BILDERBERG / ARRIVA IL “NATO” JENS STOLTENBERG AL VERTICE

C’è un nuovo ‘capo’ sul ponte di comando griffato Bilderberg, il maxi summit che ha preso il volo nel 1954 e detta le ‘regole’ per tutto l’Occidente nel tradizionale summit d’inizio estate. Si tratta nientemeno che del Segretario Generale della NATO fino a pochi mesi fa, il norvegese Jens Stoltenberg. Non ha fatto in tempo a lasciare quella poltrona nelle mani dell’ex premier olandese Mark Rutte che ora trova un’altra, prestigiosa location: proprio al vertice Bilderberg, dove subentra, guarda caso, ad un altro ‘orange’, l’economista Victor Halberstadt, passato a miglior vita lo scorso settembre.

Assume quindi una fisionomia sempre più votata alla guerra & alle strategie militari la maxi ‘Organizzazione’, del tutto adatta ai tempi che corrono e all’aria che tira, con i sempre più incendiari conflitti a farla ormai da padrone, Ucraina e Medio Oriente ovviamente in pole position, senza dimenticare lungo il percorso i tantissimi focolai disseminati in mezzo mondo, oltre una cinquantina secondo le stime più rosee, scatenati per i quattro quinti dagli Stati Uniti, i gendarmi del mondo.

Qualche brevissimo cenno al fresco numero uno, Stoltenberg; per poi puntare i riflettori sulla Bilderberg story, una storia non poco opaca (o, se preferite, dirty) che viaggia da 70 anni esatti, più volte, come vedrete alla fine, documentata dalle inchieste messe in rete dalla ‘Voce’, la prima 20 anni fa suonati.

 

DAL VERTICE NATO A QUELLO BILDERBERG

L’ex premier del governo di Oslo ha preso il timone dell’Alleanza Atlantica nel 2014, portandolo avanti per due mandati di seguito, poi addirittura prorogati di altri due anni per via del conflitto appena scoppiato in Ucraina.

Un regno decennale incontrastato, dunque: e negli ultimi tempi sempre più votato alla belligeranza totale, in perfetta sintonia, of course, col padrone a stelle e strisce, genuflettendosi regolarmente davanti ai diktat in arrivo dalla Casa Bianca: anzi, a volte, anticipandoli, da impeccabile servitore.

Volodymyr Zelensky con Ursula von der Leyen. In apertura, Stoltenberg

Ora, quel timone è passato nelle affidabili mani di un altro maggiordomo che più inappuntabile non si può, Rutte appunto, secondo il cui fresco Verbo la NATO deve fiancheggiare l’Ucraina ora governata dal presidente-pupazzo Volodymyr Zelensky fino alla vittoria finale contro la Russia del demonio Vladimir Putin.

In questa ‘mission’, sia Stoltenberg prima che Rutte ora si sono trovati d’amore e d’accordo, perfettamente allineati e coperti con la riconfermata presidente della strategica Commissione UE, Ursula von der Leyen, la quale – non dimentichiamolo – prima di far ingresso dalla porta principale nel salotto europeo, ha ricoperto l’incarico di ministro della Difesa nell’esecutivo tedesco. Una guerrafondaia a tutto tondo, lady Ursula: la quale – non va neanche dimenticato – deve fronteggiare in queste settimane un processo da novanta davanti al tribunale di Liegi. Pesantissima l’imputazione: corruzione, distruzione di documenti, frode per il ‘Pfizergate’, ossia la combine da 71 miliardi di euro sul fronte delle maxi forniture di vaccini anti Covid. Tre contratti taroccati in combutta col Ceo di ‘Pfizer’, Albert Bourla, il terzo e più consistente dei quali, da 31 miliardi, ‘stipulato’ addirittura via sms, un messaggino che poi – incredibile ma vero – è sparito, letteralmente volatilizzato.

Ma usciamo dal campo ‘minato’ delle maxi corruzioni per entrare in un campo non meno minato, quello delle guerre sempre evocate dai vertici Bilderberg, ora incarnati dall’uomo perfetto nel momento perfetto, lo Stoltenberg d’acciaio.

Il quale, va ancora rammentato, non è certo nuovo ai mega salotti griffati Bilderberg. Il suo esordio, infatti, è datato 2002, quindi ben oltre un ventennio fa. La sua migliore performance, almeno fino ad oggi, è stata sei anni fa, proprio in Italia, a Torino, dove si è svolta in gran spolvero l’edizione Bilderberg 2018. In quella occasione l’ex Segretario Generale della NATO tenne il discorso principale, dopo il sontuoso banchetto che aveva aperto i lavori.

