C’era una volta K., il protagonista del più grande romanzo della letteratura europea, ‘Il Processo’ firmato da Franz Kafka. Una storia metafisica sulla ‘Giustizia’ che prende un bel giorno la tua vita senza alcun motivo e poi scivoli in un tunnel quotidiano dell’assurdo.
Ma una storia che tante, troppe volte si fa cruda realtà nelle aule di giustizia (sic) di casa nostra.
E sembra proprio partorito dalla penna del mitico praghese ‘Il Caso Enrico Gianini’, un bel giorno – per la precisione il 25 febbraio scorso – prelevato dalla sua abitazione e portato nella ‘Residenza per l’Esecuzione di Misure di Sicurezza’ di Castiglion delle Stiviere, in provincia di Mantova. Così infatti si chiamano oggi, REMS per i fans, gli ex manicomi giudiziari, aboliti con la rivoluzionaria Legge Basaglia del 1978 (la 180), poi rimasti in vita per alcuni anni: senza che peraltro siano mai state adottate misure – ben previste dalla legge – per la realizzazione di strutture e residenze alternative (e non para-manicomiali) sul territorio. Un grosso problema, quindi, mai risolto per insipienza e menefreghismo della classe politica, a tutto vantaggio delle cliniche private, su cui spesso i familiari scaricano il problema (ma attenzione, solo se hanno i soldi!) perché totalmente lasciati soli e abbandonati.
ll ‘Giallo Gianini’, per molti versi, va oltre. Perché si tratta di una misura da autentico gulag staliniano, da ‘purga’ vera e propria: eppure attuata in un paese, come il nostro, tanto libero e democratico, tanto fiero nella sua condanna del ‘regime’ putiniano.
Eppure, secondo non poche versioni, Gianini è stato ‘sbattuto’ nella Rems mantovana per il semplice fatto che osava esprimere il suo parere, e il suo dissenso, sui temi della ‘geoingegneria’, ossia su quella serie di ‘tecniche’ (per usare un eufemismo) che vengono adottate spesso e volentieri dalla politica, dalla ‘scienza’ di regime e soprattutto dai militari per manipolare clima e meteo, detto in soldoni: provocando sovente effetti dirompenti, come tempeste, alluvioni e via su questo bollente fronte delle ‘calamità’ a questo punto non poi tanto naturali.
Ecco, in modo succinto, alcuni fatti.
Gianini ha lavorato, fino al 2018, all’aeroporto milanese di ‘Malpensa’, occupandosi di carico e scarico delle merci dai velivoli. Prima di lasciare il suo lavoro ha presentato un dettagliato esposto-denuncia alla Procura di Busto Arsizio. Cosa era successo? Aveva notato non poche anomalie nei liquidi che fuoriuscivano dai tubi di scarico degli aerei; ne ha prelavato un campione e lo ha fatto analizzare da un laboratorio francese. Il risultato dell’esame è stato non poco sconcertante: nel liquido risulta la presenza di sostanze che – secondo Gianini – “non servono ai reattori in volo”. Tra queste figurano bario, sodio, cromo, piombo e perfino uranio.
Ecco cosa ha detto nel corso di un convegno che si è svolto ai primi di settembre 2024 a Belluno sui temi della geoingegneria.
“Lo sanno tutti: piloti, controllori di volo, meccanici aeroportuali, di queste operazioni di geoingegneria, ma non si può dire! L’esposto contenente le analisi sulle sostanze irrorate nei cieli che ho presentato alla procura di Busto Arsizio, è stato archiviato”. Tutto ok.
Nei mesi seguenti Gianini ha preso parte a diverse altre iniziative per sensibilizzare i cittadini su un tema poco dibattuto e analizzato dai media ‘ufficiali’ – sempre più cloroformizzati e omologati – ed è stato intervistato più volte dal canale ‘Byoblu’.
Fino al 25 febbraio. Quando è stato prelevato e condotto alla Rems di Castiglion della Stiviera. Deve scontare 1 anno di reclusione, rinnovabile ogni 6 mesi. Non è certo finita qui: perché a tale periodo può far seguito 1 altro anno con limitazioni della libertà personale, firma settimanale in commissariato di polizia nonché visite psichiatriche periodiche, con possibile se non più che probabile somministrazione forzata di psicofarmaci. Visite che verranno effettuate presso il ‘Centro Psico-Sociale’ (CPS) di Busto Arsizio.
Una bella vita, insomma. A causa di geoingegneria & scie chimiche…
A questo punto vi invitiamo a leggere con attenzione il sito ‘NoGeoingegneria’, che mette in rete una serie di reportage non poco alternativi e stimolanti sul delicato tema.
E, poi, vi proponiamo due pezzi che vi possono fornire ulteriori dettagli sul caso.
Pubblicato dall’ottimo ‘Comedonchisciotte’, Il caso di Enrico Gianini: in Italia denunci cosa si nasconde dietro la geoingegneria? Ti arrestano e ti mettono in un ospedale psichiatrico giudiziario (Rems)
Quindi, da Byoblu, Il caso Enrico Gianini: una persecuzione psico-giudiziaria?
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