Le dèserteur, contro la guerra

“…Ho ricevuto la chiamata militare e adesso devo andare in guerra martedi…signor Presidente, non la voglio fare, non voglio più ammazzare la gente come me…per cui diserterò…Signor Presidente, se c’è da versar sangue versate prima il vostro, andate avanti voi…” [Canzone-lettera del musicista francese Vian].
A “Un italiano vero” (Toto Cutugno) la Repubblica del nostro Paese impone democraticamente il rispetto della Costituzione. Articolo 11, rileggetelo e condividetelo: “L’Italia ripudia la guerra…come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. L’Italia sgovernata e non solo dalla destra, per anni ha venduto mine antiuomo, mezzi blindati, aerei e navi da combattimento a Paesi in conflitto, anche se aggressori neo colonialisti. Il ‘commercio’ di armi, ne è stata vittima Ilaria Alpi per aver scoperto un traffico illecito Italia-Africa, non equivale pari, pari alla partecipazione diretta alla guerra, ma non se ne discosta di molto. La nostra industria bellica è fiorente e per vie traverse è responsabile della micidiale diffusione di armi in possesso di ragazzi giovanissimi, irresponsabili. Questo governo, in generale la politica italiana, condannata quasi all’unanimità l’aggressione russa all’Ucraina, ha finanziato la resistenza guidata da Zelenski e ha inviato armi per il suo esercito. Forse non era possibile rifiutare quegli aiuti, ma ci pensa Crosetto a introdurre l’argomento tabù dell’impiego di nostri soldati in Ucraina e aggiunge “moltissimi uomini perché il confine dell’Ucraina è il più lungo”. Crosetto, lo ricordano i media,  ex consulente della Leonardo, azienda che produce ed esporta ovunque armi, prova a contrastare lo choc provocato dalla notizia. Tenta di sviare la contestazione, non solo dei pacifisti ad oltranza che piangono le vittime recenti e del passato di nostri militari in Medio Oriente (“missione di pace”): precisa che l’impiego dei nostri militari avverrebbe sotto l’egida dell’Onu. Giudicate voi se non è un escamotage per aggirare il dettato costituzionale. Ai nostri giovani chiamati alle armi suggeriamo di ascoltare (da You Tube: https://www.youtube.com/watch?v=LKraMpu1v1k) “Il disertore”, interpretata magistralmente da Gino Paoli.

Merito al merito, Crosetto si riscatta alla grande. Chiede al suo governo di ritirare l’emendamento che aumenterebbe la remunerazione di ministri e sottosegretari, ma attenzione, non perché come la grande maggioranza degli italiani la giudica scandalosa. Il suo obiettivo è di evitare manifestazioni di malcontento per il governo e specialmente per la signorina presidentessa. Comunque, sembra che masticando amaro il governo dia seguito all’iniziativa di Crosetto e così confermi il consueto tran-tran del fare e disfare, di un timido passetto in avanti e del successivo passo da gigante all’indietro. I politologi che frequentano da mattina a sera inoltrata i talkshow di settore, se la caverebbero con un “mettiamola così” (espressione da ghigliottina, al pari dell’altra, abusata “al netto di”). Insomma, il treno dell’esecutivo soffre di stop e disservizi, come le ferrovie che Salvini non riesce a rendere efficienti.
Una buona, ottima notizia: le urla della ‘borgatara’ di cui ha platealmente fatto ricorso dal palco di Atreju le hanno provocato afasia, menomazione vocale che fino a guarigione completa le impedirà di raccontare frottole sulla ‘grande bellezza’ del suo governare, cioè del nulla.
(Per chi ama approfondire: Advisor di Leonardo, presidente delle aziende delle armi e lobbista, Crosetto divenuto ministro della Difesa del governo Meloni disse “Rinuncio al 90% del mio stipendio”. Masochista o perché non aveva bisogno degli euro istituzionali, poca cosa rispetto alle sue entrate? Nativo di Cuneo, ha millantato la laurea in Economia e Commercio (“Ho raccontato una piccola (piccola? ndr) bugia”). Ha lavorato per anni nel settore difesa come senior advisor, consulente esperto della Leonardo, colosso militare controllato dallo Stato, è stato presidente di Aiad, associazione confindustriale di aziende del settore. È uno dei più fedeli follower della premier)


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