STELLE DI SINISTRA

Nell’iconico firmamento ideato dal funambolico tandem Grillo-Casalegno,  la competizione di almeno tre galassie attestate negli spazi siderali del cosmo a destra, al centro, a sinistra. E in quale delle tre ha fatto i primi passi Roberto Fico? Già da studente del mitico liceo Umberto di Napoli, non faceva mistero di un convinto feeling con il ‘dire e il fare cose di sinistra’. Nel 2011, candidato dei 5Stelle, alla vigilia del voto per il primo cittadino della città, l’ho intervistato ed è stato sorprendente percepire che le sue riflessioni sul come governare Napoli coincidevano in inequivocabile chiarezza con idee e programmi della sinistra, alcune ben oltre le argomentazioni elettorali del Pd. Di lì in poi solo conferme di adesione propositiva ai 5Stelle, border line, antitetica rispetto alle componenti ‘moderate’ del movimento. Il suo chi è: napoletano, laurea in Scienze della Comunicazione, molteplici esperienze lavorative, da deputato  presidente della Commissione di vigilanza Rai (con rinuncia all’indennità di funzione a cui avrebbe diritto come presidente, ovvero a 26.712 euro l’anno e al privilegio di un auto ‘blu’. Eletto per due volte, gli viene conferito  il  prestigioso incarico di presidente della Camera dei deputati. Nel 2018, evento politico significativo, riceve da Mattarella il mandato esplorativo per verificare la possibilità di una maggioranza parlamentare tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, con esito a suo giudizio positivo. Non se ne fa nulla per il ‘no’ di Renzi. Nel 2021 nuovo incarico e nulla di fatto   per mancanza unanime di disponibilità per dar vita a una nuova maggioranza con le stesse forze politiche a sostegno del governo Conte”.

Raggiunto il limite dei due mandati, Fico non si ricandida alle elezioni politiche anticipate del 2022. Non è un mistero, è un conclamato esponente dell’ala di sinistra del Movimento 5 Stelle, favorevole all’estensione del diritto al matrimonio e all’adozione da parte di coppie dello stesso sesso, all’eutanasia per i malati terminali[, allo ius soli. Si oppone alla privatizzazione dell’acqua pubblica, al ‘decreto sicurezza’ di Salvini. Da tempo voci di corridoio hanno introdotto la novità del’ipotesi Fico presidente della Regione Campania nel fitto, aspro, litigioso scontro destra-sinistra dell’Italia che fatica a calare il sipario sulla tragi-commedia del melonismo.

Ora, altro che voci sommesse: in evidente sintonia con la tenace ricerca della Schlein di convergenze su un progetto comune delle opposizioni, ecco il via della prevista campagna elettorale di Fico in molto simile a un pre accordo con il Pd. L’esordio coincide con l’assemblea 5Stelle  della provincia napoletana, al Pala Casoria. Il primo ‘conferimento’ della candidatura lo induce esternare significative priorità su cui convergere con la sinistra: meno rifiuti all’origine, incremento del riciclaggio e degli impianti di compostaggio, conversione dell’umido in fertilizzanti, acqua bene comune, sanità pubblica, appalti trasparenti, zero amichettismo e l’impegnativo pronostico sulla Regione obiettivo strategico per cambiare l’inerzia dell’Italia. Progetto ambizioso, certo,  ma perché non provarci?


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