SENATO / RENZI-LA RUSSA, GUERRA FRA TITANI

Senato col botto a fine anno.

Fa già ‘storia’, tra gli ominicchi di questa repubblica allo Stato ormai comatoso, la davvero singolar tenzone tra il capo (o meglio, kapò) di palazzo Madama, Ignazio Benito La Russa, e il leader di Italia Viva, Matteo Renzi.

Il quale – dopo un decennio nel corso del quale ha conquistato la palma di peggiore in Parlamento e di miglior trasformista – improvvisamente ha mostrato che il suo ‘partito’ emana ancora qualche segnale di ‘vita’ e, lui, di aver riconquistato il barlume di una minima ragione apostrofando proprio la seconda carica di questo Stato in fin di ‘vita’, l’Ignazio Benito, che se capita qualcosa a Sergio Mattarella diventa il nostro Presidente.

Ai confini della realtà.

Ecco, testuale, il botta e risposta finito sotto i riflettori parlamentari: che rammenta non poco la story del bue che da’ del cornuto all’asino.

Renzi: “Lei, camerata La Russa, deve rispettare le opposizioni”.

E La Russa: “Senatore Renzi, abbia la cortesia di non fuggire della verità”.

A seguire i commenti dei due protagonisti, a botta calda.

Renzi: “Quando gli ho detto che è un camerata La Russa non ha reagito. Speravo reagisse, ma nulla. Se il presidente La Russa ritiene l’espressione ‘camerata’ un’offesa, mi fa sinceramente piacere: sarebbe il segno di una maturazione certo interessante. Se invece La Russa ritiene l’espressione ‘camerata’ un complimento, non ho niente da aggiungere a quello che ho detto in Aula”.

E ancora: “Il 2025 si presenta come un anno politicamente interessante per chi non si piega ai diktat dei camerati”.

La Russa: “Mi dispiace che Renzi anziché scusarsi menta sapendo di mentire. Credo che Renzi non possa mai trovare in me alcuna sponda per il suo annunciato proposito di buttarla in rissa. Capisco poi la sua delusione per l’assenza di ogni mia reazione sia all’uso del termine ‘camerata’ sia all’accusa che non mi turba di essere più anziano di lui. A Renzi auguro di spendere come me gli anni che ci separano”.

Totalmente incomprensibili le parole del presidente del Senato. A quanto pare, fino ad ora, nessuno ha chiamato un’ambulanza del 113 per condurlo al più vicino presidio psichiatrico.

Renzi, però, ci è andato perfin leggero.

Roberto Fiore. Sopra, il botta e risposta fra Renzi e La Russa in Senato

Perché, nonostante nel salotto di casa La Russa troneggi il busto del suo amatissimo Benito, le amicizie & i legami del numero uno di palazzo Madama sono più NERE che mai: storicamente coltivate, soprattutto, negli ambienti nazi.

Una su tutte, quella con il ‘mitico’ fondatore e ancor oggi animatore di ‘Forza Nuova’, al secolo Fiore Roberto. Una liaision arci border line, più volte denunciata dalla ‘Voce’.

Mister Fiore, infatti, venne condannato, negli anni ’90, ad 8 anni e mezzo di galera per tentata strage. Non ha mai scontato un giorno perché è allegramente fuggito a Londra, sotto le protettive ali del servizio segreto britannico, il famigerato ‘MI6’: e qui ha coltivato i suoi dirty business, riciclando a più non posso i miliardi di fondi trafugati a ‘Terza Posizione’, un’altra band nera negli anni di piombo.

Trascorsi quei fatidici 8 anni e mezzo, il candido Fiore ha fatto rientro in Italia, accolto a braccia aperte all’aeroporto di Fiumicino da tutti i big (o pig) di Alleanza Nazionale, che ha poi cambiato pelle negli odierni Fratelli d’Italia.

Non è certo finita qui. Perché il bel Fiore ha beccato poco più di un anno fa un’altra condanna, stavolta in primo grado, per le violenze squadriste del 2021 alla sede nazionale della Cgil. Altri 8 anni esatti: un numero che di tutta evidenza calza a pennello per l’immacolato Fiore nero.

Capito la musica?

La musica non è certamente cambiata quando Ignazio Benito è per incanto diventato il numero due del nostro povero Stato ridotto in macerie, con il governo sfascista della ‘Giorgia’ che ormai mezzo mondo (occidentale, marcio fino al midollo) ci ‘invidia’.

Sapete quale ciliegina ha piazzato sulla torta l’immancabile ‘camerata’ La Russa? Nella short list degli invitati eccellenti per visitare l’ormai ‘suo’ palazzo Madama appena insediato, Ignazio Benito ha segnato in grassetto il nome del suo camerata nero prediletto, quello di Fiore Roberto.

L’ex ministro Gennaro Sangiuliano

Sorge spontanea la domanda alta come un grattacielo: con quale faccia di bronzo può mai, la seconda carica di questo povero Stato al collasso, far anche solo accedere nelle aule parlamentari un latitante che non ha scontato la condanna a 8 anni e mezzo, poi condannato ad altrettanto? Ossia un criminale a tutto tondo, neanche più un pregiudicato.

Fatto sta che questo, come abbiamo ormai appurato in due anni di totale governo sfascista, è un esecutivo formato da ignoranti colossali nel migliore dei casi: come dimostra, in modo che più plastico non si può il caso Sangiuliano, il perfetto ministro della Sub-Cultura.

Nel peggiore, da individui collusi con stragisti pure mancati, come esemplifica in modo che più evidente non si può la Fiore-La Russa story. Dio li fa e poi li accoppia, dicevano i saggi un tempo.

Nel mezzo una banda di incompetenti & imbecilli allo stato brado.

Possibile che nessuno si accorga di questo gigantesco sfascio morale, etico, sociale oltre che economico e politico? Ci stanno portando, i neri, nel baratro più nero. E tutti a seguirli, come nella mitica parabola dei ciechi di Bruegel…

 

 

P.S. Per rileggere articoli messi in rete negli ultimi anni dalla Voce sui personaggi sopra citati, come al solito vi consigliamo di andare alla casella CERCA che si trova in alto a destra della nostra home page. Digitando IGNAZIO BENITO LA RUSSA e ROBERTO FIORE potrete divertirvi non poco!


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