[CON TUTTO IL RISPETTO DI LAICO PER I CATTOLICI CREDENTI]
La forza della connessione, slogan di Tim per attrarre utenti del wi-fi, ha una ben più nobile corrispondenza nel mondo della religione. Ovvero seduce e lega a sé moltitudini di umani con il racconto non verificabile di miracoli avvenuti in un passato molto remoto e dei più recenti che la scienza medica definisce ‘inspiegabili’ con gli strumenti diagnostici di cui dispone, per quanto sofisticati, ma inidonei a decodificarli. Da questo gap tra eventi incompresi e il perché avvengano ha origine la copiosa narrazione di Santi e Madonne che per generosità divina, adeguatamente sostenuta da manifestazioni di fede, operano miracoli. Basterebbe la testimonianza di chi ritiene di averne sperimentato gli effetti, ma per contrastare lo scetticismo laico sull’origine ‘misteriosa’ di guarigioni e favori celesti, ecco il fenomeno diffuso di simulacri in forma di Santi e Madonne che piangono lacrime e sangue, che nella più spettacolare ‘creatività, darebbero luogo ad apparizioni. Il caso Lourdes e del suo giro d’affari colossale ha indotto altri a emularlo. Si sono moltiplicati i luoghi di eventi ‘miracolosi’, tra più noti e ‘ricchi’ il Pietrelcina di padre Pio, la ‘madonna di Medjugorje, che la Chiesa tollera per ovvi motivi.
Ormai da anni, tale Gisella Cardia, ‘nome d’arte di Maria Giuseppa Scarpulla, resiste alle indagini condotte con inutile spreco di denaro pubblico, perché è chiaro, si tratta di una visionaria in mala fede di presunti eventi miracolosi che millanta il miracolo della Madonna di Trevignano, il dialogo a tu per tu di creatura eletta come messaggera, scelta tra miliardi di cittadini del mondo, per comunicare con i fedeli che credono nelle apparizioni. La veggente: “Io come Bernadette. Le Madonne di Trevignano e di Lourdes sono uguali” e spaccia per sangue pianto dalla statuina quello che una super perizia di un noto genetista ha classificato come sangue della stessa Cardia. Sul caso della Madonna di Trevignano indaga per competenza territoriale il tribunale di Civitavecchia, con calma, con molta calma.
E la Chiesa? Non avalla, ma neppure opera per la fine dell’insulto alla religione, del raggiro di poveri cristi plagiati dalla cosiddetta veggente, non ricorre alla scomunica, che nel tempo che fu colpì illuminati uomini di scienza. Si chiama complicità e nasconde un caso di sottaciuto conflitto di interessi. La chiesa, il clero ai suoi vertici, tiene saldo il potere temporale in mani sacrileghe se giudicato con il metro degli insegnamenti di Cristo. Opera finanziariamente come una banca speculativa, copre la piaga disumana della pedofilia, propina ai fedeli meno colti ed avveduti un ‘rosario’ di dogmi, di leggende surreali qual è l’impossibile favola delle origini umane nate nel ridente giardino dell’Eden dal peccaminoso connubio sessuale tra Adamo ed Eva, madre costretta all’incesto per consentire l’incipit della specie umana. Nella strada maestra dell’endorsement per il cattolicesimo, è protagonista la confessione, il potere connesso al ruolo di chi la pratica con licenza celeste per concludere l’ascolto di peccati veniali e mortali con il salvifico “te absolvo’ che li cancella e agevola il commetterne di simili da sottoporre a una nuova assoluzione e spalancare la porta di accesso al Paradiso.
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