BIBI NETANYAHU / AL RUSH FINALE IL GENOCIDIO DEGLI INGOMBRANTI PALESTINESI

Sempre più esplosiva e sempre più cruente la già tragica situazione nella martoriata Striscia di Gaza e nell’altrettanto martoriata Cisgiordania.

Le cifre parlano da sole.

Nelle ultime ore una vera escalation. 12 uccisi a Gaza in meno di 24 ore tra cui 5 bambini. Il reparto di chirurgia d’urgenza di un ospedale centrato da un missile israeliano con il solito pretesto di eliminare un capo di Hamas: come è già accaduto dozzine e dozzine di volte bombardando scuole, chiese, esercizi commerciali, case e, appunto, ospedali. In modo che più nazista non si può. In una settimana appena, ossia dalla ripresa dei raid israeliani il 18 marzo, a Gaza ci sono stati 830 morti e 1787 feriti.

In un sol giorno ammazzati due reporter, uno di ‘Al Jazeera’ e il secondo del quotidiano giapponese ‘Asahi Shinbun’. Il totale dei giornalisti eliminati dall’esercito criminale di Tel Aviv è arrivato a quota 208.

La cifra complessiva dei cittadini palestinesi ammazzati dal quel tragico 7 ottobre supera ora il tetto delle 50 mila vittime innocenti, per la precisione 50.183. Secondo le stime più ottimistiche: perché altre parlano di ‘previsioni di vita molto breve’ per 120-150 mila persone: o ferite in modo serio oppure ammalate di patologie non facili da curare, o ancora per le condizioni di vita a cui sono costretti a vivere in decine di migliaia – soprattutto bambini – senza cibo, senza acqua, senza medicine e senza un tetto. Se questo è un vivere da esseri minimamente umani…

Eppure – tranne Papa Francesco – tutte le autorità mondiali, internazionali, universali se ne strafottono. Le solite rituali parole – come quelle via ONU – che non cambiano di una virgola le cose e fanno solo il solletico al boia di Tel Aviv, Bibi Netanyahu, al suo governo nazi e al suo esercito di SS.

LA STRATEGIA DEL GENOCIDIO

Ne è palese dimostrazione il ‘rientro’ fra i ranghi del falco numero 1 dell’esecutivo nero, ossia il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, il quale era uscito in modo fragoroso un mese fa, quando venne proclamata la breve tregua (una autentica presa per il culo): appena cessata, il 18 marzo appunto, e subito ripresi i bombardamenti killer, Kapò Ben Gvir ha fatto ritorno all’ovile, più determinato che mai per portare a termine il vero progetto che Boia Bibi e la Banda al seguito ha in animo: lo sterminio di tutti i palestinesi, quel Genocidio cominciato nel 1947, quando in modo scellerato le neonate Nazioni Unite votarono per il ‘Piano di Partizione della Palestina’.

Itamar Ben Gvir. Sopra, massacri in Palestina e, in primo piano, Netanyahu

Da allora il poi è cominciato ‘il diluvio’. Che ha avuto i suoi momenti clou con la famigerata guerra dei 6 giorni negli anni ’60 e, adesso, l’altrettanto famigerato 7 ottobre.

Una ‘dirty story’ la cui verità non è stata mai rivelata.

Come mai i migliori servizi segreti al mondo e la migliore intelligence a livello internazionale, ossia ‘Mossad’ nella sua ultima edizione e ‘Shin Bet’, non ‘sapevano niente’?

Potevano mai non sapere, non essere a conoscenza del ‘piano’ ordito da Hamas?

Di tutta evidenza la risposta è NO. Quindi, nella migliore delle ipotesi, ‘hanno lasciato fare’; nell’altra, hanno organizzato con Hamas quella tragedia. Proprio per poter poi giustificare la reazione da 50 mila morti palestinesi innocenti. E quindi vedersi spianata la strada per l’ultimo, decisivo atto: il Genocidio, l’Olocausto, stavolta per i maledetti palestinesi.

LE CONNECTION FRA TEL AVIV & HAMAS

A corroborare ulteriormente questa pista – molto più che una pista – è il fatto che i Servizi israeliani si sono infiltrati in modo perfetto tra le fila di Hamas.

