Permettete una benevola, per nulla polemica riflessione controcorrente: Michele Serra, con il suo pensare positivo, di contrasto alle sgangherate violenze verbali di Trump, a micidiali ricadute sulla salute finanziaria della Comunità Europea, è molto prossimo ad aver prescritto un magico elisir di lunga vita, la terapia d’urto prescritta come strategia di difesa-attacco per rispondere alla diabolica idiozia protezionistica di dazi conditi da insulti per l’Europa che nell’esondare di maligne cavolate includono l’accusa di Trump al Vecchio Continente di “aver truffato gli Stati Uniti”. Serra disegna un progetto accolto con tanti ‘like’ di condivisione dai lettori con il cervello operativo all’insegna dell’indipendenza democratica e da molti tanti numeri uno dei partiti antigovernativi: “Tutti in piazza, per l’Europa”. Appello tempestivo, prova forza e di coesione, affermazione di superiorità storico- culturale, democrazia ‘vera’, egemonica. E però un legittimo addebito ai leader che condividono l’idea ‘rivoluzionaria’ di Serra: ma non spettava loro proporla, gestirla e ‘spaventare’ la bipolare tracotanza Trump-Musk?
BIANCA, FIGLIA DI ENRICO, sorprende tutti. Lascia la Rai meloniana, bene! Ma sbarca a Rete 4, diventa coinquilina di Porro, Del Debbio, Giordano. Per sua fortuna papà Berlinguer non ne è a conoscenza, altrimenti…Bianca vive di luce riflessa, dell’arguzia spavalda del ‘montanaro’ Mauro Corona, che indignato per il saluto fascista e le farneticazioni di Bannon e Musk, questi complice del complice delle scelleratezze trumpiane, lo ha catalogato in dialetto veneto con un eloquente ‘Mus’, che tradotto in italiano è l’equivalente di “asino”.
DOPO ANNI DI SILENZIO ACQUIESCENTE, i giornalisti non asserviti alla melonite, contestano professionalmente e politicamente la Rai: “Non è servizio pubblico”, denunciano sindacato e comitato di redazione del Tg1 che ha raccontato lo sciopero dei magistrati contro la riforma della Giustizia in scandalosa chiave filo governativa. ’Imputato’ è il direttore Chiocci, non nuovo a sfacciati endorsement per la destra di cui è un noto esponente.
ANCHE PETRECCA, conclamato soggetto di provata fede meloniana è sul banco degli accusati per manifesta faziosità pro Fratelli d’Italia. La redazione chiede il direttore di RaiNews24, con contratto scaduto, sia sottoposto di nuovo a fiducia. I redattori contestano la linea editoriale sbilanciata clamorosamente a destra di Petrecca, in particolare il falso titolo di suo pugno “Delmastro assolto”, che ha ribaltato la sentenza di condanna del sottosegretario alla giustizia, fedele amico della signorina presidentessa del coniglio. Proclamati due giorni di sciopero.
FINE MAGGIO, GIUGNO. Non prima la nuova sentenza della Corte di Giustizia europea che ha già bocciato la deportazione di migranti in Albania e incombono altre grane sulla visionaria Giorgia. Oltre che disoccupati di lusso, ospiti a nostre spese di hotel albanesi stellati, i poliziotti rimasti a garantire il nulla dei centri di detenzione a Shengjin e Gjader protestano, perché ricevono in ritardo il pagamento di quanto è loro dovuto e sono costretti ad anticipare i costi della surreale missione. Precisa Penza (5Stelle): “Il governo non pensi di far pagare i suoi errori politici ai lavoratori delle forze dell’ordine che svolgono il loro dovere con coscienza”. Fumosa la smentita del dipartimento della pubblica Sicurezza.
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