Torna periodicamente alla ribalta – con pezzi di verità che riemergono man mano come tessere di un mosaico ad oltre trent’anni dal rapimento – il giallo di Emanuela Orlandi, sparita il 27 luglio 1983 mentre una mattina si recava a danza con l’amica Mirella Gregori, altra desaparecida.
Stavolta, a far riemergere il caso dalle nebbie giudiziarie (la Procura capitolina resta il classico Porto delle Nebbie) e vaticane, c’è un’inchiesta pubblicata dal ‘Venerdì’ di Repubblica e firmata da Simona Zecchi. In soldoni, da alcune carte griffate SISMI (l’ex servizio segreto militare) e rivelate nella story, emerge che “ci sarebbe stato il pagamento di un riscatto”. In particolare, il ‘dettaglio’ è contenuto in un appunto redatto dal Sismi ad un mese dal rapimento. Da rammentare che l’ex procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, appena andato in pensione, è passato a presiedere il tribunale vaticano.
Così viene scritto nel reportage: “In queste carte si trovano tutte le informazioni che riguardano Emanuela reperite da una fonte vicina all’Arma dei Carabinieri. Al documento è allegata una informativa inedita, datata 12 agosto 1983, da cui emerge una riunione avvenuta il giorno precedente in Vaticano alla quale erano presenti: il titolare del fascicolo (giudiziario sul caso Orlandi, ndr) Domenico Sica, il capo della Squadra Omicidi Nicola Cavaliere, e il tenente comandante dei Carabinieri Domenico Cagnazzo. Insieme a loro – prosegue il pezzo del supplemento di Repubblica – al posto del Segretario di Stato Agostino Casaroli, era presente l’Arcivescovo Edoardo Martinez Somalo, suo stretto collaboratore”.
Lo stesso pezzo prosegue affermando che, in sostanza, i documenti in questione sono solo una piccola parte di un tesoro ben più grande, ossia un dossier da ben 479 pagine e sempre di provenienza Sismi: lo stesso maxi dossier di cui alcuni media denunciarono la scomparsa tre anni fa, nel 2022.
Il reportage firmato Zecchi fa poi riferimento a “notizie importantissime” su alcune vicende vaticane “a conoscenza del padre di Emanuela” che, rammentiamolo, era un funzionario della Santa Sede. E ancora: al “passaggio di Emanuela da un gruppo di rapitori ad un altro”, nonché ad un “rapporto segretissimo” elaborato all’epoca dall’ambasciatore italiano presso la Santa Sede, Claudio Chelli.
Come detto periodicamente, quasi ad ogni cambio di stagione, fanno capolino ‘news’ sul giallo di Emanuela Orlandi (e, non dimentichiamolo, di Mirella Gregori).
Uno dei più vergognosi Misteri di Stato (nostro e Vaticano) e buchi neri della storia giudiziaria ‘patria’ (sic), ormai un cimitero ridotti in macerie.
La Voce, nel corso degli ultimi trent’anni, ha scritto, pubblicato (in versione cartacea fino al 2014) e poi messo in rete numerosi articoli e inchieste sul caso: ricordiamo soprattutto, con particolare affetto, quelle firmate da Ferdinando Imposimato e Sandro Provvisionato. E altri reportage in cui veniva documentato, tra l’altro, il misterioso soggiorno di Emanuela viva e vegeta in una residenza di suore a Londra, collegata al Vaticano.
Misteri nei misteri.
E per le prossime news arrivederci a mezzo secolo suonato…
Vi rammentiamo, in particolare, una cover story del 10 gennaio 2023, “
EMANUELA ORLANDI / QUEL “DOSSIER” VATICANO SEGRETO RIVELATO DALLA VOCE NEL 2017
E il pezzo clou, appunto, messo in rete il 17 settembre 2017, “
GIALLO DI EMANUELA ORLANDI / IL VATICANO SAPEVA, ECCO LE PROVE
Ma vogliamo riproporvi, alla luce del pezzo di Simona Zecchi, un nostro reportage sulla ‘Benemerita’ dinasty dei Cagnazzo, padre e figlio, ossia Domenico e Fabio.
Il nome del primo ha fatto capolino in occasione della ‘dirty story’ sul covo di Riina e in altre opache vicende casertane; quello del secondo nel ‘Giallo Vassallo’, sul quale la Voce ha pubblicato non pochi articoli e inchieste, un altro buco nero made in Italy. Ecco quindi
DROGA & AFFARI / DAL GIALLO DI PIACENZA ALL’OMICIDIO VASSALLO, CARABINIERI SOTTO I RIFLETTORI
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.