I magistrati sono politicamente amorfi, del tutto estranei a fatti e misfatti narrati dalla società in cui operano? Se qualcuno ci crede è malato di ingenuità, o peggio è in interessata malafede. I magistrati, delegati a garantire il rispetto della “legge uguale per tutti’ sono persone con sentimenti, convinzioni, ideali e, perché no, intima empatia politica. Dunque tutt’altro che indipendenti? Non è così, per demerito di ‘pecore nere’ che manipolano codici e conseguenti sentenze per ‘affinità elettive’ con imputati politicamente ‘consanguinei’. Per questi negazionisti della correttezza, esiste uno strumento di efficace, severa repressione interno al sistema giudiziario che scoraggia abusi, deroghe dall’imparzialità. La norma è ben altro, ovvero l’indipendenza della magistratura che gestisce indagini, processi e sentenze in totale assonanza con il rigore di procedure e l’interpretazione dei codici. Il dissenso per le linee guida del governo in tema di giustizia è generalizzato, certificato dallo sciopero ‘contro’ dei giorni scorsi. Focalizza un tema specifico della contestazione, l’intento della destra di separare le carriere di Pm e magistrati giudicanti, con l’obiettivo trasparente di assoggettare i pubblici ministeri all’esecutivo.
A PROPOSITO DI IMPARZIALITÀ il ‘caso sondaggi’. Le infinite varianti proposte dagli esperti in risposta alla ‘curiosità dei partiti sul trend del consenso inducono al sospetto che la diversità delle valutazioni rifletta solo in parte le differenti tipologie degli intervistati e riveli la prossimità politica dei sondaggisti ai partiti committenti. Oggi il test di La7 (non esattamente meloniana) vede Fratelli d’Italia in leggero calo e il Pd in leggera ascesa. Per Adn Cronos Meloni e Schlein marciano in crescita percentuale pari, dato smentito da Repubblica (testata antitetica della destra): solo il Pd in salita, con un +0,3% e FdI stabile. Affari Italiani: Pd +0.1, Fratelli d’Italia meno 0,2%. Proseguendo nell’esplorazione dei più e dei meno di Pagnoncelli e dei suoi colleghi è costante la disparità dei numeri e sempre minima, per nulla significativa. Tutto vero? Forse.
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