Informano i tuttologi fornitori di notizie sull’intero scibile umano, che un/una doc che per il post laurea scegliesse di specializzarsi in geriatria potrebbe esercitare dopo altri quattro anni di ‘tirocinio’, ripagato dalla sostanziosa remunerazione media di medico in strutture pubbliche: 4.670 € al mese, 1.078 € alla settimana, 27,58 € all’ora. Altro è il compenso per prestazioni da professionisti affermati che operano nel privato: per loro le parcelle sono possibili solo a pazienti con sostanziosi conti in banca.
Considerato lo stato mentale di personaggi sulla ‘cresta dell’onda’, i Trump, Musk, Bannon, i geriatri che li hanno in cura, hanno molto lavoro da sbrigare e nuotano nell’oro. Geriatria: in l’Italia stride il contrasto tra la piena lucidità del Presidente Mattarella e le patologie senili, alcune precoci, di soggetti accolti dalla premier sul carro del potere. Senza far nomi chiarisce il concetto ed solo uno di tanti, il pasticciato guazzabuglio comportamentale del caso Almasri, l’assassino ‘graziato’ dal governo e restituito alla Libia, alle sue nefandezze di criminale. Casi da diagnosi e terapia geriatrica ce n’è e come, tutti colpevolmente impuniti.
La cronaca, con giustificata evidenza, racconta con questo titolo “Dobbiamo essere orgogliosi di lei”, l’endorsement per la signorina presidentessa del consiglio, rivelato dal celebrato autore di testi per canzonette di successo, al secolo Mogol, all’anagrafe Giulio Repetti, di anni 88. E cosa fa questo ottantottenne signore? Attenzione, è consulente per la cultura popolare del Ministero della Cultura, del governo della destra. Dunque nessuna sorpresa se elogia Giorgia Meloni, “Dobbiamo essere orgogliosi di lei”. Dice Mogol di aver snobbato il Festival di Sanremo, perché attratto dal calcio europeo delle Juventus, ma assegna un ‘like’ al contestato monologo musicale di Cristicchi (a sua volta non esplicitamente, ma in sintonia politica con chi governa). Va oltre il venerando autore di testi musicati da Lucio Battisti.
“NO, NON VOTEREI MAI LA MELONI” è stata la risposta alla domanda “Daresti il tuo voto alla premier”, rivolta a Giorgia, sublime cantante e magnifica interprete di una bellissima canzone di Sanremo 2025. Evidentemente turbato dalla sincerità della Giorgia cantante, il grande vecchio si è vendicato e le ha inviato questo odioso, sgarbato, invito: “A lei offrirei volentieri, gratuitamente, un corso da noi. Ha una voce fantastica, ma canta come si cantava trent’anni fa. Usa troppo la voce (sic). Che, per carità, è bellissima, ma la usa come si faceva in passato.
La voce deve essere credibile per quello che dice, è la credibilità che riesce ad emozionare.” Lusingato per la provocazione “Le piacerebbe dirigere il Festival?” Mogol ha risposto “Non mi interessa, faccio l’autore e non voglio dirigere nessuno”. E meno male, in base alle sue convinzioni politiche escluderebbe Giorgia e le altre coraggiose cantanti che hanno apertamente contestato la Meloni. Per esempio Elodie. Le chiedono: “La voteresti?” Risposta:“Nemmeno se mi tagliano una mano”). Malgioglio, musicista di talento: “ Giorgia non ha una voce, ha uno strumento musicale che tutto il mondo ci invidia. Un corso nella scuola di Mogol? Dovrebbe chiedere lui consigli a Giorgia su come insegnare a cantare. E comunque dalla sua scuola non è mai uscito un talento che abbia fatto storia”. Malgioglio si augura che Mogol chieda scusa a Giorgia e le mandi un fascio di rose rosse. “Dovrebbe stendere un tappeto rosso quando cammina. Forse parla così perché lei non ha mai cantato una sua canzone”. Luca Jurman, cantante, musicista, arrangiatore, vocal coach, produttore discografico, giudica le parole di Mogol assurde: “Giorgia è “una delle migliori voci italiane, chi non è competente nel canto dovrebbe evitare di dire idiozie”.
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