ITALIA, NUMERO ‘29’

L’Italia “Paese di Pulcinella”, detto con il più sentito rispetto per la celeberrima maschera partenopea, ironica, icona di un popolo festosamente   triste, ma, ahinoi, Italia “Repubblica delle banane”, così dileggiata dalla severità di critici endogeni, dalla pungente satira da osservatori stranieri. Spinge all’approfondimento il titolo di una notizia choc pubblicata via internet da Messenger: “I 30 Paesi più accoglienti del mondo”. Clic sulla freccia a destra e parte l’elenco, corredato da due o tre righe di motivazioni sul perché il Messico sia in vetta, con il numero uno, e l’Italia sul fondo della lista, in posizione ‘29’.  Il ragionato censimento somiglia molto alla crudeltà del dito che affonda in una dolorosa ferita e obbliga a riflettere sulla faciloneria che illude l’italiano medio per palese superficialità, fino a  esaltare la ‘Grande bellezza’ del nostro Paese, paradiso virtuale di ospitalità inclusi tanti aggettivi: empatia, simpatia, cordialità, gentilezza, tolleranza, garbo, disponibilità, amicizia…

La sentenza di Messenger costringe brutalmente a tornare con i piedi saldamente a terra. L’esigenza di mettere la sordina alla delusione induce a sorvolare sul perché non si traduce in apprezzamento mondiale lo strepitoso splendore di una penisola unica per qualità e quantità di doni della natura, che detiene primati inarrivabili in ogni ganglio dello scibile, della cultura, dell’archeologia, dell’arte, della musica, di città come Roma, Napoli, Firenze, Venezia, di borghi gioiello, isole di sogno. Ricordate la gag del favoloso tandem Totò-Peppino De Filippo spaesati nella sconosciuta Milano? Chiedono lumi a un imbalsamato vigile urbano: “Scusi, per andare dove devo andare, dove devo andare?” La risposta è sprezzante, di superiorità razzista. Ancora: un siciliano in lingua italo-sicula chiede al fattorino del tram quante fermate mancano per la stazione centrale e la gelida risposta è (“mi nun te capisco, parla in italiano”). E nel terzo millennio il Nord rifiuta inquilini del sud con ingiurioso cartello: “Fittasi, esclusi i meridionali”. Ancora: un taxi abusivo preleva stranieri sbarcati dall’aereo. Chiedono di portarli in un albergo di via Partenope e ci arrivano, ma dopo che l’auto li scarrozzati a lungo, a costi indecenti. E molto altro, ad esempio la pubblicità fortemente negativa del libro di Saviano Gomorra, controproducente biglietto da visita di Napoli nel mondo.

Chi precede l’Italia?  Intanto molto Paesi ispanici, il Messico, primo, Brasile, Costa Rica, Panama, Colombia, Portogallo, Spagna, ma anche il Vietnam, la Grecia, perfino gli Emirati Arabi, anche la Cina, l’India. Motivi? “Si fanno in quattro per i visitatori” “Trattati come persone di famiglia”, “Alla mano”, “Socievolezza”, cordialità”. “Ospitalità familiare”, “Calore”, Leggendaria gentilezza”… Allora? Speriamo che una campagna di promozione per far risalire l’Italia nella graduatoria dei Paesi più accoglienti sia la priorità del prossimo ministro del turismo, che subentri in fretta alla Santanché in un governo del “fare”, antitetico al melonismo del nulla.


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