ILLECITE INTRUSIONI

Spiare è morbosa invasione del privato se a farlo è l’occhio che attraverso il buco della serratura scruta l’interno della stanza dove la domestica si spoglia per indossare il pigiama. È reato se s’impadronisce di segreti industriali, per esempio della formula che mette insieme gli ingredienti della Coca Cola, di un antibiotico di muova generazione. È abilità sei servizi segreti se in guerra intercetta comunicazioni strategiche del nemico. È un crimine se avvalendosi di magie tecnologiche sempre più sofisticate abili hakers condizionano l’esito di elezioni, compiono incursioni devastanti nei sistemi finanziari, se sono al servizio di truffatori in danno di privati o al peggio, com’è accaduto di recente, se uccidono i nemici facendo esplodere contemporaneamente, con un comando a distanza, decine, centinaia e forse in futuro milioni di cellulari. L’Europa teme il pericolo di affidare i suoi cieli alla rete privata di satelliti del ‘mattoide, megalomane’ Musk, che proprio oggi accusa Kiev di aver sabotato la sua piattaforma X, di averla aggredita con il cyberattacco di un numero immenso di richieste d’accesso che lo hanno mandato in tilt. E però una rivendicazione, del collettivo pro Palestina ‘Dark Storm Team’ lo smentisce, si attribuisce l’intervento degli hakers.

FACCIAMO RISALIRE IN SUPERFICIE IL CASO PARAGON SOLUTION’, del software israeliano che ha spiato Luca Casarini, fondatore dell’Ong Mediterranea Saving Humans, perfino il sacerdote di bordo e il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, ma chissà quanti altri di cui si avrà nozione se il governo ammetterà di aver abusato dello spyware per suoi fini politici. Il ‘Guardian’ denuncia il coinvolgimento di circa 90 giornalisti e persone della società civile. Di sicuro c’è la non casualità dei soggetti italiani spiati, in particolare di Cancellato, direttore di Fanpage, che tempo fa ha documentato la continuità di Fratelli d’Italia con l’estrema destra estrema delle organizzazioni nazifasciste. Il ‘caso’ è scomparso dall’intero sistema dell’informazione ed è responsabilità collettiva della politica. L’unica certezza: il governo si è affrettato a disdire il contratto con la società israeliana del Paragon, Spera così di deviare l’attenzione dal sospetto (ma è più di una supposizione) di aver spiato avversari ‘scomodi’? Oltre a ripetute, quanto inefficaci sollecitazioni della sinistra, il ‘caso’ è praticamente ignorati dal governo. Fa eccezione la voce solitaria di Renzi (che può legittimamente non piacere): “Giorgia cerca disperatamente di tenere bassa la questione istituzionale: sulla gestione istituzionale delle vicende legate allo spionaggio, da Paragon agli accessi abusivi, se venisse fuori la verità verrebbe giù il governo. Qualcuno sta mentendo. Forse più di qualcuno.”  Il governo italiano ha inizialmente negato qualsiasi coinvolgimento, dichiarando che i giornalisti e gli attivisti non erano stati monitorati dai servizi segreti, ma poi ha dovuto ammetterlo. Il Guardian e Haaretz hanno rivelato che Paragon ha  interrotto per questo il contratto con l’Italia per violazioni etiche.


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