Eccoci dunque alla vera storia di Covid & Vaccini, i cinque anni che hanno ‘svoltato’ i destini di mezzo mondo, massacrando vite e minando la salute di milioni di cittadini. In modo perfettamente ‘scientifico’, come neanche nei peggiori lager. Ma totalmente anti scientifico, se si vuol dar retta alle parole di Ippocrate.
Per districarci meglio nel labirinto, anche cronologico, occorre dividere la ‘tragedia’ proprio in due atti. Il primo concerne tutto il 2020, quando scoppia e dilaga la pandemia; il secondo va dal 2021 in poi, ossia quando arrivano, in tempi record, i miracolosi vaccini. Che d’ora in poi, lungo la narrazione, chiameremo ‘prodotti’, sia perché non si tratta di vaccini autentici, ma di ‘prodotti’ taroccati, sia per rispetto ai vaccini tradizionali, che dopo mesi e mesi, anni di sperimentazioni hanno salvato milioni di vite.
Premessa. Alcuni precisi segnali di una ‘influenza molto anomala’ si registrarono addirittura nell’estate 2019, negli Stati Uniti, dove un’epidemia fece molte vittime. Il ‘virus’ venne attentamente esaminato nei laboratori di Fort Detrick, ma i risultati rimarranno sempre top secret.
Altri inquietanti segnali arrivarono, all’epoca, dalla Cina, per la precisione in alcune zone dove erano pervenute derrate alimentari dagli Usa. Ma anche in questo caso nessun allarme, tutto finito sotto la naftalina.
Arriviamo a fine 2019. L’8 dicembre nel distretto di Wuhan si registrano diverse decine di casi di pazienti che presentano forti e ‘strani’ sintomi influenzali. E’ proprio la notte di Capodanno (il nostro, 31 dicembre) che scatta il primo vibrante allarme.
PRIMO CIAK DELL’HORROR MOVIE A WUHAN
L’inizio d’anno è da prime scene di un horror movie. Centinaia di influenzati, febbri altissime, ricoveri a getto continuo. E l’epicentro è sempre il popolosissimo distretto di Wuhan.
A questo punto prende corpo il racconto del mercato ittico, il vero colpevole di tutto, il famigerato, nero pipistrello che contamina il maiale che finisce sul piatto di un ristorante, come immortalato nell’incipit dello stupendo film del 2010 (avete letto bene, 10 anni prima) ‘Contagion’, per la regia di Steven Soderbergh. Una pellicola ‘profetica’: solo un difetto, proprio quell’inizio pur folgorante.
Dovete sapere che il celebre regista, per il suo copione, si servì a mani basse della documentazione fornita dalle autorità sanitarie americane, in particolare i CDC (‘Centers for Desease Control and Prevention’). Ovvio che quelle ‘Autorità’, fin da allora, non avessero alcun interesse a far sapere l’origine non certo naturale, ma artificiale del Coronavirus, che – come abbiamo ricostruito nella prima puntata di ieri – è stato studiato, organizzato e partorito deliberatamente in laboratorio, sotto la regia congiunta dell’Istituto di Virologia di Wuhan e del ‘NIAID’ griffato Anthony Fauci, il super-virologo di ben 7 presidenti Usa. Proprio per quella folle idea, per i finanziamenti concessi e per il depistaggio successivo, Fauci oggi rischia la galera a vita: salvato ‘per ora’ in extremis dalla ‘grazia preventiva’ elargitagli da Joe Biden!
Ma torniamo alle tappe della cronistoria Covid (e poi, a tutto Vaccini).
E partiamo da un’altra data clou: il 31 gennaio 2020, esattamente 5 anni fa. Quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) decreta lo stato di emergenza sanitaria a livello internazionale.
