Ridondante. Strabordante. Esondante.
Retorico.
Stereotipato.
Para-Moralistico.
Volgare. Perché nel rappresentare la Volgarità ci vuole un minimo di Stile.
Dialoghi che neanche un alunno della terza elementare.
La Napoli odi et amo di cento sceneggiate che non pretendono di approdare a Venezia.
La Cartolina Partenopea anche ‘svisata’.
L’allegoria che ti scoppia in mano come un tric trac.
Achille Lauro – ‘O Comandante e senatore monarchico a Napoli che regalava una scarpa prima e l’altra dopo il voto – da istantanea abortita.
Il Colera ’70 da istantanea altrettanto abortita.
Il Mito che si trasforma in Macchietta.
Il Blu del Golfo che si fa pennellata stanca e ‘azzeccosa’.
I volti biechi e rugosi dei Vicoli da Bruegel di quinta mano.
I volti delle Signore dei Salotti al baciamano cardinalizio da vecchio ‘Salone Margherita’.
Miss Parthenope da recita scolastica.
Braccia sottratte all’agricoltura, si diceva un tempo.
Viva il Kiarostami dell’Uomo che Cercava un Albero a cui Appendersi.
Un abbondante piatto di Gnocchi alla Sorrentino.
Una modesta proposta: il Maestro dia una sbirciatina a due opere del concittadino Vittorio De Sica, ‘Ladri di biciclette’ e ‘Umberto D.’ Non è mai troppo tardi.
P.S. Da salvare le interpretazioni di un attore del calibro di Silvio Orlando, non tradisce mai; e dell’istrionico e ‘azzeccato’ Peppe Lanzetta, perfetta maschera dell’Alto Potere Cardinalizio d’un tempo non troppo lontano.
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