IL POTERE DELLA DISTRAZIONE

Allibiti, non c’è oggettivo per definire con pari efficacia lo smarrimento degli umani in stato di coscienza critica nonostante la pressione violenta, permanente, invasiva, dell’intero sistema mediatico, esercitata dai poteri occulti della politica asservita al sovranismo che ingloba un dopo l’altro i cinque continenti del pianeta Terra. È che intellettuali, storici, scienziati, liberi pensatori, sono mosche bianche, voci inascoltate di menti eccelse consapevoli della catastrofe a cui è esposto il mondo. Il lotto crescente di   regimi dominati da egocentrismo aggressivo è invece un fiume in piena, un mare in balia di tsunami. Come rispondere all’evidente incompatibilità con il consenso di chi subisce le conseguenze del dispotismo? È scontato l’esito risolutivo dell’equazione priva di incognite che subordina ai poteri ‘forti’ l’insicurezza dei deboli, di chi, indifeso, ha paura dell’oggi e del domani. Meno riconoscibile è la strategia nota come ‘distrazione di massa’. Cellulari, computer, radio e televisione, internet, quotidiani, periodici, nella loro ampia diversificazione, sono calibrati per sovrastare in quantità e qualità le notizie che possono disturbare le centrali del potere economico, politico, militare.

A distanza di 10-15secondi il cellulare è bombardato da notizie di cronaca nera al 80/90 percento: vittime del lavoro, morti ammazzati, femminicidi, violenze di ogni genere, truffe, incendi, incidenti mortali, suicidi, terremoti, disastri ambientali e racconti di Vip, feste, tantissimo sport, (il calcio è dominatore assoluto), gli allerta meteo, gossip, sondaggi, lutti. Non è molto dissimile il resoconto fluente di Messenger che invade il profilo facebook. Tg e Gr non sono da meno. Rai e Mediaset nella fascia pomeridiana, trasformano gli studi in sale stampa delle forze dell’ordine, aule del tribunale, sfornano fiction Usa, Spagnole, Turche, prevalentemente diseducative, raccattano in videoteca film che raccontano violenza e quasi sempre scene di sesso totalmente avulse dalle storie narrate. A questo punto potrebbe comparire la scritta ‘The end’, ma trascurerebbe il diritto-dovere di denunciare che il giornalismo della cosiddetta ‘carta stampata’ contribuisce alla ‘distrazione di massa’. Qualche testata è totale divulgazione della cronaca ‘nera’, altre attirano i lettori con titoli, articoli e foto di fatti e personaggi del gossip.

Non ce l’ho con la Repubblica resettata e riproposta con un nuovo abito e impostazione inedita. Fatti suoi se la perdita della sua storica identità e l’aumento del prezzo provocherà l’addio di lettori fedeli, ma un supplemento di riflessione sulla nuova stagione lo sollecita il giornale oggi in edicola. Ammettiamo, è un ‘caso’ interessante: ma sono da prima pagina il richiamo con due gigantesche foto di Chiara Poggi e Andrea Sempio che rimanda a tre pagine interne (17-20) sul delitto di Garlasco, i grandi titoli, le interviste, altre invadenti immagini? E che dire della collocazione alle pagine 24-25 della moda made in France, firmata da Louis Vuitton e Saint Laurent? Che dire se precedono il settore “economia” del giornale (Dazi di Trump, Borse in picchiata) e il capitolo della Cultura. Più avanti non manca la solita pagina dedicata ai protagonisti delle canzonette. Protagonista di turno è Rose Villain: è un ammiccamento a potenziali giovani lettori o il tributo alla notorietà acquisito dalla cantante a Sanremo dove disse “Le donne al potere possono fare tanto, ma potevano esserci tanti uomini che avrebbero lottato per le donne e per i diritti molto più di lei. Sono femminista e Giorgia non è il mio modello”.


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