L’OMICIDIO POLITICO DI LUIGI MANGIONE

Luigi Mangione ha ucciso Brian Thompson, il potente manager della United Healthcare, la più importante compagnia di assicurazioni sanitarie negli USA. Lo ha fatto perché l’assicurazione sanitaria si rifiutava di rimborsare le spese necessarie per curare adeguatamente la sua malattia. Soffriva di una spondilolistesi che gli procurava un violento dolore cronico. La sua patologia si era aggravata anche a seguito di un incidente e l’insopportabile dolore era dovuto agli esiti di una successiva operazione chirurgica, che doveva essere risolutiva, ma che nel suo caso era andata male. Gli aveva lasciato però gravi esiti, tra cui l’impossibilità ad avere rapporti sessuali. Si prospettava per lui la necessità di un ulteriore periodo di costose cure farmacologiche e riabilitative. Ma la sua assicurazione sanitaria, che pagava da anni regolarmente, non intendeva più coprire le sue spese sanitarie. Questo comportamento si ripete frequentemente nei paesi che adottano il sistema fondato sulle assicurazioni sanitarie. Queste compagnie, infatti, nei momenti di vero bisogno trovano sempre un cavillo contrattuale per bloccare i rimborsi, naturalmente succede quando i costi diventano più alti delle rate da incassare.

Perché quel contratto di assicurazione non è più remunerativo? Certo! queste assicurazioni sono società private da libero mercato e devono innanzitutto produrre ricavi. Ciò non accade nei paesi, come il nostro, che si sono dotati di un sistema sanitario nazionale, universale quindi destinato a produrre salute perché finanziato dalla tassazione generale e pagato proporzionalmente ai guadagni di ognuno. Le assicurazioni private possono decidere, inserendo nei contratti appositi codicilli, se e quando interrompere il rapporto assicurativo. Quindi le compagnie possono negare i rimborsi quando si aggravano le condizioni di salute dell’assicurato. Non hanno altri obblighi legali né, tantomeno, morali. In sostanza accade che possono lasciarti solo e senza cure proprio quando ne hai più bisogno, come nel caso del sopraggiungere di una malattia cronica o di una grave invalidità. E pare proprio che questo sia stato il motivo che ha spinto Mangione ad uccidere quel manager. Ne aveva fatta una questione personale oggetto della sua battaglia, aveva cominciato a battersi contro il sistema delle assicurazioni perché, diceva, queste speculavano selvaggiamente sui loro assicurati, fino a negare le cure più costose, continuando a garantire solo i ricavi ed i trattamenti che risultava remunerativi.

Mangione, dopo il rifiuto a riconoscere i rimborsi per le sue costose cure, ha iniziato la sua personale battaglia denunciando tutte le assicurazioni sanitarie e accusandole di “… continuare ad abusare del Paese per continuare ad ottenere immensi profitti, semplicemente perché gli americani glielo permettono”.

“Francamente questi parassiti se lo meritano” ha detto parlando dell’omicidio del manager un suo ex compagno di corso universitario col quale Mangione aveva diviso alloggio, tempo e studi, quando ha ricordato le infinite discussioni avute tra loro su come migliorare il mondo e le riflessioni fatte sul malfunzionamento del sistema sanitario americano.

Mangione si è dichiarato non colpevole delle accuse rivoltegli dal Tribunale della Pennsylvania. Il suo avvocato Thomas Dickey, sostiene che “non ci sono prove concrete” che quello di Brian Thompson sia stato un omicidio volontario sine causa. La causa è stata, secondo l’avvocato, più che evidente ed era tutta nel principio morale che dovrebbe imporre di non speculare sulla pelle dei cittadini, soprattutto quando questi sono fragili e si ammalano. Il movente dell’assassinio è esplicitato nelle due pagine di un messaggio che il giovane aveva con sé al momento dell’arresto. Nel messaggio Mangione racconta la sua storia, che un anno prima gli erano stati impiantati quattro chiodi nella colonna vertebrale e che era poi iniziato il suo indicibile calvario. La spondilolistesi provoca infatti una degenerazione artrosica delle vertebre lombari. Le cause della malattia variano da un trauma alla colonna vertebrale a una degenerazione delle articolazioni, tale da provocare il forte dolore cronico. L’operazione a cui si era sottoposto non aveva sortito alcun effetto positivo, anzi gli aveva causato ancor più gravi effetti collaterali, come l’impossibilità ad avere normali rapporti sessuali.