E, soprattutto, la circostanza che già 6 anni fa, per la precisione nel 2019, il ‘Likud’, ossia il partito di estrema destra che ha espresso Netanyahu, decise di finanziare Hamas in modo massiccio.

Sapete perché? In funzione anti ‘Autorità Palestinese’, la formazione capeggiata da Abu Mazen, scientificamente delegittimata perché voleva sul serio arrivare ad una ‘Pace’, attraverso la creazione dei 2 Stati, opzione di cui si parla da anni e anni ma rimasta sempre lettera morta.

In quest’ottica vanno lette le fresche manifestazioni, proprio di queste ore, che si stanno diffondendo a macchia d’olio nella Striscia di Gaza. La più affollata si è svolta a Khan Younis al grido di ‘Fuori Hamas’. Perché la gran parte dei palestinesi ha cominciato a capire, sulla propria pelle, il lurido ‘doppio gioco’: Hamas – con la sua strategia del terrore e degli ostaggi da oltre 1 anno e mezzo ad oggi – è funzionale in modo perfetto al progetto genocida perseguito dal governo criminale di Tel Aviv. Senza il ‘braccio’ di Hamas, il piano griffato Bibi non potrebbe mai trovare la sua operatività.

Abu Mazen

Capito come funziona il gioco al massacro sulla pelle di tutti i palestinesi, che per questo ‘devono morire’, essere eliminati dalla faccia della Terra e quelli che restano deportati nei deserti egiziani oppure sbattuti su un’isola artificiale?

Non siamo su Scherzi (tragici) a parte o in uno dei mitici horror movie ‘Ai confini della realtà’. Ma in presenza di un progetto, a base di genocidio, da anni coltivato e perseguito con determinata ferocia dall’esecutivo nazista di Tel Aviv.

Come i palestinesi si sono resi conto di che panni veste Hamas, da mesi e mesi la gran parte dei cittadini israeliani hanno capito e capiscono sempre più lo spessore criminale del premier Netanyahu: il quale vuol condurre fino in fondo, costi quel che costi, il Genocidio.

E sapete perché? Per motivi ‘personali.

Pochi rammentano, infatti, che prima del 7 ottobre Bibi era sotto processo per una serie di gravissimi reati di corruzione. Poi arrivò, miracolosamente, il 7 ottobre. Quindi tutti in guerra contro Hamas e le belve palestinesi, e perciò stop al processo. Nel momento in cui dovesse malauguratamente arrivare una tregua, peggio ancora la Pace, quel processo riprenderebbe, con un finale nefasto per il premier. Se invece Bibi sbanca, vince e seppellisce la ‘pratica’ palestinese una volta e per sempre, chi oserebbe mai toccare il nuovo Eroe d’Israele? Elementare Watson.

Le manifestazioni anti Netanyahu degli ultimi mesi e anche degli ultimi giorni a Tel Aviv, quindi, non gli fanno né caldo né freddo: e lo inducono a spingere sull’acceleratore per arrivare il più presto possibile, in perfetto stile hitleriano, alla ‘Soluzione Finale’.

Guerriglieri di Hamas

Ecco l’ultima minaccia del Capo (o meglio, Kapo’) israeliano pronunciata davanti alla sua Knesset: “I combattimenti a Gaza continuano e più Hamas persiste nel suo rifiuto di rilasciare i nostri ostaggi, più potente sarà la pressione che eserciteremo. E dico ad Hamas: questo include la conquista di territori e altre cose che non elenco qui”.

Si tratta ormai di una sessantina di ostaggi. Possibile mai che nessuno, neanche Donald Trump che in 48 ore risolve i conflitti, riesca a far liberare gli ostaggi e nello stesso momento arrivare alla tregua e contemporaneamente alla Pace? Sarebbe un gioco da ragazzi per un diplomatico di mezza tacca, eppure niente. Continuano a morire ogni giorno, sotto il criminale fuoco israeliano, centinaia e centinaia di civili palestinesi innocenti.

Ovvio, quindi, che il motivo è un altro: nessuna nazione al mondo, nessuna autorità (sic) internazionale (tantomeno le ormai palesemente inutili Nazioni Unite), nessuno proprio nessuno è in grado o ha la volontà di fermare quel Genocidio: che quindi avviene ogni giorno, sotto gli occhi di tutti, con la complicità dell’Occidente (Stati Uniti e UE) e anche del blocco dell’est, rappresentato dai BRICS, vale a dire Cina, Russia e India in pole position.

