FABIO MINI, GENERALE / NATO E UE VERSO LA GUERRA. IN 5 ANNI

Mondo in fibrillazione, borse nel caos, dazi che vanno, vengono e rimbalzano come in una drammatica play station.

Dalla sempre più eruttiva mente trumpiana ora esce la moratoria di 90 giorni per tutti i paesi, dove le tariffe restano quelle precedenti al 10 per cento.

Guerra totale solo alla Cina, che riceve una randellata da + 115 per cento. Il guanto di sfida finale contro Pechino, o poco ci manca.

Europa, quindi, genuflessa, a pronta a trattare: ma non si sa come. In quanto Europa, UE, una realtà totalmente inesistente, metafisica, eppure pronta alla guerra, con il REARM EU appena imbracciato dalla presidente dellaCommissione UE, la nazi Ursula von der Leyen; oppure in ordine sparso, paese per paese (“e mi leccheranno uno ad uno il culo”, colorisce Donald Trump”), a cominciare da Giorgia Meloni che si è già prenotata per prima, con la ‘strategica’ visita alla Casa Bianca in clima prepasquale, il 17 aprile…

Vedremo a brevissimo la sorpresa racchiusa nell‘Uovo a stelle e strisce.

Il libro di Fabio Mini (che vediamo nella foto in alto)

Intanto, a suonare l’allarme provvede una delle menti più lucide sul fronte delle analisi, come ora si suol dire, geopolitiche. Si tratta del generale in pensione, ma molto attivo sul campo per decenni (comandò oltre 30 anni fa le truppe NATO nel Kossovo) Fabio Mini, non proprio un bolscevico. Che ha appena firmato un libro che consigliamo a tutti (esce il 18 aprile) per districarsi meglio negli attuali meandri della politica internazionale, ormai ridotta a mero strumento dei war makers, vale a dire non solo dell’industria militare ma anche delle menti dei Super Apparati delle Nomenklature, acquartierate a Washington oppure a Bruxelles.

Si tratta di “La Nato in guerra – Dal patto di difesa alla frenesia bellica”, edizioni Dedalo e, soprattutto, con la prefazione di una delle poche menti lucide rimaste sul campo, Luciano Canfora.

Ecco come la sinossi sintetizza il contenuto del volume: “Come si è arrivati a questo punto. Se la NATO è in guerra lo si deve alla sua sistematica e irrazionale violazione delle proprie regole e dello stesso Trattato costitutivo. Per quasi mezzo secolo la Nato ha rispettato i limiti geografici e operativi stabiliti, anche se seguiva e sosteneva le posizioni statunitensi nel mondo. Con la fine dell‘  Unione Sovietica, poi, la Nato ha cominciato a giocare con le parole del Trattato, poi a modificarlo e infine a tradirlo. Ora la Nato non ha limiti territoriali e neanche un solo Nemico. Ne ha molti, scelti con cura rispettando le priorità americane. E così ogni Stato membro deve vedersela con Russia, Cina, lran, Corea del Nord, India, Brics, terroristi, scafisti, organizzazioni umanitarie e perfino pacifisti. L‘autore svela il metodo, i pretesti e i trucchi che hanno portato la Nato alla frenesia bellica e l‘Europa alla autodistruzione: nell’auspicio che si torni a ragionare”.

Il generale Mini, poche ore fa, ha rilasciato una lunga, illuminante intervista alla trasmissione Uno, Nessuno, 200Milandi Radio 24.

A seguire vi proponiamo i passaggi salienti.

In questo riarmo europeo c‘è una frenesia bellica, una fibrillazione mentale e intellettuale. Ed è una frenesia nei leader politici e soprattutto nei tecnocrati, cioè coloro che svolgono determinate funzioni assegnate sia nelle UE che nella NATO e che non hanno responsabilità diverse da quelle dei governi nazionali”.