Appena il giorno prima, allo Spallanzani di Roma, vengono ricoverati due turisti cinesi. Il governo decide di sospendere i voli tra Cina e Italia, viene nominato un ‘Commissario speciale per l’Emergenza covid’ nella persona di Angelo Borrelli, che è il capo della Protezione civile. Nel mese di febbraio le autorità individuano tra la Lombardia e il Veneto, e soprattutto in Val Seriana, nella Bergamasca, l’epicentro dell’epidemia. Il resto è tragica storia che tutti hanno impressa nella mente: una marea di ricoveri nei pronto soccorso e quindi in rianimazione, le intubazioni killer, il terrore che dilaga, il ‘Comitato Tecnico Scientifico’ che quotidianamente dirama i suoi bollettini di guerra, il famigerato lockdown deciso dal governo Conte il 9 marzo 2020 con tutta l’Italia in quarantena che chiude battenti.
Andiamo subito al sodo e affrontiamo le vere questioni di petto. E partiamo dal nostro contesto con la classica domanda delle cento pistole, come avrebbe colorito il mitico inviato Rai Sandro Paternostro.
IL DIKTAT KILLER ‘TACHIPIRINA E VIGILE ATTESA’
Come mai da noi non è stato fatto letteralmente nulla, niente di niente per fronteggiare o quanto meno arginare quell’ondata pandemica?
Come mai l’unico provvedimento è stato quello dettato dal ministro della Salute (sic) Roberto Speranza, ossia ‘Tachipirina e Vigile Attesa’?
Attesa di che? Solo della morte – intubati – in rianimazione, di tutta evidenza o che?
Possibile che nessuna procura, nessuna toga abbia pensato di mettere sotto inchiesta per strage coloro i quali hanno deciso e avallato quella strategia ‘suicidiaria’, da perfetto harakiri, controfirmata anche da Soloni della Ricerca e della Medicina ufficiale?
Delle due l’una: ignoranza crassa o malafede. In un caso non puoi stare al tuo posto ma rispondi dei crimini in via ‘colposa’, comunque sempre di strage di tratta; nel secondo devi solo finire in galera, anzi processato davanti ad una Norimberga II.
Ma, ovviamente, non è successo niente, tutti innocenti come viole mammole.
Arrabattano uno straccio di difesa, Lorsignori: eravamo in piena emergenza, non restava altro che tamponare con la Tachipirina e poi correre al pronto soccorso. Come avrebbero suggerito i kapo’ nei campi di sterminio, un perfetto copia-incolla.
Niente di più falso, invece. Perché nella messianica attesa dei vaccini si sarebbero potute fare 100 cose in più per arginare la pandemia e, soprattutto, salvare decine di migliaia di vite. Ricordate quel è il conto totale dei morti che il nostro tanto generoso Stato ha sulla coscienza in quei 10 tragici mesi? Oltre 120 mila.
Certo non tutti, ma molti, moltissimi avrebbero potuto evitare di finire in quel modo. Solo assumendo alcuni farmaci usati all’estero come, per fare un solo esempio dalla vicina Francia, idrossiclorochina e invermectina.
Come mai, proseguendo nell’esempio, lo storico direttore del grande Ospedale di Marsiglia per le Malattie Infettive, Didier Raoult, facendo ricorso all’idrossiclorochina è riuscito a salvate tante vite? E da noi niente, a nessuno è mai passato per la testa di utilizzarla?
Anzi. I Vate (…) della nostra Politica (Speranza in pole position) e della Medicina di Regime hanno addirittura messo espressamente al bando l’idrossiclorochina, con uno specifico divieto. Per dire: se un medico di famiglia l’avesse mai ordinata, avrebbe corso il rischio non solo della radiazione dall’albo, ma anche di sanzioni penali.
Ai confini della realtà.
E c’è voluta, a metà dicembre 2020, addirittura un’ordinanza del Consiglio di Stato per consentirne e legittimarne l’uso.
Sorge la domanda: quante di quelle vite perse da febbraio a dicembre si sarebbero potute salvare utilizzando l’idrossiclorochina?
E comunque avrebbe alleviato tante sofferenze e tante sciagure l’adozione di un certo non complesso protocollo a base di un forte antibiotico specifico, come ad esempio l’azitromicina; un antinfiammatorio ad hoc, come l’ibuprofene; in più eparina (per evitare coaguli e trombi), zinco, vitamine. Un cocktail perfetto, disponibile in tutte le farmacie. E invece mai indicato, mai lontanamente suggerito dai Soloni di quel criminale ‘Comitato Tecnico Scientifico’, dell’altrettanto criminale ‘Istituto Superiore della Sanità’, nonché dell’AIFA a livello nazionale e a livello europeo dell’EMA, i due super organismi di vigilanza sui farmaci.