Tutti d’accordo, evidentemente, perché la ‘pratica palestinese’ venga archiviata il più presto possibile. Papa Francesco per mesi ha urlato nel deserto. Ora non ha neanche la forza per sussurrare parole di Pace: peraltro del tutto inascoltate dai ‘Capi’ che vogliono solo morti, massacri, distruzioni e maxi profitti per l’Industria delle Armi, da sempre al vertice della hit economica e finanziaria, ‘produttiva’ (sic) internazionale.

IL GIALLO BALLAL

Ciliegina sulla torta, vogliamo solo rammentare la vergogna del pestaggio, sempre in perfetto stile nazista, ai danni di uno dei 4 registi e produttori di ‘No Other Land’, il fresco premio Oscar Hamdan Ballal.

Il Premio Oscar Hamdan Ballal

La notizia è passata subito in cavalleria, ma è la prova del 9 – ce ne fosse ancora bisogno – della totale impunità di cui godono, oggi, sia le milizie assassine dell’esercito di Tel Aviv (IDF) che i coloni israeliani ormai insediati e radicati con la forza nei territori della Cisgiordania, storicamente abitati dai palestinesi e quindi sottratti a loro in modo violento.

L’episodio è accaduto nel villaggio di Susiya, nella Cisgiordania occupata. Ballal è stato selvaggiamente picchiato a sangue da un gruppetto di coloni israeliani, quindi fermato dalla polizia di Tel Aviv, portato in galera, picchiato ancora a sangue, costretto a passare la notte in gattabuia. Ecco la ‘civiltà’, la ‘democrazia’ e la ‘libertà’ quotidianamente sbandierati dagli occidentali gonfiando il petto.

Commenta uno dei co-registi, Basel Adra, che ha assistito alla scena: “ho visto un gruppetto di una ventina di coloni, alcuni mascherati e altri in uniforme israeliana. Hanno attaccato il villaggio. Quando sono arrivati i soldati hanno iniziato a lanciare pietre. Poi i soldati hanno ammanettato, bendato e prelevato Hamdan, già ridotto male”. Per il secondo trattamento.

La moglie di Ballal ha udito le urla del marito assalito dai coloni e lo ha sentito gridare “Sto morendo”.

L’orda di coloni israeliani ha anche aggredito alcuni attivisti del ‘Centro per la nonviolenza ebraica’.

Dice ancora Basel: “Siamo tornati dagli Oscar e da allora ogni giorno ci attaccano”.

Rachel Szor

Hamdan Ballal e Basel Adra sono appunto due dei quattro registi del docufilm ambientato nell’area di Masafer Yatta, i cui abitanti lottano ogni giorno contro i militari IDF che vogliono demolire le loro abitazioni. Una lotta di resistenza quotidiana. Ballal e Adra sono originari proprio di Masafer Yatta. Gli altri due registi (fanno tutti e quattro parte di una cooperativa) sono Yuval Abraham e Rachel Szor: israeliani.

Ed è proprio questo gemellaggio autentico per la Pace e di fratellanza tra i popoli, non retorico, ma nei fatti (tanto più che è arrivato all’Oscar) a far imbestialire i boia del calibro di Bibi Netanyahu: e la sua banda di assassini al seguito che dovrebbe essere tradotta non domani, ma ieri, davanti alla ‘Corte Penale Internazionale’ dell’Aja. O davanti a un qualunque tribunale penale di un paese ‘civile’. Oppure davanti ad una nuova Corte di Norimberga messa su, all’epoca, per i nazisti. Che ora occupano i palazzi di potere e di governo a Tel Aviv.

Vergogna Storica.

E tutti zitti.

 

A seguire vogliamo proporvi un paio di istruttivi pezzi pubblicati dalla Voce.

A pochi giorni da quel famigerato 7 ottobre, mettemmo in rete il 21 ottobre 2023

HAMAS / ECCO COME E’ CRESCIUTA GRAZIE A BIBI NETANYAHU & C.

E, del 1 dicembre 2023,

7 OTTOBRE / I VERTICI ISRAELIANI CONOSCEVANO DA UN ANNO I PIANI DI HAMAS E NON HANNO MOSSO UN DITO


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