NAPOLI / VITE DA CANI

Aree verdi per far correre e giocare i cani. Milano al top della classifica nazionale, per numero e qualità delle aree. Ottime performance a Firenze e Torino. Maluccio la rossa Bologna, ma molto peggio Roma che alla faccia delle sue dimensioni può contare sugli stessi spazi, sei, del rosso – un tempo – capoluogo felsineo. Un deserto al Sud, dove fa impressione il dato di Napoli, zero: e pensare che al governo c’è lo zapatista vesuviano, il Che de noantri Luigi de Magistris.

Ma procediamo con ordine e vediamo, in rapida carrellata, i dati.

 

MILANO, UN’AREA DEDICATA PER OGNI GIORNO DELL’ANNO

L'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia. nel montaggio di apertura i giardini del Molosiglio e il sindaco Luigi de Magistris

L’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia. nel montaggio di apertura i giardini del Molosiglio e il sindaco Luigi de Magistris

Ecco un report d’agenzia di fine agosto su Milano. “Le prime riqualificazioni, già decise dalla giunta guidata da Giuliano Pisapia, partiranno entro fine 2016. Nel giardino Mendel, vicino viale Zara, e nel parco in memoria delle vittime italiane nei Gulag, in viale Forze Armate. Nuove aree, invece, arriveranno in via Pitteri e al parco Teramo. Ma la nuova programmazione sulle aree cani del Comune andrà oltre la risistemazione delle 352 aree esistenti: si baserà, invece, su una standardizzazione degli spazi dedicati ai cani – oggi ce ne sono di molto diversi – e sulla realizzazione di due tipi di aree cani”.

Un’area per ogni giorno dell’anno. Ma ecco qualche dettaglio in più: “spazi medio-piccoli nei nuovi quartieri e nei giardini già esistenti dove non c’è un’area cani: questo per garantire a chiunque di avere, a pochi metri da casa, un posto dove portare il proprio cane e lasciarlo libero, visto che nei parchi normali, aperti, è vietato e può costare una multa. Ma, individuando i parchi più grandi dei nove Municipi di Milano, si realizzeranno anche delle aree molto più grandi e attrezzate. Portando ovunque i percorsi di agility come quello aperto, dal 2013, al parco Lambro, dove l’area è da mille metri quadrati: ostacoli vari (muri, passerelle, palizzate, tunnel, ruote, disposti in modo da formare percorsi con vari gradi di difficoltà) per far muovere e correre i cani molto di più di quanto possano fare entro i recinti, spesso piccoli, delle normali aree cani. La giunta Pisapia aveva stanziato 900 mila euro per una cinquantina di interventi sul verde, anche quelli su alcune aree che potranno essere un test per capire le esigenze di ogni zona”.

Il sindaco di Torino Chiara Appendino

Il sindaco di Torino Chiara Appendino

Se Milano corre Torino non sta a guardare, e anche la giunta guidata da Piero Fassino ha operato nel senso giusto (e su questa linea procede la 5 Stelle Chiara Appendino). 54 le aree verdi per cani all’ombra della Mole, per la bellezza di 90 mila metri quadrati come superficie totale. “Sparse in ogni quartiere della città – come fanno notare al Comune – sia nei giardini storici come la Tesoreria, sia nei parchi più grandi come la Pellerina o il Ruffini”. Cinque i fiori all’occhiello della città: Parco Carrara, appunto alla Pellerina, quasi 13 mila metri quadrati; Parco Colletta, una superficie pari alla metà suddivisa a sua volta in due aree, una per i cani di grossa taglia, l’altra per quelli di taglia più piccola; Parco Ruffini, a ridosso di Corso Brunelleschi, 4.500 metri suddivisi anche stavolta per le due tipologie; Parco Cavalieri di via Vittorio Veneto, 3.600 metri divisi per tre (grossa, media e piccola taglia); Parco Vallette, 3 mila e 330 metri quadrati.

