Bei tempi andati: una, due schedine poi il ‘sistema’ di giocate multiple, il lampo di genio per vincite clamorose di scrivere due nella casella della partita casalinga della capoclassifica contro l’ultima in classifica. Insomma, lo scomparso Totocalcio. Il defunto gioco popolare della caccia al ‘13’ non ha privato gli scommettitori dell’adrenalina da rischio, anzi li ha coinvolti con una gamma infinita di test. Poco manca che si scommetta sulla misura delle scarpe di Belen Rodriguez o di Messi. La nostra scommessa è “ideologica” (tra virgolette), e ha molte chance di vittoria, di incassare un premio ingente. È però più corretto usare il condizionale ‘avrebbe’, perché i siti di settore non prenderebbe mai in considerazione la nostra scommessa, valutando l’esito troppo prevedibile, scontato.
Mentire, recita un detto popolare, ha gambe corte, in particolari circostanze cortissime. Negli Stati Uniti un inquilino della Casa Bianca, colpevole di menzogne acclarate, incorre nella condanna della destituzione dall’alto incarico. Incorre, coniugato al presente, è un errore sintattico da disinformati, meglio dire ‘incorrerebbe’. Sovranisti al potere fanno delle bugie il substrato di quanto spacciano per vero senza subire le conseguenze dello ‘sputtanamento”, Ecco perché i siti che gestiscono l’affare scommesse, non accettano le quote di chi punta sul crac personale di un riconosciuto mentitore qual è Trump. L’ultima menzogna: il tycoon addebita la strage di New Orleans all’immigrazione illegale. Colpevole un migrante? Shamsud Din Jabbar è cittadino americano, militare dell’esercito yankee.
Come ricorda Michele Serra del 99 percento delle stragi che insanguinano gli Stati Uniti sono colpevoli cittadini americani. Coniugare a ripetizione il verbo mentire è in uso di non pochi sovranisti, ma occupiamoci delle bugie di casa nostra, della ‘signorina presidentessa del consiglio, della sua chilometrica conferenza stampa auto celebrativa di fine anno: inesattezze, incertezze, tante bugie. “La crescita italiana è stimata superiore a quella europea”. Falso. In Europa è dell’1,3%, quella italiana solo allo 0,9%. “Abbiamo diminuito le tasse tagliando la spesa pubblica”. Falso. Non solo non diminuiscono le tasse ma aumenta la spesa pubblica di ben 15 miliardi. “Siamo il primo governo che ha tassato le banche”. Falso. Non c’è stata alcuna tassazione sugli extraprofitti bancari e nessun istituto di credito ha versato un euro allo Stato rispetto al passato. “Autonomia: l’unico governo che lavora sui livelli essenziali delle prestazioni”. Falso. Dal 2001 tutti i governi hanno lavorato sui LEP, come detto dal giurista Sabino Cassese in Senato. “Prima mappatura delle nostre coste”. Falso. Dal 2016 sono state fatte varie mappature per risolvere la questione concessioni balneari che Meloni continua a ignorare. “Il premierato non tocca i poteri del capo dello stato. Falso. Con la riforma il Presidente della Repubblica non avrebbe più il potere di nominare il premier e i senatori a vita. Rimarrebbe come solo ruolo di rappresentanza. “Non ho mai chiesto in passato le dimissioni dei ministri indagati”. Falso.
Per anni Giorgia Meloni ha tuonato contro Ministri, sottosegretari o semplici esponenti avversari sottoposti a indagine giudiziaria, come con le Ministre Boschi, Guidi, Cancellieri e Idem. “La mancata ratifica del mes può diventare occasione per rivedere il trattato”. Falso. Tutti i principali dirigenti delle strutture legate al MES hanno sempre anteposto la ratifica del trattato alla possibilità di nuove modifiche. L’Italia è venuta meno ai patti con l’Unione Europea, scegliendo un folle isolamento politico. Ecco, Meloni ha mentito, in diretta tv, a milioni di italiani, ma resta lì, incollata alla poltrona di Palazzo Chigi, nel Bel Paese che assorbe le sue menzogne senza poterla spodestare.
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