[Le siamo grati, Giorgia, non passa giorno senza nuove opportunità per identificare la sorella d’Italia number one con una nuova aggettivazione. Incantevole il “presidente del coniglio”, che ha raccontato il lato pavido di lei, evanescente premier, che si eclissa per eludere al dovere di dar conto ai parlamentari e ai giornalisti di quel fa e disfa. Ma c’è altro di cui dire].
FRANCESCO MERLO, autorevole destinatario di domande e riflessioni dei lettori di Repubblica, risponde ad una aficionada del quotidiano fondato da Scalfari che commenta la requisitoria graffiante di Renzi contro la ‘fuga’ della Meloni dal dovere di riferire pubblicamente sul caso Almasri: “Tornano finalmente sul ring i duellanti? Chi le sembra più efficace, Matteo Renzi? (Melonj voleva fare la fatina, ma fa l’omino di burro, forte con i deboli e debole con i forti) o la Schlein, che chiama Meloni “presidente del coniglio”?
Merlo: “Era ora. Bentornato a Renzi che sa scaldare il sangue dell’opposizione senza la goffaggine di Conte …e benvenuta alla Schlein nel calore dello scontro. Per battere il vittimismo aggressivo della Meloni non serve la litania sul campo largo, ci vuole la contesa, la volontà, la potenza, il duello leale…Chi è più efficace, più bravo, più leader? ….Speriamo di vederli ancora sputare stoppa incendiaria, con Schlein che punta l’indice e Renzi che ruota gli occhi”.
LA CITAZIONE RIPORTA a un acuto commento di ieri all’articolo quotidiano che ho pubblicato (Facebook) sull’ipotesi controversa di un approccio di Renzi al centro sinistra, per ‘rinsavimento’ politico o per tentare l’esodo dalla solitudine di un velleitario rifugio nella pochezza di Italia Viva. Luci e ombre. Fidarsi o non fidarsi? Dubbi più che legittimi, ma certezza sulle doti attuali di ‘pubblico ministero’ spietato, lucido, demolitore della destra. Oltre la fantasia satiricadi Schlein-Renzi e le numerose varianti alternative a ‘borgatara della Garbatella”, ‘Yo soy Giorgia…’ ‘signorina presidentessa’, ‘sorella d’Italia’, ecco un altro suggerimento della cronaca per rivolgersi ironicamente alla premier: “Scarceratrice”. Lo propongono l’ok all’ingegnere iraniano per il suo ritorno a casa, in contrasto con la richiesta di estradizione degli Stati Uniti. Italia ricattata: “O ci restituite il nostro ingegnere o la vostra Cecilia Sala resta qui in carcere”; lo scandalo mondiale della libertà del delinquente Almarsi, pretesa dalla Libia con il sordido ricatto “Liberatelo o niente petrolio e aumento di flussi migratori per l’Italia; terzo, antipatriottico caso, è la ‘scarcerazione ‘virtuale’ di Trump, pregiudicato, fedina penale sporca, condannato, salvato dal carcere con forzature di condoni e indecente abuso dell’immunità. La Meloni, unica della Ue, vota “no” alla risoluzione della Comunità contro la politica antieuropea dell’osceno tandem Trump-Musk, di cui è scodinzolante schiavetta.
CANTAVA BUSCAGLIONE “Eri piccola, piccola, così”. A quel tempo Giorgia era davvero piccola, di età. Ora l’inimitabile Fred, l’osservasse mentre si esibisce in Tv amiche e dice bugie, darebbe a “piccola”, ben altro significato.
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