Colpo in canna, il plotone d’esecuzione, di tiratori scelti con tessera di un’accozzaglia di neofascisti è pronto a eseguire fucilazioni di giornalisti, scrittori, intellettuali, artisti ostili al regime che s-governa l’Italia da tre anni. Per contrastare l’epurazione esodo dalla Rai melonizzata, di tanti che hanno scelto l’adieu al servizio pubblico, ad esempio Fazio con il suo “Che tempo che fa”. Lo ha seguito la fedelissima Littizzetto, estranea all’ipocrisia dell’equidistanza da ideologie opposte. Con la satira, Luciana per evidente convinzione dice e fa cose di sinistra. Graffia, ironizza, affonda il bisturi con maestria nel corpo infetto, ma irosamente aggressivo di incompetenti, gaffeur, destrogiri, bugiardi seriali della destra che si tiene alla larga dalla macchina della verità. La star dell’ironia colpisce con sferzate di micidiale spregiudicatezza, esattamente come avviene per la libera creatività di noti corsivisti, di autori di vignette dissacranti.
Ma chi è Littizzetto: comica, attrice, conduttrice radiofonica e televisiva, musicista (pianoforte, diploma Conservatorio), scrittrice italiana. Impossibile ckitare per quanto è intensa la sua (Teatro, 28 programmi Rai-Mediaset, sceneggiati, 26 film, 16 libri). Ma eccezione per il suo libro ‘Sola come un gambo di sedano, pubblicato dalla Mondadori . Ha venduto oltre un milione di copie. Nel 2007 riceve da Napolitano, presidente della Repubblica, il prestigioso premio De Sica, riservato alle personalità più in luce del momento nel mondo dello spettacolo e nel 2013, nel 2014, premio Regia Televisiva per il miglior personaggio femminile dell’anno. Se Luciana era malvista per tutto questo, ora è candidata a bersaglio del plotone di esecuzione in breve stand by, a un niente da sparare sulla libertà del giornalismo. Si vuole obbligare gli operatori di rivelare le fonti delle loro informazioni e non solo, anche il contenuto di archivi, inchieste, dossier.
Nella ‘letterina’ della Littizzetto (Che tempo che fa) contestata dalla destra è possibile che vi sia qualche errore di date, di episodi marginali non perfettamente raccontati, ma l’intento del ‘siparietto’ rituale di Luciana era un chiaro monito a non inviare nostri soldati a combattere in Ucraina altrove. L’obiettivo della contestazione è ben altro, è il pretesto all’insegna dell’super iperpatriottico ‘Dio, patria, famiglia’ per legittimare la sciagura dello sconsiderato colonialismo del fascismo e trasformare in grandezza momenti di defaillance militare dei soldati italiani, mandati allo sbaraglio da Mussolini. Per sua fortuna la Littizzetto ha spalle larghe e un percorso professionale solido, conquistato sul campo.
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