De Minaur è il number 8 del ranking mondiale tennistico, non un dilettante allo sbaraglio. In quel di Melbourne, l’australiano ha opposto la sua racchetta al mitico Jannik con il conforto affettuoso di 15 mila connazionali opposti in misura impari a una decina di italiani. Nel giorno del dopo show, dell’avanspettacolo della coppia di tragicomici Trump-Musk, si oppone alle balle di resoconti bluff la strepitosa verità di Sinner, dell’imbattibile altoatesino infastidito da colleghi (Kirgios, Medvedev) preda di travasi di bile da invidia, ma non al punto da influire in negativo sulla sua splendida superiorità di atleta e di giovane gentiluomo.
Da qualche ora, il povero De Minaur, demolito fisicamente e mentalmente da un impeccabile Sinner ha mimato più volte la resa senza condizioni allargandole braccia e occhi rivolti in cerca di conforto. La verità di un campione che stravince e risponde sul campo a frustrati denigratori non ha la dimensione adeguata a compensare le plateali bugie di pericolosi attentatori della democrazia mondiale che gli sconcertanti elettori americani hanno spedito alla Casa Bianca, ma confrontare verità e bugie, fa bene comunque, pur nella loro abissale diversità.
Mente il tycoon di cui ha vergona perfino la terza moglie, costretta a presenziare all’incoronazione del marito e per passare inosservata in abbigliamento anonimo. Il debordante Donald, creatura a suo dire gradita al Padre Eterno, assolve l’orda di scalmanati assaltatori del Campidoglio da lui aizzati. Come a dire “La profanazione istituzionale? È stata una ragazzata di giovani americani che avevano ecceduto nel dissetarsi con un paio di birre…era invitati a una festa in maschera, come dimostra il vichingo cornuto alla testa della combriccola…Dei locali messi a soqquadro è responsabile la rabbiosa reazione del personale addetto alle pulizia, in sciopero perché sottopagato…”. Il benevolo innocentismo del tycoon, contraddetto dalla reintroduzione della pena di morte, ha trovato immediati proseliti.
La sua devota follower Giorgia e chi per lei (Nordio?) ha dato l’ok per la libertà del generale Almasri Habish, spietato torturatore e lo ha rispedito nella sua Libia, La nostra signorina presidentessa del governo deve darsi da fare se vuol stare al passo (‘sul pezzo’ come suggerisce lo stuolo di suoi ‘amichettisti’) con il ‘repulisti’ di migranti ordinato da Trump ( a cominciare dalle retate nelle mosche). La ‘donna più potente d’Europa per essere all’altezza dovrebbe progettare una campagna di espulsioni, di restituzioni al mittente, gratuita, spingendo i migranti a tornare di dove sono venuti a nuoto, via Mare Nostrum. Altra lacuna: Giorgia è priva di ambizioni espansioniste, non rivendica l’annessione di Svizzera, Austria, Slovenia, tradisce la strategia neo colonialista del neo presidente Usa che intende annettere Canada e Groenlandia.
Di bugia in bugia. Con veemenza da palestrato, per euforia da aiutini in pasticche, il ‘paperon dei paperoni’, più re Mida di tutti, al secolo Musk, ha direttogli occhi al cielo, col braccio teso nel saluto nazifascista, commentato così da tale Andrea Stroppa, che lo rappresenta in Italia: “L’impero di Roma è tornato, a cominciare dal saluto romano”. Non serve ricordare il tifo del neo vice Trump per i nazisti tedeschi dellìAfd, l’invito a Wasghinton della loro leader Von Storch, della Meloni destrorsa e non di Ursula von Layen che rappresenta l’Europa. Georgia avrà altro su cui mentire accodandosi a Trump che disconosce l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si dissocia dagli accordi sul clima e annuncia la rivalutazione energetica di carbone e petrolio (che dagli Usa compriamo a costi record). Cosa inventerà Giorgia per giustificare lo stop alle fonti energetiche alternative, per assolversi dall’inevitabile rincaro delle bollette dei carburanti? Cosa degli oneri aggiuntivi per i dazi sui prodotti importati dagli Stati Uniti? In ultimo: se come sembra l’America ci suggerisce-vieta di eseguire il mandato internazionale d’ arresto del criminale di guerra Netanhjau, che altra balla inventerà palazzo Chigi?
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