Capito quale gang ci ha condotti al patibolo, fin dentro il baratro?
Oggi tutti candidi come gigli. E li disturba perfino la Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid: che non caverà certo un ragno dal buco, ma qualche fastidio a Lorsignori potrebbe pur crearlo…
VACCINI KILLER
Andiamo dritti al Secondo atto della Tragedia. Il cui copione vede come protagonisti assoluti i Vaccini Killer, le aziende farmaceutiche che li hanno prodotti, le autorità di controllo che non hanno controllato un cavolo; ma anche la politica collusa con Big Pharma e suoi luridi affari stramiliardari sulla pelle della gente; infine i media totalmente genuflessi e cloroformizzati, protagonisti di una disinformazione a 360 gradi. Un mix che più esplosivo non si può.
Partiamo da un primo spartiacque. Ferragosto (non vi pare un po’ strano?) 2020: dopo appena 6 mesi la solitamente rigidissima ‘Food and Drug Administration’ (FDA) a stelle e strisce concede il suo ok a ‘Pfizer’ e ‘Moderna’ per la produzione dei loro sieri, entrambi a mRNA, quindi ‘genici’, ossia quelli che hanno causato, stanno causando e causeranno i più grossi danni alla salute di chi purtroppo li riceve. Danni soprattutto cardiovascolari (miocarditi, pericarditi, ictus, trombosi e infarti) e oncologici (i tumori dal 2021 sono in crescita esponenziale), ma ve n’è per tutti gli organi, no problem.
Come è mai possibile, dopo neanche 4 mesi di sperimentazioni, di ‘trials’, aver concesso l’autorizzazione a prodotti di tale complessità?
Tutti zitti e muti, non vola una mosca di un qualche ‘dissenso’ in quella bollente estate 2020; la gente ridotta al panico e quindi pronta ad accettare qualsiasi prodotto ‘miracoloso’. Anche un veleno, come si sono dimostrati quei sieri.
Le uniche ‘voci contro’, a livello internazionale, sono quelle sempre battagliera associazione ‘Children’s Health Defence’ fondata e animata da Robert Kennedy junior (il prossimo ministro della Salute Usa, se tutto va bene); e dell’autorevole rivista scientifica, il ‘Bristish Medical Journal’ (BMJ), che in tempo quasi reale, fine agosto 2020, pubblica un reportage molto critico contro la decisione adottata in fretta e furia dalla FDA. Perché si autorizza l’uso di prodotti totalmente sperimentali: visto che la dead line prevista per i trials era stata stabilita al 31 dicembre 2023. Motivo per cui -commenta con sdegno e amarezza il direttore editoriale BMJ – Peter Doshi, tutti i cittadini faranno da cavie.
Ancor più duri i fendenti contro ‘Pfizer’, la reginetta a bordo del suo ‘Comirnaty’, lanciati dal BMJ a proposito dell’efficacia di quel prodotto. A fine anno la star di Big Pharma sbandiera un’efficacia pari al 93-94 per cento. E ad inizio gennaio 2021 un reportage della rivista britannica scrive senza mezzi termini di un risicato 18-19 per cento.
Peggio che andar di notte l’agosto successivo, quando sempre il battagliero BMJ stavolta mette a segno un vero scoop, pubblicando una contro-inchiesta scientifica di grande valore, che smantella in un sol colpo la millantata sicurezza dei prodotti Pfizer.
Cosa succede? Un team di suoi redattori riesce a scovare una gola profonda, ossia una ricercatrice che è stata responsabile per tre mesi di un centro Pfizer per i trials negli Stati Uniti. Ne racconta di tutti i colori: test taroccati, tempi non rispettati, protocolli a farsi benedire, insomma di tutto e di più, sempre sulla pelle di tutti i cittadini che dovranno ‘obbligatoriamente’ (metodo nazi) ricevere quei prodotti. La ricercatrice non solo vuota il sacco con BMJ ma firma anche una denuncia contro Pfizer e la invia all’autorità di controllo, FDA. E sapete cosa combina FDA? Infila nel cassetto la denuncia, se ne fotte, ma la invia al ‘lupo’, Pfizer: che licenzia in tronco la coraggiosa ricercatrice.