E spiega, in modo minuzioso: “La Nato è un’organizzazione che deve mettere in atto il Trattato Atlantico. E infatti nell’acronimo di Nato la O sta proprio per Organizzazione. Il tipo di rapporto tra noi che ci chiamiamo alleati non è contemplato nel Trattato: che infatti non dice che siamo alleati, ma solo partecipi di un Trattato, esattamente come avviene per un trattato sulle mine oppure proprio sui dazi: ma non siamo alleati”.

A proposito del famoso articolo del Trattato che vincolerebbe gli Stati membri alla difesa collettiva (“Le parti convengono che un atto armato contro uno o più di loro in Europa e Nord America sarà considerato un attacco contro tutti loro”), così commenta Mini: “Questo articolo è stato modificato nel tempo, perché per nove decimi il Trattato ha una natura politica e diplomatica, con il fine di prevenire i conflitti. E invece la Nato ha preso dal testo solo la parte dell‘intervento militare. Quindi, quello che negli ultimi anni abbiamo visto, è stata la assoluta ignoranza del fatto politico e invece la totale preminenza del fatto militare”.

Manovre militari sul confine ucraino

Sulla vera origine del conflitto in Ucraina, ossia la ultradecennale espansione della Nato ad Est, così afferma il generale: “Tutto comincia con la caduta del Muro di Berlino e l‘adesione di quei paesi è avvenuta attraverso una ricerca di consenso da parte della Nato. Il programma dell’Alleanza Atlantica si chiamava Partnership for Peace, con cui si estendeva anche alla Russia la partecipazione a determinate attività. Successivamente da quel programma sono stati estratti i paesi che più interessavano la Nato per mettere di nuovo un muro contro la Russia: prima la Polonia, poi l’Ungheria e successivamente i paesi baltici sono stati ammessi proprio in funzione antirussa. Questi paesi, ovviamente per motivi molto comprensibili, si volevano staccare dalla Russia, anche se erano neutrali. Ma, oltre a staccarsi, intendevano collocarsi con chi voleva uno scontro con la Russia. Un passaggio attentamente pianificato”.

Prosegue la diagnosi del generale Mini: “Il punto è che la guerra in Ucraina può aumentare di dimensioni, perché con tutte le azioni che stiamo facendo, nei fatti contribuiamo ad un sistema che prepara la guerra entro 5 anni. La creazione di questo sistema in sé è una minaccia. Non solo per la Russia, ma anche per noi”.

Cosa dovrebbe fare l‘Europa, oggi. Dovrebbe dialogare, mettersi seriamente a un tavolo e fare quello che lo stesso Trump cerca di fare, seppure in modo particolarmente dilettantistico: sedersi a un tavolo e sviluppare il discorso dell’unica cosa importante, la sicurezza in Europa. Stabilire cioè la architettura per la quale i paesi europei dovrebbero garantire la propria sicurezza. Tutti, compresi la Russia e la Bielorussia”.

E ribadisce: “Con Putin va trovata un via. Ma una via seria, finalizzata proprio all’architettura della sicurezza europea: non è che si può trattare solo sulle terre rare…”.

Ecco, infine, un paio di dichiarazioni rilasciate da Mini negli ultimi mesi.

I valori fondanti dell’Unione Europea sono stati traditi e adesso abbiamo un’Europa che non li interpreta o li interpreta solo a chiacchiere. La UE ha ceduto la responsabilità politica della sua sicurezza alla Nato e questo ha profondamente deviato i suoi valori fondanti, per intendere la sicurezza solo in linea militare”.

La Nato ha, di fatto, creato insicurezza, partecipando a tutti i conflitti degli Stati Uniti, compreso quello in Ucraina. Oggi che gli stessi Usa cambiano idea sull’Ucraina, la Nato è di nuovo in crisi e grazie ai suoi membri del nord Europa tenta di suicidarsi in versione europea, ma comunque sempre contro la Russia”.


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