Di gran carriera anche a Firenze, dove il Comune gestisce ben 250 aree “distribuite su tutto il territorio – fanno sapere a palazzo Vecchio – dove è possibile che i nostri cani possano scorazzare liberamente, senza guinzagli né museruole”. La palma della migliore – secondo gli addetti ai lavori – va al Parco dell’Anconella in via di Villamagna, nel quartiere di Gavinana: spaziosa e ben curata. Poi la stupenda area Pettini-Burresi, alle Cure. Il giardino recintato – spiegano – è nella parte alta del grande parco, attrezzato per tutta la famiglia, con giochi per i bambini e zona pic nic. Per unire la passeggiata in compagnia dei vostri cani a momenti di puro godimento per la bellezza di Firenze, poi, viene consigliata l’area cani del giardino dell’Orticoltura: ingresso in via Bolognese, dal quale si accede al Giardino del Drago e poi allo spazio dedicato. Non è finita, perchè tra le eccellenze c’è anche l’area di via Pisacane nella parte nord di Firenze; e poi quella all’interno dei Giardini del Lippi in via Pietro Fanfani, piccola ma molto ben tenuta.

L'area dedicata agli amici a quattro zampe nei giardini della Pellerina, a Torino, così come la si può trovare sul sito web del Comune

L’area dedicata agli amici a quattro zampe nei giardini della Pellerina, a Torino, così come la si può trovare sul sito web del Comune

“Appena” sei le aree per cani nella dotta Bologna. Eccole. Quartiere Saragozza, area di via Sacco e Vanzetti; quartiere Santo Stefano, Giardini Luccarini; quartiere Porto, giardino decorato al valor civile in via Ugo Lenzi; quartiere San Donato, Giardino del Casalone, via San Donato; quartiere Reno, Parco della Scuola Dozza, via De Carolis.

Ma ecco, calati al centro sud, le dolenti note.

Una capitale nonché una metropoli come Roma può contare su appena sei aree collocate nella IV, V, VI, IX, XIV e XV municipalità. Per la precisione si tratta di aree dalle dimensioni a volte ignote, e cioè nemmeno indicate dagli stessi municipi; ma in prevalenza medio-piccole. A quanto pare ve ne sarebbe una all’interno del Parco Placidia-Ottoboni, un’altra nel Parco Filippo Teolo, una ancora nel Parco delle Rupicole, e poi nel Parco di Monte Ciocci. Ma fate attenzione: per tutte le aree nelle indicazioni municipali c’è un avviso, area in “manutenzione temporanea”. Boh.

Notte profonda al Sud. A Bari il sindaco Michele Emiliano, prima di dedicarsi ai destini della Regione, pensò di allestirne una. Si tratta – così descrissero le cronache cittadine – della “prima area di sguinzagliamento per cani, pubblica, autogestita da cinofili, tra via Matarrese e via Regi, a Poggiofranco”. Ma ora Emiliano pensa in grande: non solo aree cani e cozze pelose, ma anche la premiership all’interno del partito. Nonostante i sondaggi non siano poi troppo generosi, poco più del 2 per cento.

Molto meglio in provincia. A Poggiofranco sono già alla terza area attrezzata, ultima in ordine di tempo quella allestita dal municipio II per quasi mille metri quadrati. “Abbiamo mantenuto un impegno del nostro programma – afferma il presidente della municipalità, Andrea Dammacco – realizzando un’area attrezzata, dopo quelle di via Redi e di via Tridente. Siamo soddisfatti perchè si tratta di una risposta concreta nei confronti dei cittadini e dei nostri amici a quattro zampe che potranno utilizzare un altro spazio recuperato”.

 

UN DESERTO CHIAMATO NAPOLI

Anno zero a Napoli. Zero aree, zero livello di civiltà, come testimonia in modo clamoroso in questi giorni la volontà di Luigi de Magistris, er Che, di assegnare buona parte del complesso La Gloriette, struttura concessa dal Comune per le attività di giovani disabili, ad un’iniziativa agricola sponsorizzata dalle Agende Rosse di Paolo Borsellino, movimento vicino ai centri sociali, grandi elettori del sindaco.

Ammette il responsabile veterinario dell’Asl numero 1, la maggiore del Mezzogiorno (per via della presenza del più grande nosocomio al Sud, il Cardarelli), Enzo Caputo. “Siamo indietro. In teoria è prevista un’area cani per ogni 249 mila abitanti, per cui essendo Napoli una città con 1 milione di abitanti ne sono previste 4”. Fantasma.

Prosegue il responsabile dell’apposito ufficio sanitario pubblico, il Criuv: “siamo eccellenti in tutto, a Napoli, per la tutela degli animali siamo all’avanguardia. Ma su questo tasto non va ancora bene”. Ancora. Continua Caputo: “Il problema vero è la gestione. Una volta che troviamo l’area a chi la affidiamo?”. Mumble mumble.

