L’esercito di giornalisti ingaggiati da ‘Politico’, si intuisce, è in debito di riconoscenza, obbedisce acriticamente al vertice dell’impresa che lo edita, al finanziere Patrick Steel, amministratore delegato, erede dell’imprenditore Allbritton che ha fondato il giornale telematico. Il suo “chi è”: figlio del defunto banchiere e uomo d’affari, ex Ceo della società madre di Riggs Bank, la rivista The New Repubblic lo ha incluso tra le persone più potenti e meno famose di Washington. Dall’aprile del 2015 Politico ha esteso le pubblicazioni a un’edizione europea, che ha incoronato Giorgia donna più potente d’Europa. I dati sulla proprietà della testata on line chiariscono fuori di ogni dubbio perché il capo redattore Stephen Brown ha condiviso la ‘sentenza’ dei suoi colleghi europei, che sarebbe interessante intervistare per capire cosa l’ha motivata. Di là dal connotato di comiziante urlatrice, di borgatara indubbiamente furbetta e rodata da trent’anni e più di militanza nella destra neofascista, la signorina presidentessa del consiglio ha nel suo palmares una serie di infortuni, di flop, di promesse da marinaio, di sgretolamenti della salute politica, economica, sociale, dell’Italia. La sua solo presunta potenza è diretta emanazione di diffuso amichettismo, del confronto tra la sua prosopopea del nulla, sbandierato come efficienza e la triste mediocrità dei soggetti che ha dovuto cooptare per l’assenza di qualità della destra. In contemporanea con la medaglia al merito appuntata sul petto di Giorgia da ‘Politico’ incombono su di lei il disastro dei centri di detenzione in Albania, il sì della Cassazione al referendum contro l’autonomia differenziata, la bocciatura del Tar della precettazione tentata da Salvini per i lavoratori in sciopero, le imminenti sentenze per i reati di Salvini, della Santanché, di Delmastro, la scoperta, sottovalutata, rapidamente scomparsa dal sistema informativo (perché anche della stampa democratica? ndr) del covo bolognese di nazisti prossimi a un colpo di Stato e all’assassinio della premier (perché accusata di non essere abbastanza contigua alla destra eversiva? ndr).
Giorgia, la più potente d’Europa? Capintesta di inetti come Valditara, Lollobrigida, la bizzoca Roccella, il pavido Nordio è la più donna piùpotente d’Europa? Consigliamo a ‘Politico’ di dimenticare in fretta la celebrazione di Giorgia, di indire un sondaggio che renda merito ad altre donne del nostro Paese, alla senatrice a vita Liliana Segre, a Samantha Cristoforetti, eroina dello spazio, alla fantastica pallavolista Egonu, alla ‘miracolosa’ sciatrice Goggia, a una delle migliaia di donne che affrontano la povertà con immensi sacrifici e grande dignità. Pazienza, ci vuole pazienza, ovvero la flemma fertile del cinese che sulla riva del fiume aspetta con calma olimpica che passi il cadavere del nemico. Potente Giorgia e il tandem con la sorella d’Italia Arianna? Ben altro. Il loro inno “Patria, famiglia” è un ossimoro, un esempio di antitesi, di fallimento dei rispettivi rapporti coniugali (nel caso di Giorgia di convivenza), che le ha riportate allo stato di nubili. La premier si consola con performance da showgirl del sabato sera televisivo: karaoke in coppia con Salvini alla festa di compleanno del leghista, fanciullesco balletto sul palco dell’Atreju. Come fanciulla in estasi la “donna più potente d’Europa” si esibisce in reiterati selfie: baciamano di ‘Trump, abbracci di Musk e Orban, di Ursula von der Leyen, bacetto di Bidel sulla sua testolina, effusioni, ma solo a favore di telecamera, di Salvini, Tajani & soci… “Che sarà, sarà”
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