È opinione di politologi e analisti che le intimidazioni, le minacce, la guerra psicologica Usa-Russia, siano la coda per quanto lontana nel tempo della ‘guerra fredda’ così definita da Churchill per descrivere la fine dell’alleanza militare che ha seppellito l’ira funesta del nazismo e ha frenato catastrofici progetti di nuovi conflitti mondiali, ponendosi come deterrente per il non ricorso alle armi nucleari e alle conseguenze di questa minacciata svolta bellica. Di qui le reiterate citazioni (filmate) dello scempio disumano subìto da Hiroshima e Osaka.
Fosse in vita, Churchill sarebbe indotto disconoscere il suo “guerra fredda”, a ribattezzare in guerra bollente la follia aggressiva di nemici-amici, di Putin e Trump, che in tempi e circostanze dissimili spaventano l’umanità con la minaccia di portare a compimento i loro progetti di espansione neocolonialista con lo svuotamento dei rispettivi arsenali dove nascondono ordigni nucleari di nuova generazione. territorialmente meno devastanti. È quanto ha esternato Putin nei momenti di crisi dell’aggressione russa all’Ucraina e ora lo pronostica Trump, sostenuto dai ‘falchi del Pentagono’, con l’accendere la miccia nella polveriera nucleare (e succursali italiane). Lo conferma il documento, tra non molto ufficiale, della ‘Nuclear Posture Review’. Il truce tycoon, finanziato dai produttori di armi, finge di non sapere che il ricorso a queste testate avrebbe conseguenze terrorizzanti per miliardi di persone. La sua giustificazione: “Rispondiamo alla Russia, che viola il trattato INF del 1987 firmato da Reagan e Gorbacev per porre fine alla vicenda dei missili nucleari a raggio intermedio installati da USA e URSS sul territorio europeo.
C’è questo nel futuro dell’umanità a far paura e purtroppo molto di più. Trump sotterra lo storico credito del suo Paese culla della democrazia e per quanto ci riguarda progetta di declassare l’Europa a colonia sottomessa agli Stati Uniti. Il sovranismo aggredisce mezzo mondo con la violenza di uno tsunami, divarica senza pause lo scompenso povertà-ricchezza. I potenti del mondo antepongono l’egoismo dell’immediato al rischio che i sopravvissuti alle mutazioni si debbano affidare all’incredibile Musk l’alternativa alla Terra inabitabile. In tempi molto più ravvicinati, chissà se riusciremo a contrastare la pericolosa incognita dell’intelligenza artificiale…e molto altro. Avvilisce tutto questo, ed è solo una quota, pur se consistente, di convinto pessimismo. Delude che vi assista passivamente il political system, assorbito da trash della rissa di quanti affollano i salotti di talkshow, specchio della stabile mediocrità dei politici, di una faziosa contrapposizione tra media portavoce dei partiti.
TRAGEDIA DELL’OPERATORE UMANITARIO ALBERTO TRENTINI: detenuto in un carcere del Venezuela da 135 giorni senza un capo di accusa, probabilmente per ricattare l’Italia. Il governo, la Meloni, Tajani? Assenti, colpa probabile di mancata empatia della destra con quanti operano nel volontariato per salvare esseri umani ma anche di chi condivide ideologicamente l’importanza della solidarietà e dovrebbe rispondere all’indifferenza del governo con un presidio permanente di denuncia davanti alla sede del ministero degli esteri, e collocando la memoria quotidiana di Repubblica della detenzione di Trentini in posizione di grande visibilità, non in uno striminzito riquadrato in basso a destra della pagina numero 20, come oggi.
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