Donald Trump è deciso a voler subito una trattativa per la pace in Ucraina perché cessi la carneficina che oggi compie tre anni?
Bene, proprio in occasione del suo nono viaggio a Kiev, con un nutritissimo codazzo di parlamentari UE, il Capo (o KAPO’) della Commissione, Ursula von der Leyen, ha deciso che quella guerra deve continuare, a tutti i costi, fino alla pelle dell’ultimo ucraino armato fino ai denti dalla ‘sua’ Unione europea, che più guerrafondaia non si può
Ecco le parole della lady d’acciaio all’‘European Newsroom’ nella capitale ucraina.
“La UE deve accelerare l’invio di armi e munizioni all’Ucraina e questo sarà il cuore del nostro lavoro nelle prossime settimane”.
“Siamo a Kiev oggi perché l’Ucraina è l’Europa”.
Quindi il solito refrain: “In questa lotta per la sopravvivenza non è solo il destino dell’Ucraina ad essere in gioco, ma anche quella di tutta l’Europa”.
Poi la ciliegina sulla torta: “Aumenteremo le sanzioni punitive contro la Russia, anche se dimostrerà una reale volontà di trovare un accordo per una pace duratura”.
Da ricovero immediato presso il più vicino presidio psichiatrico.
Ma ci è o ci fa, la Presidente della strategica Commissione UE?
Nei prossimi giorni, al massimo entro una settimana, la presidente di ghiaccio presenterà, tanto per cambiare, un nuovo pacchetto di aiuti finanziari e militari pro Kiev da 3,5 miliardi di euro, in grado di gettare ulteriore benzina su quel fuoco che proprio in queste ore la (nuova) Casa Bianca e il Cremlino tentano in tutti i modi di spegnere.
Da un tedesco all’altro eccoci al prossimo Cancelliere dopo il voto del 23 febbraio, l’ultraconservatore Friedrick Merz che con la sua CDU (e il fedele alleato CSU al seguito) ha resistito allo tsunami della destra para-nazista di ‘Alternative fur Deutschland’, ossia ottenendo il 29 per cento (solo meno 2 per cento rispetto al voto del 2021), a fronte di un raddoppio netto di AFD, che supera il 20 per cento.
Ottima la performance di ‘Die Linke’ che da sondaggi tombali da 3 per cento adesso sfiora il 9 per cento.
Crollano e non entrano nemmeno nel Bundestag i liberali (FDP) che avevano innescato la crisi; così come in picchiata i socialdemocratici di Olaf Scholz che ottengono il loro peggior risultato della storia (16 per cento e quasi un 10 per cento in meno rispetto al 2021); peggiorano i Verdi (meno 3 per cento); non ce la fa ad entrare in Parlamento la emergente (ma non abbastanza) BSW di Sahra Wagenknecht.
Esulta Merz: “Voglio arrivare a un nuovo governo il più presto possibile, il mondo e l’Europa non aspettano”.
Gongola anche la leader AFD, Alice Weidel, che aspetta sulla riva del fiume: “La mia mano resta tesa, ma la CDU rifiuta. La mia previsione: dureranno massimo due anni, poi torneremo alle urne e stravinceremo”. AFD ha avuto un grosso successo soprattutto tra i giovani (25-35 anni) e nell’ex DDR, andando oltre il 30 per cento.
Storica l’affluenza al voto, la più alta dalla caduta del Muro di Berlino: uno strepitoso 83 per cento, rispetto al già alto (se paragonato alle nostre miserevoli percentuali) 76 per cento del 2021.
Non ci sarà bisogno, per il momento, di una ‘Grosse Koalition’, i Verdi non faranno parte dell’esecutivo, sarà un’alleanza con un ‘padrone’, la CDU, e un junior partner, ossia la vecchia e super incerottata SPD. Hanno una ‘maggioranza’ non particolarmente salda, solo 12 voti (per un totale al Bundestag di 328 seggi), ma sufficiente per iniziare la navigazione in un mare, sociale ed economico, non poco tempestoso e con giganteschi problemi da affrontare (tra cui la bollente questione immigrati, con una SPD che non digerisce il restrittivo piano in 5 punti dellaCDU).
Brevi note sul prossimo Cancelliere Merz. Un grosso avvocato d’affari, per anni e anni super consulente (e super pagato, ha un patrimonio da svariati milioni di euro) dei big della finanza e dell’impresa: fra i suoi clienti d’oro (nelle vesti di membro del CdA, o del Consiglio di sorveglianza, oppure come supervisore) fanno capolino AXA, Commerzbank, Deutsche Borse, addirittura il numero uno al mondo dei fondi ‘BlackRock’ (come responsabile per la Germania) e, per una botta di calcio, il Borussia Dortmund.
E’ tornato a pieno regime in politica, al timone della CDU, quando se n’è andata Angela Merkel: i due si detestano, e l’ex Cancelliera criticò aspramente, alcuni mesi fa, l’apertura di Merz ad AFD per approvare alcune leggi anti-migranti. Una grossa svolta a destra, per la CDU, la leadership dell’avvocato d’affari di BlackRock.
Per finire il tour, approdiamo da noi. Perché nei cuori e nelle menti di tutti gli italiani riecheggiano ancora le mitiche parole pronunciate, alcune ore fa, da Giorgia Meloni in collegamento video con Washington, per la convention di tutti i conservatori mondiali, capeggiati of course da Donald Trump.
Tutti gli osservatori del Pianeta sono rimasti colpiti dalle profonde conoscenze filosofiche della nostra multiforme premier, la cui Alta Cultura si manifesta ogni giorno di più.
Per descrivere lo scenario del conflitto in Ucraina, infatti, è partita da molto lontano, dall’ateniese Pericle. Ecco le espressioni della Giorgia nazionale, ormai scolpite nella Storia: “La felicità consiste nella libertà e la libertà dipende dal coraggio. Europei e americani sono figli di quel concetto, lo hanno dimostrato fermando le invasioni e rovesciando dittatori. E lo hanno fatto anche negli ultimi tre anni in Ucraina, dove un popolo orgoglioso e coraggioso combatte contro un’invasione ingiusta”.
E poi la sviolinata a Trump: “Per la pace ci vuole un leader forte come Trump, e io so che con lui alla guida degli Usa non vedremo quello che è accaduto in Afghanistan quattro anni fa”. Ma non era fino a pochi mesi fa tanto amica di Joe Biden, la nostra premier, la filosofa forse un po’ smemorata?
Continua, Giorgia: “I nostri avversari si augurano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come leader sono certa che verranno smentiti”.
Il finale è da ‘Make West Great Again’: “La battaglia è dura, ma la scelta è semplice: vogliamo assecondare il declino o combatterlo? Vogliamo che le nuove generazioni si vergognino delle proprie radici o che recuperino la consapevolezza e l’orgoglio di ciò che siamo?”.
Ma chi era mai il grande storico, anche lui ateniese, Tucidide al confronto?
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.