiamo sempre vicino. Ma mi chiedo: possibile che non venga in mente a nessuno di facilitarci la vita? Cosa ci vuole a creare un’area dove si può stare senza patemi d’animo, come succede a Milano o Firenze, ma anche in altre città meno civili?”.
Un grande polmone verde, quello noto per il Museo. Ben poco valorizzato e fino ad oggi impraticabile per cani di ogni taglia, a meno che non vengano marcati ad uomo, iper vigilati, portati in braccio o in uno zaino, se di piccola taglia.
C’è un altro polmone al Vomero, quasi sempre però chiuso anche per i cosidetti umani, la Floridiana. “Ci sono problemi di guardiania – dicono alla municipalità vomerese – spesso lavori che impediscono l’accesso oppure cadute di alberi dopo un temporale. Per cui l’accesso è a periodi alterni, e spesso per settimane e settimane è chiusa. Per i cani neanche a parlarne, proibito l’accesso, si dice perchè ci sono parecchi gatti randagi. Creare uno spazio? Non sarebbe difficile, ma ci vuole qualcuno che lo decide”.
C’è chi parla di una piccola area verde scendendo da Rione Alto verso il Vomero, lungo via Iannelli, la strada che conduce alla zona ospedaliera. Osserva un commerciante: “Ne ho sentito parlare ma non ne vedo traccia, a meno che non si tratti di due metri per due in una parvenza di giardinetto: ma non ci ho mai visto un cane. Lungo via Iannelli c’è un lungo costone verde, ma è fino ad oggi franoso, e nessuno si interessa della manutenzione. C’è un lungo filare di vigna e niente più”.
Interviene un altro negoziante: “e pensare che abbiamo il grande parco dei Camaldoli a poca distanza ma è spesso chiuso, la manutenzione praticamente non esiste, ci sono problemi di guardiania, un mio amico ci va con il cane, fanno a piedi dieci minuti quando è aperto ma poi se ne tornano anche perchè non esiste un posto dove sedersi, non ci sono panchine, non c’è l’ombra di una fontana. Insomma, del verde buttato lì senza una prospettiva. Cosa ci vorrebbe a crearci dentro un’area per far divertire un po’ i nostri cani? Ma qui da noi tutto è impossibile”.
Scediamo a livello mare. C’è l’immensa area della Mostra d’Oltremare da sempre poco e/o male utilizzata, per umani e diversamente umani. Progetti da anni nei cassetti (per fortuna a tenerne viva la memoria c’è uno dei maggiori urbanisti, Gerardo Mazziotti), sporadici tentativi di combinare qualcosa, ma tranne qualche fiera strapaesana il niente. Mentre si hanno più notizie degli amministratori pubblici passati alle cronache giudiziarie. “E’ tale la vastità degli spazi – raccontano alla municipalità di Fuorigrotta – che per creare due aree, una per cani di piccole dimensioni e l’altra per cani di dimensioni medio-grandi, non ci vorrebe niente. Ma siamo alle solite: non esiste alcuna volontà politica in tal senso, perchè i cani non votano e i proprietari votano qui a Napoli sempre con la stessa capa…”.
Tra bellezze naturali scempiate, male utilizzate o non adeguatamente fruite, finiamo un giro che più desolante non si può in riva al mare, lungo via Caracciolo, a poche decine di metri dal mitico Castel dell’Ovo. Eccoci alla Villa Comunale, esempio che più plastico non si può di quello che Napoli potrebbe essere e non è. Ne rammentava la storia, giorni fa sul Corriere del Mezzogiorno, Marta Herling. Un pugno allo stomaco: una fascia di paradiso che corre lungo il mare vandalizzata, lavori iniziati e mai compiuti, il Circolo della Stampa ormai ruderi e muraglie tra sterpi ed escrementi. La sera traffici di droga. Chi si avvicina è perduto. Nel cuore delle città. “E pensa mai – osserva un abitante marziano della zona – che possa saltare in mente a un politico di rimettere in sesto le cose dopo anni di abbandono, di rendere fruibile per cani e padroni, anche con pochi spiccioli, quell’area? Cose normali in una città normale. Ma qui siamo ai confini della realtà…”.
Nella foto l’edificio vandalizzato dell’ex Circolo della stampa in Villa Comunale a Napoli
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