Può saltare di gioia, l’ex mega direttore galattico dell’Asl 1 di Napoli, la più grande del Sud, ed ex potente assessore regionale alla Sanità, prima demitiano e poi bassoliniano, Angelo Montemarano. Condannato in primo grado dalla Corte dei Conti partenopea a risarcire le casse dell’erario con 10 milioni di euro, grazie alla sentenza definitiva si è visto ridurre la sanzione ad appena 1 milione di euro, il 10 per cento di quanto inizialmente preteso. Perchè? La gran massa delle multe si sono nel frattempo prescritte. Un vero prodigio.
Ringrazia San Gennaro, l’ultradecennale ras della sanità made in Campania, saccheggiata tra sperperi d’ogni risma, inefficienze croniche e mai sanate, clientelismi e affarismi della più varia foggia. Tra i primi, clamorosi quelli relativi a fatture e prestazioni pagate due volte. Racconta un funzionario dell’Asl: “una qualsiasi impresa, si sa, quando deve essere pagata dal pubblico ci butta il sangue, sei pagato se va bene dopo un paio d’anni, questi sono i ritmi della Campania. Allora, invece, succedeva in alcuni casi il miracolo: pagamenti effettuati due volte, quindi il doppio. E’ anche così che si è creata una voragine nei conti, almeno 30 milioni di euro sul fronte degli sperperi nell’arco di dieci anni, dal 2000 in poi”.
E chi ha cercato di risanare? Tagliato. “La logica era quella degli sperperi per gli amici e i clienti – continua – così come quella di far andare sempre peggio il pubblico a favore del privato, oppure gli sperperi eccellenti, come le due divisioni del Cardarelli per i trapianti di fegato, due staff, due vertici, due gestioni andate avanti una vita. Chi toccava quei fili veniva fulminato”.
Praticamente nessuno – tanto meno i sindacati – hanno cercato di sfidare ‘O Sistema. Quelle mosche bianche che hanno tentato di fare qualcosa, naturalmente, sono state espulse. Come è capitato – storia ai confini della realtà – con il primario di psichiatria al Gesù e Maria di Napoli, Domenico Forziati, che voleva razionalizzare il suo servizio, stabilendo precisi turni in grado di assicurare, al tempo stesso, efficienza dei servizi e contenimento delle spese. Fu proprio Montemarano con i vertici gestionali e amministrativi dell’Asl a deciderne il licenziamento, caso più unico che raro alle latitudini del nostro sistema sanitario. Dopo una lunga querelle giudiziaria Forziati ha vinto, ha ottenuto il reintegro, ma nauseato da quel Sistema ha preferito togliere il disturbo.
Ora arriva la condanna definitiva per Montemarano, 1 milione che comunque dovrà restituire allo Stato. La passa liscia Mario Tursi, che per quelle fatture bis è stato condannato in primo grado a 750 mila euro, gentilmente prescritti. Stessa grazia per l’ex direttore amministrativo, Pasquale Corcione, che doveva sborsare la bellezza di 2 milioni 400 mila euro, finiti il gloria. Recordman, comunque, un altro ex direttore, Giovanni Di Ninno: bye bye ai 4 milioni di euro stabiliti dal primo grado e adesso sepolti sotto la miracolosa prescrizione…
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