Deflagra negli Stati Uniti il caso delle super polizze assicurative private sulla salute, dopo l’assassinio del top manager dell’azienda leader nel settore, ‘United Healthcare’.
Mentre impazza in rete il nome del probabile killer, il rampollo di una famiglia più che bene, come nuovo eroe nazionale, saltano fuori le cifre del business da mille e una notte sulla pelle dei cittadini, sulla salute degli americani, soprattutto quelli con meno mezzi.
Ecco una raffica di numeri da brividi.
Il Bingo arcimiliardario comincia esattamente dieci anni fa, nel 2014, quando riceve l’ok e prende il volo con l’amministrazione Obama l’‘Affordable Care Act’, un provvedimento che in teoria doveva garantire ai cittadini l’accesso alle cure e che invece si è rivelato, con gli anni, un gigantesco business, un albero della cuccagna per le assicurazioni private e un vero calcio in culo per gli americani con pochi soldi e poca salute.
Da allora le 5 regine del settore hanno fanno ricavi e profitti con la pala. Oltre 9 mila miliardi di dollari come entrate, quasi 400 miliardi di profitti, dei quali il 25 per cento reinvestito per acquistare le proprie azioni, il classico modo per farne lievitare il valore e garantire ai soci guadagni stratosferici.
E proprio da allora il valore azionario di tutte le aziende del ramo, soprattutto of course delle 5 regine, è cresciuto a dismisura, arrivando ad un mirabolante + 1.680 per cento.
Per il 2024 i vertici aziendali si stropicciano le mani in vista degli astronomici bilanci di fine anno, tenuto conto che la spesa per la copertura sanitaria privata, negli Usa, toccherà il tetto dei 1.500 miliardi di dollari, da vero guinness dei primati.
Mentre la qualità dei servizi offerti peggiora in modo costante.
Non è certo finita qui la cuccagna per BIG ASS (in inglese ‘ASS’ sta per culo, e mai ‘acronimo’ è più azzeccato), da poter gareggiare a buon titolo con BIG PHARMA e BIG TECH.
Il premio medio assicurativo intascato per ogni cittadino, infatti, ormai ammonta alla bellezza di 9 mila dollari l’anno ed è cresciuto del 6 per cento rispetto al 2023. I costi delle coperture familiari sono aumentati del 7 per cento, totalizzando la non disprezzabile cifra di 26 mila dollari per ogni nucleo a stelle e strisce.
Al tempo stesso, cresce in modo sensibile il numero delle prestazioni non pagate dalle pur ricchissime sigle assicurative. Motivo per cui i cittadini vedono lievitare sempre più i loro debiti sul fronte della spesa sanitaria: 1 americano su 10 è in brutte acque, non riesce a pagare ed è braccato dal fisco. La cifra totale ‘non pagata’ per il 2023 è pari ad 88 miliardi di dollari. 3 milioni di cittadini sono indebitati per non meno di 10 mila dollari a testa.
Ancora, 1 americano su 4 afferma – stando alle cifre elaborate dal sito ‘The Lever’ – di aver ormai rinunciato a curarsi visti i costi ormai inaccessibili.
Un paese allo stremo. Con il diritto alla salute e alle cure primarie nei fatti negato e, quindi, una Costituzione letteralmente calpestata.
Sorge spontanea la domanda. Ce la farà Robert Kennedy junior, il futuro ministro della Salute nell’amministrazione Trump (se il suo nome passa nei prossimi giorni al Senato), a ribaltare la vergognosa situazione? E dare avvio a quella rivoluzione possibile, dalla parte dei cittadini e contro lo strapotere di Big Pharma e di Big Ass?
Staremo a vedere se Davide riesce a battere i tanti Golia che fino ad oggi hanno dettato legge e rastrellato arci profitti speculando sulla salute degli americani, e non solo.
Dulcis in fundo, concludiamo puntando i riflettori sui veri padroni delle 5 star di Big Ass.
In assoluta pole position ‘United Healthcare’, finita nell’occhio del ciclone per l’assassinio del suo vertice aziendale. Da tener presente che la società totalizza, da sola, ben un terzo dei profitti cumulati dalle 5 stars.
E sapete chi sono, a loro volta, le star azionarie? Tanto per cambiare, i maxi fondi speculativi, quegli hedge fund che ormai dominano incontrastati la scena della finanza e dell’economia a livello internazionale, almeno nel tanto democratico Occidente. Quei Fondi che più neri non si può, e nei quali finiscono capitali di ogni provenienza, e anche, of course, ‘dirty money’, riciclando a tutto spiano, come la ‘Voce’ ha più volte documentato. Una per tutte l’inchiesta sui veri padroni di Big Pharma, messa in rete il 27 novembre 2021,
BLACKROCK & VANGUARD / ECCO I PADRONI DELLE STAR DI BIG PHARMA
E poi il fresco – pubblicato il 29 novembre scorso,
BLACKROCK & C. / COME PUO’ IMPLODERE IL SUO GIGANTESCO POTERE
Ecco a voi i principali soci delle 5 star, secondo un copione davvero ‘scientifico’.
UNITED HEALTHCARE: Vanguard 9,2 per cento – BlackRock 9,1 per cento – State Street Corporation 4,6 per cento
CIGNA HEALTH BENEFITS: Vanguard 9,3 per cento – BlackRock 8,6 per cento – State Street Corporation 5,2 per cento
CSV HEALTH CORPORATION: Vanguard 9,2 per cento – BlackRock 8,3 per cento – State Street Corporation 4,5 per cento
ELEVANCE HEALTH: Vanguard 9,2 per cento – BlackRock 9,1 per cento – State Street Corporation 4,6 per cento
KAISER GROUP HOLDING: è la quinta stella, ma ne sono ignoti gli azionisti
Avete capito chi ‘governa’ il mondo?
La totale invasività dei Fondi è stata di recente denunciata proprio da Robert Kennedy. Riuscirà nella titanica impresa di sconfiggere questa piovra che più tentacolare e mafiosa non si può?
Per finire, un consiglio per film. Due potenti pellicole di anni fa ma sempre attualissime sulle perversioni del sistema sanitario Usa, addirittura uscite ben prima del 2014. Per la serie: di male in peggio, anzi verso il baratro.
‘L’Uomo della pioggia’ (‘The Rain Man’) del 1997, regia di Francis Ford Coppola con uno straordinario Matt Damon. E ‘John Q’ (appena mandato in onda) del 2002, regia di Nick Cassavetes, con un altrettanto eccezionale Denzel Washington. Buone ri-visioni.
P.S. Vi ricordiamo che per trovare articoli e inchieste della Voce soprattutto sui fondi neri, basta andare alla casella CERCA della nostra home page e digitare BLACKROCK e VANGUARD per ritrovarne non pochi.
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