Dopo l’operazione Mangione aveva tagliato i ponti con tutti, compresa la sua famiglia. La madre Kathleen aveva persino presentato una denuncia per la sua scomparsa. Gli amici lo avevano cercato sui social, ma lui non aveva mai risposto. Però leggeva quei messaggi, infatti sul social di critica letteraria Goodreads aveva dato quattro stelle di recensione positiva al libro-manifesto di Unabomber “Industrial Society and its Future” e ne aveva fatto il suo credo scrivendo “… è facile liquidarlo (unabomber) come un folle, e lo si fa solo per non affrontare i problemi scomodi che denuncia. Ma è impossibile ignorare quanto si siano rivelate vere molte delle sue considerazioni sulla società moderna”.

Mangione poi scompare dai social e dal mondo reale per qualche mese, ricompare solo il 4 dicembre alle 6,44 davanti all’Hilton Hotel di Manhattan con una pistola e uccide Thompson. Il suo manifesto-testamento è una critica alla United Healthcare e alle sue politiche di rapina in campo sanitario.

Mangione non era né povero né marginale, aveva avuto un’istruzione da privilegiato alla Gilman School di Baltimora, una scuola privata da 40 mila dollari all’anno, era stato uno studente modello, quindi colto e arguto, il primo della classe all’High School del Maryland. Il nonno, un immigrato italiano di prima generazione era diventato ricco mettendo assieme un impero immobiliare a Baltimora e lui aveva lavorato lì dal 2014. Il giorno della sua laurea era persino stato scelto come “valedictorian”,ossia come lo studente più bravo a cui si affida il discorso per ispirare il futuro dei compagni di corso. “… avere grandi idee non è abbastanza per innovare, serve anche un coraggio incredibile per esplorare l’ignoto e tentare strade nuove”, aveva detto nel discorso. Poi aveva ottenuto la laurea alla University of Pennsylvania, élite dell’Ivy League. Aveva infine fondato una compagnia di videogiochi l’Approar Games e al college un club Upgrade.

All’uscita dal tribunale ha urlato rivolto ai giornalisti presenti “… siete un insulto all’intelligenza del popolo americano”. Il riferimento era probabilmente al sostegno acritico della stampa alla propaganda delle compagnie assicurative sanitarie in USA senza accorgersi della copertura arbitraria delle spese mediche. È questo uno dei grandi problemi ignorati degli americani, troppo spesso alle prese con costi insostenibili. Lo hanno arrestato in un fast food di Altoona in Pennsylvania quasi per caso. Un dipendente del McDonald’s che aveva sentito i suoi discorsi, lo aveva riconosciuto e aveva deciso di chiamare la polizia segnalando la sua presenza.

L’omicidio del potente manager aveva però terrorizzato gli altri colossi assicurativi al punto che una di queste aziende, la Anthem blue cross blue shields, all’indomani dell’omicidio di Brian Thompson, ha rivisto alcune regole vessatorie contenute nei suoi contratti. L’uccisione di Thompson ha portato alla luce le rimostranze di milioni di americani che ogni giorno si sono visti rifiutare le coperture “… per essere chiari, non è mai stata e non sarà mai la politica delle nostre società assicurative quella di non pagare i servizi di anestesia necessari dal punto di vista medico”, ha dovuto dichiarare il rappresentante delle società assicurative.

Questa storia impone a tutti noi una riflessione attenta sull’importanza e sul valore del nostro Sistema Sanitario Nazionale.

 


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