IL ‘CASO’ DELLA STUDENTESSA MODELLO

Brutta ma efficace espressione: sbuffando pensiamo “ne abbiamo le tasche piene”. Di chi? Di Giorgia, delle sue facce e faccine imbronciate, aggressive nella versione di ‘prima non inter pares’ dei vassalli Lollobrigida, Piantedosi, Valditara, o in fase giallo itterica per le sbandate della folle banderuola Salvini, gli omaggi di La Russa Benito al Benito del Ventennio, o di Giorgia stretta, non di rado abbracciata ai suoi idoli, a Trump, Orban, Musk, con sorrisi adoranti,  o di Giorgia che in mille pose, a prescindere da quanto accade nel mondo, compare in primo piano o come sfondo di Tg Mediaset e purtroppo, per motivi opposti, per criticarla, in giornali e televisioni (Repubblica, il Domani, la Stampa, La7). Non c’è espressione più pertinente di “orgia mediatica” per legittimare il “ne abbiamo le tasche piene”. Ci rifugiamo in riflessioni molto dissimili con la domanda “Chi è il ministro-ministra del Lavoro, del dicastero che dovrebbe operare febbrilmente per il lavoro che non c’è, contro il dramma dell’esodo giovanile, i salari da povertà anche di chi un lavoro ce l’ha? Vi aiuto, è Marina Calderone, messa lì dalla Meloni.

La signora in questione gode dell’interesse quasi esclusivo di Fanpage, che rivela aspetti divertenti se non fossero espressione di familismo e mancanza di etica. Ella, racconta Fanpage, ha in cornice l’attestato di laurea triennale ricevuto dall’università privata Link Campus, coinvolta in più inchieste, laurea conseguita quando la Link era Libera Università di Malta, non riconosciuta in Italia.  Ma c’è di meglio: la Calderone risulta aver sostenuto più esami nello stesso giorno e talvolta di domenica quando l’ateneo era chiuso. Dimenticavo un interessante ‘dettaglio’: del consiglio di amministrazione della Link faceva parte il marito della Calderone.

La ministra così poco esibizionista, quasi eterea, molto poco presente nelle cronache della politica, per motivi di età non ha certo figli appena partoriti a cui dedicare tempo e affetti materni, né risulta portatrice di handicap limitanti: il sospetto è che la sua discrezione nell’apparire, sia una scelta strategica, un rifugio nell’anonimato per sommergere nel silenzio la faccenda della Link Campus. Se Fanpage non praticasse con riconosciuta qualità il giornalismo d’inchiesta, ci chiederemmo con motivata apprensione perché una ministra del ‘lavoro’ non sembra intenta a ‘lavorare’. Il suo ‘caso’ alimenta comunque la certezza che talune università private ‘regalino’ la laurea, in particolare ad ambiziosi quanto spregiudicati esponenti politici.


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