Ma ci sono spazi, adesso? “Per la verità non lo so bene”. Acciderba. “Comunque – aggiunge – è bene dare un’occhiata al settimo rapporto di Legambiente e scorrere la parte dedicata al rapporto tra città e animali. E’ interessante”.

Se è interessante scorriamolo. Tre fitte pagine e altrettante di tabelle per lo più incomprensibili, o quanto meno di difficile lettura e decodificazione. Ma eccoci al cuore del problema, la questione “spazi aperti dedicati agli animali d’affezione”, al quale vengono dedicati 8 righi otto.

Eccoli: “E chi possiede cani e vive in città quante opportunità ha di avere spazi aperti dedicati dove quotidianamente giocare e rilassarsi insieme al proprio amico?”. Ciò premesso e interrogato, eccoci al clou: “Il 52 per cento dei Comuni ha dichiarato di avere spazi dedicati agli animali d’affezione. In media, nei Comuni capoluogo, è presente uno spazio dedicato ogni 28.837 cittadini, valore che diventa di uno ogni 42.583 cittadini nelle grandi città, di uno ogni 27.308 cittadini nelle città media e di uno spazio ogni 26.167 nelle piccole città”. Già i primi numeri che fanno a pugni: secondo il dottor Caputi la cifra partenopea (peraltro mai neanche lontanamente sfiorata) è di 1 spazio ogni 249 mila abitanti. Boh.

Forse nel frattempo le cifre sono lievitatate – in peggio per gli amici a quattro zampe – visto che il rapporto di Legambiente è datato febbraio 2014, quindi è stato redatto 3 anni abbondanti fa?

Ma ecco come chiudono le magnifiche otto (righe): “I dati di dettaglio mostrano una realtà assai differenziata (come la monnezza, ndr): nelle grandi città da uno spazio ogni 97.819 cittadini di Catania ad uno ogni 12.376 di Firenze, nelle medie città uno spazio ogni 123.850 cittadini di Siracusa ad uno ogni 4.523 cittadini di Bolzano; o, infine, nelle piccole città da uno spazio ogni 68.297 di Potenza ad uno ogni 3.636 di Siena”. Finito.

A proposito delle aree dedicate di cui il direttore Asl di Napoli – stipendio da svariate migliaia di euro al mese – non sa bene l’esistenza, cerchiamo di scovarle.

Degrado ai giardini del Molosiglio

Degrado ai giardini del Molosiglio

Si racconta di uno spazio al Molosiglio, nella zona portuale di Napoli, a un passo da piazza Municipio. C’è da sempre un piccolo appezzamento verde, di fronte al circolo Canottieri Napoli, uno dei più chic della città. “Ecco, lì c’è un’area per cani”, dicono a palazzo San Giacomo. In uno slalom tra sacchetti a perdere e sanpietrini divelti tra cui spezzarsi una gamba o morire soffocati, eccoci al Molosiglio. Ci sono 2 giostre due per bimbi: però fantasma. Una sede Asl sgarrupata. 4 panchine quattro, 3 barboni tre accucciolati su qualche metro di verde, un parcheggiatore lì da trent’anni. Di cani neanche l’ombra. Dice una chioscara, un tavolino e quattro bibite, a un passo dal pontile che porta agli yacht dei circoli: “ne ho sentito parlare una volta, me lo ha detto un cliente, ci voleva portare il cane ma se ne è tornato a casa. Poi mi sono informata, doveva essere di tre metri per tre, una gabbia, ma poi non lo hanno fatto”. E un cliente: “I cani non votano”.

Passiamo al Vomero. Racconta un negoziante. “Alla Floridiana c’è tanto spazio, non ci vorrebbe niente, ma non hanno mai fatto un tubo. Cosa ci vorrebbe a fare uno spazio per i cani? Dicono che ci sono molti gatti randagi e quindi sarebbe un casino…”.

Via Ruoppolo, i mitici giardinetti a un passo da piazza degli Artisti: non più di trecento metri quadrati, tre ambulanti, due panchine: non si sente un abbaiare neanche a pagarlo. “Dovevano fare uno spazio – dice un altro negoziante – ma le signore dice che non volevano sentire odori…”.

Del resto il Vomero è il regno di ‘O sindaco.


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