SPIONI & SERVIZI / UNA DIRTY STORY CHE COMINCIA NEL 2001…

Ormai le spy stories nell’ultimo anno hanno preso il posto della politica, già da tempo alla ‘frutta’. E soprattutto con l’ascesa al potere del ‘Meloni’ nazionale, la ‘Giorgia che – sulla carta, e solo su quella – mezzo mondo ci invidia (sic), capace di piroette, acrobazie & capriole da saltimbanco provetto.

Basti solo pensare alle ultime, che la dicono lunga, lunghissima sulla ‘caratura’ di questo esecutivo sfascista. Il caso Almasri, con la liberazione del torturatore e killer libico accompagnato con la fanfara fino sotto casa dai nostri Servizi segreti; e il voto – praticamente solitario sotto i cieli UE – contro la Corte Penale Internazionale dell’Aja, trattata come una banda di coglioni.

Almasri

Un comportamento vergognoso, totalmente fuorilegge, una figuraccia a livello internazionale, commenta a botta calda il giudice Cuno Tarfusser, che per alcuni anni ha fatto parte di quella Corte e ne conosce perfettamente i meccanismi. Sbraita il capo Carroccio e vicepremier Salvini Matteo (anche titolare delle Infrastrutture, ma con la voglia matta di tornare al ‘suo’ Viminale per mettere tutti in riga, a cominciare dalle monnezze-migranti): “Ma quale legittimità può mai avere una Corte che osa mettere sullo stesso piano i criminali di Hamas con uno statista del calibro di Bibi Netanyahu, che sta facendo il dovuto per difendere il suo popolo d’Israele?”. Da Cottolengo. O meglio, da (ex) manicomio criminale: comunque subito da 113 e presidio psichiatrico più vicino. Ma non finisce qui: perché poche ora fa sbotta il lumbard: “Ci sono faide e lotte all’interno dei Servizi segreti”. Ottimo e abbondante nello scoprire l’acqua calda…

Matteo Salvini

Si pone sempre il Domandone, ormai da settimane e settimane: come può la Giorgia nazionale far sempre finta di niente, evitare tutte le occasioni possibili per presentarsi con la sua faccia (di bronzo puro) davanti al Parlamento per dare un minimo di spiegazione a fatti gravissimi succedono da noi, sotto il suo governo sfascista che sta facendo a pezzi non solo la Costituzione, ma le vite di tanti cittadini, del ‘suo’ Popolo, di cui si proclama un giorno sì e l’altro pure la ‘Paladina’? Possibile una ipocrisia, falsità o doppiogiochismo di tale portata?

Vergogna allo stato primordiale.

Ma veniamo all’ultima sui Servizi di casa nostra.

Il giallo Paragon, la società israeliana che ha fornito ‘servizi’ alle nostre intelligenze, soprattutto il software spywaredenominato ‘Graphite’: il contratto, a quanto pare, è stato rescisso per una palese inadempienza del nostro Paese che ha “violato i temini di servizio e il quadro etico”.

Lo scopre l’autorevole quotidiano britannico ‘The Guardian’ esattamente una settimana fa, ma la bomba, da noi, è a scoppio non poco ritardato e rimbalza solo 48 ore fa.

E da noi salta fuori per la denuncia di Luca Casarini, un quarto di secolo fa a capo del movimento

Luca Casarini

‘No Global’ con Francesco Caruso e da anni impegnato per il salvataggio di centinaia e centinaia di migranti in fin di vita nel Mediterraneo, ora soprattutto attraverso la Ong ‘Mediterranea Saving Humans’.

Casarini, infatti, riceve da ‘Meta’ – il super social che fa capo a Marck Zuckerberg – un messaggio che lo avvisa della manomissione del suo dispositivo da parte di un software di produzione israeliana. Ecco il testo del messaggio di Meta: “A dicembre WhatsApp ha interrotto le attività di una società di spyware che riteniamo abbia attaccato il tuo dispositivo. Le nostre indagini indicano che potresti aver ricevuto un file dannoso tramite WhatsApp e che lo spyware potrebbe aver comportato l’accesso ai tuoi dati, inclusi i messaggi salvati nel dispositivo”.

A botta calda Casarini commenta: “Sul momento ho pensato ad una bufala. Figurarsi Meta che mi manda un messaggio di quel tipo. Adesso mi chiedo cosa possa essere realmente successo alla nostra Ong. Non solo per quanto riguarda i controlli, siamo trasparenti, possono cercare dove vogliono. Ma per quel che qualcuno può aver infilato nei nostri sistemi”.

Scrive il quotidiano progressista israeliano ‘Haaretz’: “La società Paragon Solutions lavora con entità statali, tra cui agenzie di sicurezza di Tel Aviv e l’FBI, fornendo loro capacità di hacking sotto forma di spyware. Di recente è stata venduta ad un appaltatore della difesa americano, un Fondo”.

Come al solito, quei ‘Fondi’ che ormai dominano mezza finanza globale e nei quali viene ‘investito’ & riciclato di tutto e di più.

La spy story ‘Paragon Solutions’ tira in ballo – stando alle cifre fino ad oggi rimbalzate – un centinaio di soggetti come ‘attenzionati’, o meglio ‘spiati’. Per la precisione 7 italiani e 90 ‘esteri’ (la gran parte europei). Tra i sette, oltre a Casarini, altri 3 volontari di ‘Mediterranea’, nonché Francesco Cancellato, direttore di ‘Fanpage’ che negli ultimi due anni ha pubblicato non poche inchieste al vetriolo sugli ambienti meloniani più che border line.

Numeri e cifre di ‘spiati’ fino a questo momento molto limitati; vedremo nei prossimi giorni cosa salta fuori e le reali dimensioni dell’affaire.

Quasi vent’anni fa, la stessa musica a botte di ‘Servizi’, più o meno deviati. Ma i numeri, all’epoca, erano di molto maggior spessore.

Nicolò Pollari

Una dirty story che risale al 2001, governo Berlusconi, a al vertice del ‘SismiNiccolò Pollari. Il quale ben presto ebbe l’ordine, che eseguì a puntino, di monitorare, dossierare & spiare una sfilza di soggetti; anche allora soprattutto giornalisti e associazioni, ma anche ‘toghe rosse’ e politici irriducibili. Tutto venne alla luce alcuni anni dopo, per la precisione nel 2007, grazie all’inchiesta aperta dalla procura di Milano sul giallo del rapimento di Abu Omar. Nel gigantesco archivio romano del Sismi vennero scoperte centinaia di dossier, finalizzati anche a delegittimare quelli che venivano considerati ‘nemici’ del Cavaliere. La story finì, dopo alcuni anni, nelle aule processuali di Perugia, dopo la denuncia di alcuni spiati: tra cui, in pole position, proprio la ‘Voce’, considerata un crocevia-base della contro informazione contro Berlusconi. Tutto è poi finito in una bolla di sapone, per via del vergognoso ‘Segreto di Stato’ apposto sulla vicenda da tutti i premier che si sono succeduti nel corso degli anni. Leggere per credere.

Proprio per questo vi proponiamo caldamente la lettura dell’ultimo pezzo messo in rete su quel giallo: è dell’8 giugno 2022

SERVIZI SEGRETI / IN VENT’ANNI IL COPIONE “DEVIATO” NON CAMBIA MAI. DA BERLUSCONI A DRAGHI


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