GLI INCONSAPEVOLI

Questa riflessione non sembri una distrazione di chi scrive, se parte dalle nobili parole di Porro e dunque propone un incipit capovolto della vicenda Delmastro, che Giorgia per antica e salda amicizia ha gratificato con il delicatissimo sottosegretariato alla giustizia, ignorandone il problema, probabilmente noto ai neurologi come deficit di cognizione per quel che si fa. La conferma è autorevole, si deve al conduttore di “Quarta Repubblica” (Rete 4, Mediaset), voce ‘di dentro’ dei Fratelli d’Italia. Basito per il torto giudiziario subito dal consanguineo politico Porro annota diligente: “Ma che strano, il pm chiede l’assoluzione, il giudice lo condanna” (8 mesi di carcere e 1 anno di interdizione da pubblici incarichi)”. Insomma, interpreta il ruolo di difensore aggiunto, nella tracotante certezza di impartire una lectio accademica a noi sprovveduti lettori. Ma si azzoppa da solo con la tesi dell’innocenza di Delmastro: “Parliamo della vicenda che ruota attorno ai documenti a limitata divulgazione sull’anarchico detenuto al 41bis entrato in sciopero della fame.

A gennaio del 2023, il sottosegretario si fece dare dal capo del Dap, Giovanni Russo, una relazione su Cospito. I documenti contenevano conversazioni tra l’anarchico e detenuti mafiosi al carcere duro in cui riferiva di aver incontrato una delegazione del Pd. Delmastro condivise le informazioni con il collega di partito e coinquilino, Giovanni Donzelli, che li utilizzò in un intervento parlamentare anche per attaccare i deputati dem”.

Gli avvocati di Delmastro inventano un incredibile alibi per sostenere l’innocenza del fratello d’Italia: “è innocente in quanto inconsapevole della presunta segretezza degli atti”. Ecco,  siamo al punto cruciale del ‘caso’: il vice ministro della giustizia confessa di essere stato “inconsapevole” della “presunta” (presunta? Eh no, certa) segretezza degli atti”. Parte il coro assordante del condannato, del pavido Nordio, addolorato, della concertata Giorgia, che a affidato la gestione della giustizia a un soggetto inconsapevole. All’unisono, offrono decibel all’urlo di Delmastro “Mi hanno condannato magistrati di sinistra”. Per questa destra del “me ne frego”, la sacrosanta condanna di Delmastro sarebbe frutto di conflitto tra Pm e giudici del processo, tra la richiesta di assoluzione del primo e  la sentenza di condanna. Ma come, non è la destra che si è accanita per ottenere la separazione delle carriere e avere mano libera per condizionare i pubblici ministeri? Schlein: “Parole di destra, eversive, si dimetta”. Ascanio (Pd): “Ci chiamò filomafiosi, dimissioni”. Meloni: “Delmastro resta al suo posto”. Nordio: “All’amico Delmastro totale e incondizionata fiducia”. La Rai melonista, Tg2 delle 12: “Assoluzione per Delmastro”, titolo dettato dal direttore destrofilo Petrecca, contestato dal comitato di redazione. Che dire, non è solo Delmastro ‘inconsapevole’, è in affollata compagnia.


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