GIUSTIZIA / L’OBBROBRIO DELLA “GRANDE RIFORMA” NORDIO

Giustizia allo sfascio.

Ancora di più se passa la ‘Grande Riforma’ partorita dalla destra sfascista e firmata dal Guardasigilli Carlo Nordio: un autentico obbrobrio, il peggio del peggio.

E, soprattutto, una letterale presa per il culo di quanti avevano ‘sperato’ che qualcosa potesse una buona volta cambiare nel più che feudatario sistema giudiziario di casa nostra, ormai ridotto in stato ogni giorno più comatoso. E da rendere totalmente inverosimile la scritta che campeggia nelle aule dei tribunali di tutta Italia: la giustizia è uguale per tutti. Un falso che più falso non si può.

Passiamo alle news del secolo e scorriamo le novità che stanno per essere scolpite nella storia della nostra povera Italia: dove chi ha scritto la Costituzione si sta certo rivoltando nella tomba.

Partiamo dalla ‘rivoluzione’, ossia la separazione delle carriere dei magistrati, sempre vagheggiata dal capo della P2, il ‘VenerabileLicio Gelli.

Giorgia Meloni con Carlo Nordio, che vediamo anche nella foto in apertura

E’ questa la bandiera sventolata con forza dalla sgangherata gang al governo, e della quale va fiera la nostra premier, Giorgia Meloni, ora in volo per abbracciare i big friends Donald Trump ed Elon Musk nel giorno dell’altrettanto storico insediamento del tycoon alla Casa Bianca per il bis.

Una bandiera lacera e, soprattutto, pericolosa: perché mette sotto il tallone della Politica, quindi dell’Esecutivo, perciò del futuro Super Premier (l’altra ‘Grande Riforma’ alla Meloni) quel poco che resta di una ormai scarsissima indipendenza delle poche (vere mosche bianche) toghe intrepide rimaste sul campo: che da domani finiranno per perdere quel filo di coraggio che li aveva accompagnati. Del resto, l’abbiamo sempre sottolineato: la magistratura, quella vera, è morta sotto il tritolo di Capaci e di via D’Amelio, ossia con l’esecuzione (voluta dalle istituzioni non poi troppo ‘deviate’) di Giovanni Falcone e, soprattutto, di Paolo Borsellino.

Ma torniamo – è proprio il caso di dire – a bomba. Ossia alla vergognosa riforma partorita dalla destra che più nera non si può, autentico ceffone sulla faccia di tutti gli italiani che ancora credono in una possibile giustizia, quella autentica.

State a sentire quello che succede se va in porto il Progetto Killer.

 

L’attuale composizione del CSM

 

Eccoci ai due CSM. Vale a dire la duplicazione dell’obbrobrio: ne abbiamo fino ad oggi 1, ne avremo 2. Ai confini della realtà.

Perché uno si occuperà dei magistrati requirenti, vale a dire dei pm che ordinano le indagini e formulano le accuse. L’altro si dedicherà ai magistrati giudicanti, ossia quelli che scrivono le sentenze ed emettono i verdetti.

A questo punto penserete a studi differenti, a libri di testo ben diversi, a corsi didattici di natura del tutto opposta: peccato che il diritto sia uno, modificabile certo, ma sempre uno, quello che è in vigore e dovrebbe trovare attuazione nelle aule di giustizia. E allora?

Procediamo oltre.

Perché il vero nodo, il bubbone gigantesco che esiste e non verrà certo estirpato da questa mostruosa Riforma (sic) riguarda la composizione dello stesso Consiglio Superiore della Magistratura, del CSM: anzi dei 2 CSM, se tutto passa così come ha già ricevuto l’ok di Palazzo Madama.

E’ tutto e solo questione di numeri, un fatto prettamente aritmetico, che però diventa sostanza politica e, soprattutto, di Potere, di uno sconfinato potere sui destini di tutti i cittadini.

Prendete carta e penna.

I futuri CSM vedranno in campo il Capo dello Stato, che li presiederà; quindi il Primo Procuratore della Cassazione, ossia un magistrato; il Procuratore Generale della Cassazione, che è un altro magistrato. Attenzione al seguito: un terzo dei membri verrà scelto tra una lista di docenti universitari, costituzionalisti e avvocati; i due terzi tra magistrati, sia requirenti che giudicanti.

Avete capito bene? La maggioranza, in questo modo, continuerà ad essere SALDAMENTE nelle mani dei magistrati, della Kasta. Che quindi continuerà tranquillamente ad AUTOGOVERNARSI, perciò a decidere su se stessa. Come neanche nelle tribù africane, di sicuro più democratiche ed eque.

Un’aula del tribunale di Napoli

Ma sapete qual è la ‘novità’ che esce dal cilindro? I nomi, stavolta, verranno sorteggiati, avete letto bene, estratti a sorte, come succede per i numeri al lotto. Un colpo alle correnti che decidono i destini togati, gonfiano il petto lorsignori al governo (sic).  Ma la Kasta, però, ha la fortuna più unica che rara al mondo di poter sempre e comunque farsi le regole in casa, decidere sui suoi stessi destini. Come succedeva, appunto, nelle ere feudali.

C’è bisogno di un’altra conferma? E, soprattutto, di un’altra clamorosa presa per i fondelli di tutti gli italiani perpetrata da questo governo arci sfascista e dalla sua grandiosa Riforma del Pianeta Giustizia strombazzata come neanche nei mercati rionali?

Al posto del Consiglio di Disciplina del CSM, chiamato a giudicare i comportamenti ‘anomali’ (è un puro eufemismo) dei magistrati in servizio, viene pomposamente tenuta a battesimo l’ALTA CORTE DISCIPLINARE. La stessa cosa, solo che ha un nome vagamente militare, come è nello stile della Meloni gang, che più nera non si può.

Vediamo, a questo punto, come è composta, questa Alta Corte.

15 i suoi membri. 3 sono di nomina presidenziale, ossia vengono scelti direttamente dal Capo dello Stato. 3 vengono sorteggiati in una rosa di nomi votati dal Parlamento; 6 vengono estratti a sorte tra i magistrati giudicanti; 3, infine, sempre a sorte fra i magistrati requirenti.

Semplice come bere un bicchier d’acqua trarre le conclusioni: anche stavolta c’è un nettissimo predominio di magistrati che continuano ad autogovernarsi e, in questo caso, ad autogiudicarsi nello loro ovattate stanze. Caso mai in nome di Trasparenza, Democrazia e, of course, di Giustizia.

Sorge spontanea la domanda alta come un grattacielo: in che modo mai pensate che questa futura ALTA CORTE DISCIPLINARE possa decidere in modo equo sulla responsabilità di un magistrato che ha danneggiato un cittadino, il gigantesco vulnus della nostra pseudo-democrazia?

Come mai la Kasta in toga continuerà ad essere l’unica immune, indenne, intoccabile come solo da noi succede in questo devastante modo?

Tutto cambia perché nulla cambi, se vi ricordate il ‘Gattopardo’ firmato da Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

Anzi peggiori in modo che più irreversibile non si può: sulla pelle degli italiani.

Di chi, questa Giustizia, la paga sulla propria pelle nel senso più letterale del termine.

Vergogna

Vergogna

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