Capito come funziona la musica negli States?
Parlavamo di inchieste, da noi mai neanche pensate se non quella sulla zona rossa in val Seriana, che si è subito sgonfiata come un palloncino.
Scenario più movimentano all’estero, soprattutto negli Usa. Dove però la magistratura ha dovuto fare i conti contro i Muri di Gomma eretti dalla Casa Bianca per difendere la sua sciagurata politica pandemica e soprattutto il suo gran regista, Anthony Fauci, come dettagliato ieri. Qualche parola in più sulle due inchieste avviate dalle procure della Louisiana e del Missouri, che hanno subito mirato al bersaglio grosso individuando i nodi cruciali: le vere origini del Coronavirus e la politica Usa per stroncare il dissenso e deviare l’informazione.
Della prima, appunto, abbiamo scritto nella prima parte della dirty story, attualizzata in queste ore dalle prime ‘ammissioni’ addirittura della CIA sull’origine ‘da laboratorio’, quindi artificiale, del Covid; e certo non ‘naturale’, come sempre sostenuto a spada tratta dal Super Virologo e dall’establishment della Casa Bianca, perfettamente complice e colluso con i metodi griffati Fauci.
La seconda inchiesta, invece, ha riguardato soprattutto le fortissime pressioni esercitate dalla stessa Casa Bianca sui media, e soprattutto sui social, affinché assecondassero la politica dell’amministrazione Biden sul fronte della gestione pandemica, e soprattutto chiudessero le porte ad ogni parere, pur espresso da ricercatori autorevoli e indipendenti (dal potere corruttivo di Big Pharma), dissenziente, critico, capace di ingenerare dubbi nei cittadini.
Se ne sono avute palesi conferme prima nel 2022, quando Elon Musk ha comprato Twitter (poi X) e subito reso pubblici tutti i commenti anti politiche covid via TwitterFiles: e poi con la duplice (la prima un anno fa, la seconda dopo il voto presidenziale Usa) del padrone di Meta, Facebook & C, Mark Zuckerberg.
A livello europeo, ieri abbiamo visto che misera fine hanno fatto tutte le inchieste avviate dallo stesso Parlamento UE, dall’azione meritoriamente promossa dal Difensore civico alla Commissione d’inchiesta sul Covid. Fino a quella davanti al Tribunale di Liegi: dove qualche settimana fa, fine dicembre, l’udienza per il ‘Pfizergate’ a carico della presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen e del CEO della star di Big Pharma, Albert Bourla, è stata rinviata a chissà quando. Altra dirty story ai confini della realtà, l’ennesima di questo sterminato, tragico copione che dura da 5 anni.
Sui devastanti effetti avversi causati dai ‘prodotti’ Covid vi invitiamo a scorrere le pagine dell’archivio ‘Voce’, perché sono tante, troppe le storie raccontate soprattutto negli ultimi due anni.
Ma prima di chiudere, per darvi solo un’idea dei Crimini di Stato commessi, vogliamo solo rammentarvi le ‘storiche’ parole pronunciate dall’allora premier Mario Draghi – il Vate che ancor oggi detta le regole UE – quando prese il testimone, in piena pandemia, da Giuseppe Conte. “Chi non si vaccino è un assassino, perché uccide non solo se stesso ma anche gli altri”.
Ricordatele sempre, quelle parole.
P.S. Vi invitiamo, come al solito, ad andare alla casella CERCA, in alto a destra della nostra home page, e digitare alcune parole chiave, come PFIZER, MODERNA, FOOD AND DRUG ADMINISTRATION, ROBERT KENNEDY, per rileggerne di cotte e di crude. Storie su cui sta calando, sempre più minacciosa, una impunità totale. E davvero tombale…
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