CAMPI FLEGREI / IL RISCHIO “ESPLOSIVO” E’ DI GAS LETALI & FANGHI BOLLENTI !

Situazione esplosiva ai Campi Flegrei, nella zona Ovest di Napoli. Il vero, tragico pericolo non sono le scosse simiche, il terremoto come quello del 1980 che devastò l’Irpinia, la Basilicata e provocò anche danni a Napoli. Ma l’esplosione della ‘caldera’, con emissione di giganteschi quantitativi di fanghi bollenti e soprattutto di gas letali. Non tossici, ma addirittura letali, perché costituiti da anidride carbonica e anidride solforosa, che per noi sono mortali.

 

La Conca di Agnano. Sopra, Riccardo Caniparoli e, sullo sfondo, la terra in ebollizione ai Campi Flegrei

Lo scenario da ‘Apocalypse Now’ è che quindi, nel giro di pochi mesi, possa crearsi, dopo l’esplosione, una gigantesca nube di gas e vapori letali in grado di coprire la ‘Conca di Agnano’, l’area di Pisciarelli (dove si vedono sempre le ‘fumarole’) nonché, ovviamente, tutta la zona della famosa Solfatara di Pozzuoli.

Ma le autorità fino ad oggi, nascondono questa realtà scientifica dei fatti: quando sarebbe necessario prevedere non un esodo di massa da Napoli, ma solo della popolazione che vive nel raggio di un paio di chilometri dall’epicentro: e si trova, appunto, a cavallo (è drammaticamente il caso di dire) tra Agnano-Pisciarelli-Pozzuoli Solfatara.

La ‘Voce’ ha intervistato in esclusiva il geologo Riccardo Caniparoli, napoletano, consigliere del direttivo nazionale di Italia Nostra. Da alcuni anni vive e lavora a Massa Carrara, ma è un profondo conoscitore, come pochi, del ventre partenopeo, degli ormai trentennali problemi di Bagnoli e di tutto il tormentato territorio flegreo.

Nella nostra conversazione ha effettuato una vera e propria TAC lungo quest’ultimo fronte, che più bollente non si può: visto che le acque sotterranea (e che prima o poi salteranno fuori, con quei fanghi e soprattutto gas e vapori letali al seguito) sono ormai ad oltre 200 gradi di temperatura.

 

LA PAROLA AL GEOLOGO

Professor Caniparoli, può chiarirci meglio quello che sta succedendo in tutta l’area flegrea?

Sono in fase di accelerazione dei fenomeni di forte accumulo di pressione, nel sottosuolo, che stanno aumentando di frequenza e di intensità.

Quali sono i segnali di più forte allarme?

Le fumarole sempre attive nella zona di Pisciarelli

L’innalzamento del suolo, che procede ormai al livello di 1 centimetro al mese. E la profondità   dell’epicentro, che si sta rapidamente riducendo, essendo passata dai 3 chilometri di alcuni mesi fa ad appena 1 chilometro dell’ultima scossa.

 

Cosa succede ormai ad 1 chilometro di profondità?

Si sta accumulando una pressione di sempre maggiore forza, che preme appunto, proprio come succede nella classica pentola a pressione. Ora siamo alla valvola di sicurezza, che fa il classico fischietto ed emette vapori. Poi viene il momento che, se non trova il suo sfogo, esplode.

 

Ma distrugge come in un terremoto?

No, niente di tutto questo. E’ completamente un altro scenario rispetto a quello dei sismi. Qui non c’è alcun terremoto in vista, ma la cosa non è meno preoccupante. Perché quando succede, verranno fuori fanghi bollenti che arriveranno a un chilometro almeno di distanza, con evidenti pericoli per l’incolumità delle persone. E, soprattutto, si sprigioneranno vapori e gas in enorme quantità. Attenzione: non si tratta di gas tossici, ma di gas letali, perché composti da anidride carbonica che ammazza le persone. In sostanza, un’enorme cappa di gas e vapore andrà a coprire l’intera Conca di Agnano, l’area di Pisciarelli e quella della Solfatare, comprese ovviamente tutte le vie di collegamento.

 

Nei Campi Flegrei, quasi 600 anni fa, spuntò improvvisamente il Monte Nuovo….

Esatto. E da allora, da quella eruzione, la terra si è sollevata di oltre 12 metri. Proprio per questo moltissime aree, fino al Casertano, si impaludarono. E poi venne avviata la storica bonifica di quelli che vennero chiamati ‘Regi Lagni’. C’era il fiume Clanio, in quelle aree. Poi, più di 40 anni fa, il bradisisma a Pozzuoli, la fuga dal Rione Terra dove la terra non tremava ma si alzava, la costruzione di Monteruscello, una storia che avete raccontato all’epoca…

 

Cosa dovrebbero fare le autorità, scientifiche e politiche?

La Solfatara

Non far finta di niente, ma informare i cittadini e prendere i provvedimenti del caso. Siamo in tempo, non c’è da farsi prendere dal panico. Far capire a tutti che il pericolo non è il terremoto, i palazzi che cadono, non serve a niente dormire fuori per paura delle scosse. La situazione dovrebbe essere monitorata e soprattutto studiata con grande attenzione. Si tratta di prendere provvedimenti non per tutta la città di Napoli, ma per la sua parte ad ovest, l’area flegrea e in particolare quelle aree prima indicate, nel raggio di un chilometro dall’area delle fumarole.

Ci sono eventi storici che ricordano quanto sta succedendo adesso?

Mi vengono in mente gli ultimi eventi ad Ischia. Quando Casamicciola venne invasa dal fango. Che scendeva proprio, in quantità gigantesche, dalla località chiamata non a caso ‘Fanghi’, come sono del resto famosi i fanghi e le terme di Casamicciola. All’estero, mi viene in mente il parco di Yellowstone, zeppo di geyser, le nostre fumarole. Ma lì ne hanno fatto un Parco da visitare, non ci hanno costruito sopra pezzi di città. E qui sta tutta la responsabilità politica: aver fatto case in aree di quella natura…”.


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