Cambiamento al vertice della ‘Corte Penale Internazionale’ dell’Aja per i crimini contro l’umanità, balzata ai vertici delle cronache nazionali e internazionali, nei giorni scorsi, per il mandato di cattura nei confronti del boia, assassino e trafficante libico incredibilmente subito liberato dal governo italiano e addirittura, come cadeau, portato a Tripoli su un volo di Stato e accompagnato dagli ufficiali dei nostri servizi segreti direttamente a casa sua, nel lager di Mitinga dove ha ammazzato e fatto ammazzare centinaia di profughi. Mi fa perfino schifo citarne il nome. Trovate il pezzo nelle news di giorni fa.
Una ‘dirty story’ che ha fatto e fa ancora rabbrividire il mondo intero.
Ma ecco la novità. E’ stato infatti appena nominato il nuovo numero uno ad interim della ‘International Penal Court’ (IPC), che prende il posto di Nawaf Salam, in carica da appena un anno e che aveva sostituito lo statunitense Joan Donoghue. Deve lasciare l’incarico, Salem, perché è stato eletto, un paio di mesi fa, premier del governo libanese, una poltrona che scotta non poco in questo bollente scenario mediorientale.
La new entry – finalmente arriviamo al punto – si chiama Julia Sebutinde, nigeriana, già dal 2013 componente della Corte. Una sionista doc, una che difende a spada tratta gli interessi ‘storici’ di Israele in tema di occupazione illegale dei territori palestinesi e, soprattutto, in difesa del genocidio perpetrato a cominciare dal 1947 dai governi di Tel Aviv e culminato con le criminali operazioni avviate dal 7 ottobre 2023.
Capito la musica che da oggi in poi verrà suonata all’Aja?
Vediamo alcuni dettagli in più sulla sporca vicenda in perfetto odore di complicità & collusione a livello internazionale, alla faccia del mondo e sulla pelle dei palestinesi.
Premettiamo che il giallo è stato totalmente silenziato, oscurato dal mainstream, dai media occidentali, ben compreso quello – ormai da encefalogramma piatto – di casa nostra: i quali avrebbero dovuto sentire almeno l’obbligo morale e deontologico di informare i cittadini sulle vicende che caratterizzano in queste ore la Corte dell’Aja, come detto alle prese con il vergognoso caso libico. In pole position quelli nostrani: invece al solito cloroformizzati & silenziarti.
Nel torpore mediatico e politico più totale, infatti, giorni fa si è insediata sulla poltrona di presidente ad interim della Corte dell’Aja la lady nigeriana, che nel suo pedigree fa bella mostra solo di un paio di titoli: è stata anni fa membro della Commissione speciale della Sierra Leone ed oggi è ‘Cancelliere’ della ‘Muteesa I Royal University’ di proprietà del regno di Buganda.
In perfetto stile ‘Totò d’Africa’ con tanto di anello al naso…
Ma la trippa per gatti – come soleva dire il mitico Totò – deve ancora venire. Perché l’intero mandato della lady nigeriana come membro IPC è stato finalizzato alla totale difesa degli interessi d’Israele, coprendo e anzi manifestamente difendendo le ragioni del suo scientifico genocidio della popolazione palestinese. Più realisti del re e dei boia di Tel Aviv: ai confini di ogni realtà possibile e immaginabile.
Vediamo, allora, cosa ha combinato la neo numero uno negli ultimi mesi.
Per farlo, visto la totale disinformazione dei nostri media, e ZERO notizie sulla pur calda questione, non c’è che da andare in rete. Dove con gran fatica scopriamo qualche pezzo, dopo una lunga circumnavigazione.
Partiamo dal primo, messo in rete da ‘Invicta Palestina’, che a sua volta attinge ad un articolo del 15 gennaio pubblicato da ‘New Arab’. Titolo: “Giudice pro-Israele a capo della Corte Internazionale dopo la nomina di Nawaf Salom a primo ministro del Libano”.
Eccoci ai passaggi salienti.
“La controversa giudice ugandese Julia Schutinde, che ha difeso Israele dalle accuse di genocidio a Gaza, è pronta ad assumere la presidenza della Corte dell’Aja”.
“Schutinde ha attirato l’attenzione internazionale per la sua ferma opposizione alle accuse di Genocidio mosse dal Sudafrica contro Israele. E’ stata il solo giudice, a fianco di quello nominato da Israele, Aaron Barak, a votare contro una direttiva della Corte che invitava Israele ad interrompere immediatamente le sue operazioni militari a Gaza. La sentenza di luglio 2024, approvata con 13 voti contro 2, ha anche ritenuto illegale la presenza di Israele nei territori palestinesi occupati. In un parere dissenziente, Schutinde ha descritto il procedimento come ‘una valutazione forense unilaterale della conformità di Israele al diritto internazionale’”.
Non basta, perché ha sostenuto che il conflitto tra Israele e Palestina era (ed è, di tutta evidenza), “essenzialmente e storicamente politico, e quindi al di fuori della giurisdizione della Corte”.
Da ricovero presso il più vicino presidio psichiatrico.
Tanto per aver conferme, ecco cosa riporta il sito cattolico ‘Agenzia Nova’ in un pezzo messo in rete mesi fa: “La giudice Schutinde ha suscitato molte polemiche pronunciandosi contro la richiesta sudafricana nei confronti di Israele: è stata l’unica del collegio ad aver votato contro le 6 mozioni e contro tutte le misure decise dalla Corte per denunciare il genocidio a Gaza e prevenire ulteriori atti criminali”.
Ma dove sta la radice di tutto? Ossia delle decisioni fuori dal mondo, da ogni logica, da ogni etica, adottate dal nuovo vertice (speriamo solo provvisorio) dalla Corte dell’Aja?
Nel suo ‘SIONISMO CRISTANO’: quanto di peggio possa esistere al mondo, nazi permettendo. Lo ha spiegato un commentatore a stelle e strisce, Arthur Fawler, scrivendo della sua (della super giudice nigeriana) devozione alla ‘chiesa pentecostale di Watoo” e del suo sommo predicatore Gary Skinner che le ha trasmesso valori di “integrità, onestà, misericordia, empatia e duro lavoro”.
Lo documenta un reportage firmato da un grande giornalista d’inchiesta, Max Blumenthal, e messo in rete dall’ottimo sito statunitense di contro-informazione, ‘The Greyzone’, il 24 gennaio, New ICJ presidente a Christian zionist influenced by End Time theology
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