Tanti ne discutono, parecchi ne scrivono ma pochi, pochissimi ne conoscono sul serio natura, benefici e potenzialità. Stiamo parlando dell’Omeopatia.
Ecco perché la Voce è in grado di proporre in anteprima un testo che documenta in modo scientifico i tanti pregi di questa antica disciplina terapeutica, poco noti, finora non sempre correttamente divulgati e, quindi, tutti da scoprire.
Si tratta della Prefazione a Omeopatia, scienza, similia similibus, del medico ed omeopata Giovanni De Giorgio, firmata dal grande virologo Giulio Tarro.
Non ha bisogno di presentazioni Tarro, autentica stella del firmamento sanitario in Italia e all’estero per le sue rigorose ricerche scientifiche. De Giorgio, membro del ‘Forum per la medicina non convenzionale’ presso l’OMCeO di Roma, si occupa di omeopatia ed agopuntura clinica, oltre che di medicina non convenzionale. Sostiene infatti l’importanza di individuare le reciproche complementarietà tra le diverse terapie.
«A distanza di undici anni – si legge nella sinossi del volume – viene pubblicata la seconda
edizione del volume Omeopatia, scienza, similia similibus. Nella seconda edizione, riveduta, ampliata, impreziosita dalla prefazione del virologo di fama mondiale Giulio Tarro e dalla postfazione del valente giornalista Francesco Pungitore, nuove e ulteriori ricerche scientifiche sull’omeopatia vengono menzionate, commentate e citate in bibliografia con l’intenzione di agevolare una dissertazione divulgativa, leggera, leggerissima, semplice, ma non semplicistica, forse un po’ lunga, ma suddivisa in trenta capitoli relativamente corti. La dissertazione incoraggia il confronto e il dialogo tra l’omeopatia e l’allopatia, elogia tutta la medicina, apprezza ogni ramo del sapere».
Su Giulio Tarro, che i lettori della ‘Voce’ conoscono bene (basta andare alla casella CERCA per trovare i suoi tanti articoli, inchieste ed interventi), vogliamo solo rammentare gli ultimi, profetici libri in tema di vaccini.
Nel 2018 esce “10 cose da sapere sui vaccini”, un libro che tutti i genitori dovrebbe leggere prima di procedere alle inoculazioni di quelli tradizionali per i figli. Perché, spiega con gran chiarezza e rigore Tarro (all’epoca il giovane braccio destro di Albert Sabin che inventò l’antipolio), non sono acqua fresca e vanno prescritti ispirandosi al principio di “massima cautela e precauzione”, come del resto ha sempre sostenuto il Nobel francese Luc Montagnier che scoprì il virus dell’HIV.
A giugno 2020, praticamente in tempo reale, esce “Covid 19 – Il Virus della Paura” che mette immediatamente a nudo le gravissime responsabilità governative nell’arginare la pandemia, tutta “Tachipirina e Vigile attesa”, secondo il Verbo dell’allora ministro per la Salute (sic) Roberto Speranza (sic), negando nei fatti il ricorso a cure e farmaci pur esistenti e a poco prezzo in tutte le farmacie, come ad esempio invermectina e idrossiclorochina, ‘legalizzate’ in Italia – incredibile ma vero – solo dopo l’ordinanza emessa a metà dicembre 2020 dal Consiglio di Stato. Nello stesso volume, poi, Tarro già identifica quei meccanismi del terrore & della paura sui quali hanno fatto leva i governi occidentali (in pole position Usa e Italia) per imporre folli obblighi vaccinali & lockdown, come tra le altre cose dimostra l’inchiesta della magistratura Usa sul ‘depistaggio’ organizzato dal virologo di ben 7 presidenti a stelle e strisce, Anthony Fauci.
Giugno 2022 – Eccoci a “Covid 19 – La fine di un incubo”, nel quale vengono illustrati i possibili effetti avversi legati ai vaccini – meglio chiamarli ‘prodotti’, per rispetto verso quelli tradizionali – soprattutto a mRNA (come quelli griffati ‘Pfizer’ e ‘Moderna’) che sono del tutto sperimentali (solo 4 mesi di ‘trials’, e pure taroccati, negli Usa), poco efficaci e, soprattutto insicuri, vista la valanga di effetti avversi causati, in particolare a livello cardiocircolatorio ma non solo, tenuto conto – per fare un solo esempio – del fortissimo incremento delle patologie tumorali da quando sono iniziate le campagne vaccinali. Nel volume, poi, Tarro propone l’adozione di TEST genetici ad hoc, in grado di verificare se l’organismo della persona può sopportare o meno l’impatto dei vaccini. Proposta, of course, mai presa in considerazione da politici e ‘scienziati (sic), regolarmente genuflessi davanti al moloch di Big Pharma.
Ma torniamo a bomba, con l’Omeopatia.
Ecco quindi a voi la prefazione al libro firmata da Giulio Tarro.
Un omeopata a capo della famiglia reale britannica
Del tutto recentemente è giunta la notizia che Re Carlo d’Inghilterra ha nominato un omeopata a capo dei medici della famiglia reale: Michael Dixon, medico che usa di routine la medicina complementare, come riportato dall’11 dicembre 2023 sul Sunday Times, e che presiede il college of medicine.
Il dottor Dixon non crede che l’omeopatia possa curare il cancro, ma le terapie complementari possono affiancarsi ai trattamenti convenzionali. D’altra parte anche il Policlinico Universitario A. Gemelli ha come trattamento complementare l’omeopatia per potenziare l’efficacia delle terapie antiblastiche. Dobbiamo aggiungere che anche il compianto Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina e fisiologia, ha sempre sostenuto questa corrente di pensiero.
Giovanni De Giorgio che conosco da tempo e di cui ho stima e simpatia per la sua professione medica, dedica la sua attività utilizzando il principio dell’omeopatia, come possiamo apprendere dal suo rimarchevole libro su questo aspetto della scienza medica.
A questo punto penso sia utile riportare non tanto le terapie mediche conosciute quanto l’esempio che ci viene dalla prevenzione di alcune malattie infettive attraverso i vaccini. Infatti questi servono attraverso la somministrazione di quantità ridotte dell’agente patogeno che vengono inoculate perché possa essere suscitata una reazione immunitaria che possa difendere il soggetto.
Un risultato altrettanto importante è che la vaccinazione di un singolo individuo riduce il numero dei soggetti che possono trasmettere l’infezione: infatti l’immunità di gregge ha come risultato la protezione anche degli individui che non sono stati vaccinati.
Una qualsiasi vaccinazione perché sia utile ed estesa ad una popolazione mira a una larga utilizzazione di tale procedimento, ma è risaputo che determinati individui possono presentare dei problemi di patologia che fin dall’utilizzo della vaccinazione di Jenner per il vaiolo nel 1853 in Inghilterra hanno creato “i no-vax” con l’utilizzo della vaccinazione contro il vaiolo quando questo vaccino è stato usato per i bambini di tre mesi. Ovviamente allora era l’inizio del periodo riguardante l’adozione di questa nuova branca medica che riguardava le vaccinazioni. Nel caso specifico una vaccinazione obbligatoria di massa doveva valutare il rapporto rischio/benefici in accordo ad una presentazione che fosse valutata efficacemente dall’opinione pubblica.
Ho preferito prendere questo esempio nell’ambito della medicina omeopatica, da sempre conosciuta, perché possiamo valutare uno dei problemi più attuali nel campo odierno della scienza medica che è stata scelta non soltanto da Giovanni De Giorgio, ma anche dalla casa reale inglese.
GIULIO TARRO
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