Non è finita qui. Perché mister Stoltenberg è attualmente anche il presidente della prestigiosa ‘Conferenza per la Sicurezza’ di Monaco, un appuntamento strategico per tutte le cancellerie occidentali, ormai in permanente assetto di guerra con una fortissima escalation delle spese per la ‘Difesa’ (sic) negli ultimi due anni.

 

BUSINESS MILITARI A TUTTA BIRRA

Da un maxi affare all’altro eccoci di nuovo sotto il più che attrezzato e munito tetto Bilderberg.

Secondo non pochi addetti ai lavori ha infatti avuto una forte accelerazione l’ingresso nelle sue alte sfere di pezzi da novanta dell’industria militare, della sicurezza e delle ormai prossime cyber wars. Ecco, a seguire, una breve carrellata di presenze non poco inquietanti.

Marcus Wallenbeg

Partiamo proprio dal summit che si svolge in Svezia a giugno 2015. A presiedere i lavori c’è un grande fan degli ultimi anni, il magnate dell’industria Marcus Wallenbeg, patròn del marchio ‘SAAB’, che produce sistemi di difesa a tutto campo. E’ poi la volta di Eric Schmidt, ex vertice di ‘Google’ e oggi super impegnato soprattutto nella produzione di droni kamikaze, con molti clienti ma uno da accontentare sopra tutti, l’Ucraina. Herr Schmidt ha capeggiato la fresca ‘Commissione per la Sicurezza Nazionale sull’Intelligenza Artificiale’, roba per eletti.

Troneggia poi, nell’assetto di vertice Bilderberg, la figura di Peter Thiel, il quale vanta un’amicizia eccellente, quella con Elon Musk, ormai il presidente ombra di Donald Trump, nelle cui casse finì, nel 2017, 1 milione di dollari versati dal generoso Thiel. Ossia il fondatore del mitico sistema di pagamento ‘PayPal’ e di ‘Palantir’, il colosso nel campo dell’intelligenza artificiale e della sorveglianza. Tra gli ‘affiliati’ Bilderberg c’è anche il Ceo di Palantir, vale a dire Alex Karp, che capeggia un arcipelago di sigle che fanno tutte capo al suo amico & mentore, Thiel. Quest’anno Karp ha fatto una ‘profezia’: nel 2025 gli Stati Uniti entreranno in conflitto su tre fronti, ovvero contro Cina, Russia e Iran. Ci manca solo la Corea del Nord all’appello.

Marie-Josè Kravis

Un altro nome da novanta, quello di Marie-Josè Kravis, oggi ancor più strategico, nella nomenklatura Bilderberg, perché va ad affiancare Stoltenberg come co-presidente del Comitato Direttivo.  Economista canadese, lady Kravis è tra i protagonisti di vertice nella compagine di ‘Publics’, una delle più grosse aziende mondiali sul fronte delle relazioni pubbliche e della comunicazione. Suo marito, Henry Kravis, è un altro super big: un secondo Bill Gates, noto come ‘arci miliardario e filantropo’ al pari del fondatore di Microsoft, al timone di un colosso nel settore delle sigle speculative d’investimento, i famosi (o famigerati’) hedge fund che oggi riciclano di tutto e di più. Lui, Henry, guida con mano ferma ‘KKR’, un fondo specializzato in uno strumento tipico dei faccendieri di lungo corso, il ‘leveraged buyout’.

Eccoci quindi ad un altro ingresso eccellente dalla porta dorata e principale di casa Bilderberg: quello di un notissimo anchorman a stelle e strisce ed ex big della ‘CNN’. Si tratta di Fareed Zakaria, di evidenti natali arabi. Un’apertura a quel mondo (del resto spalancato dagli sceicchi), una glasnost in vista per i sempre segreti salotti Bilderberg, o che altro?

Staremo presto a vedere, a partire dall’edizione svedese 2025 e dalle sue anticipazioni d’inizio anno.

 

Per rileggere articoli e inchieste pubblicate dalla Voce sui personaggi e le sigle citati nel pezzo, come al solito basta andare alla casella CERCA che si trova in alto a destra della nostra home page e digitare, ad esempio, JENS STOLTENBERG o MARK RUTTE oppure URSULA VON DER LEYEN o BILDERBERG per trovarne a iosa.

Più nello specifico vogliamo invitarvi caldamente a dare una ripassata all’ultimo pezzo messo in rete il 1 giugno 2024,

BILDERBERG / I POTENTI IN SUMMIT A MADRID

E, soprattutto, a quello di 9 anni fa, grazie al quale potete ritrovare il primo reportage pubblicato dalla Voce, allora cartacea, 20 anni fa esatti, febbraio 2005. E’ infatti del 5 giugno 2015

 

 

G7 E BILDERBERG, ECCO SICUREZZE E ORDINI MONDIALI

Buone letture.


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